Svegliandosi la mattina di una domenica di inizio agosto, i fontanellatesi avevano trovato «sdraiato» a terra il semaforo dell’incrocio tra viale Vaccari e viale Vezzoni.
In molti avevano commentato il fatto sui social network, ventilando anche l’ipotesi di un atto vandalico. Nessuno aveva visto niente, il botto non era stato sufficiente a svegliare qualcuno e nemmeno una volta appurato che si era trattato di un incidente, il nome di chi aveva abbattuto il palo era saltato fuori. Ad individuarlo, dopo alcune settimane di ricerche, sono stati però gli agenti della polizia municipale di Fontanellato, guidati dall’ispettore capo Andrea Volpi, a cui i detriti rimasti sul posto avevano fornito alcuni validi indizi per arrivare ad identificare il tipo di veicolo. Qualche pezzo di plastica e una strisciata di colore sono stati sufficienti per individuarne la marca e far partire la segnalazione a tutti i carrozzieri e ai demolitori.
Per alcune settimane il buio è stato totale: il mese di agosto e le ferie di gran parte delle officine avevano suggerito al proprietario dell’auto di infilarla in garage e attendere che le acque si calmassero.
Precauzione vana perché appena consegnata la macchina per la riparazione, la verifica dei danni sulla carrozzeria è risultata compatibile con l’impatto con il palo e alla sua porta hanno suonato gli uomini della municipale.
All’incauto guidatore non è rimasto altro che confessare la responsabilità dell’abbattimento del semaforo e rendersi disponibile a risarcire il danno causato al Comune, anche se questo non basterà ad evitargli la multa prevista dal codice della strada. L’ispettore capo Andrea Volpi non è nuovo ad indagini di questo tipo: già nel 2009 era riuscito ad individuare il conducente di un’auto che, dopo aver urtato una Fiat Punto sulla via Emilia e averla fatta finire nel fosso, era fuggito a tutta velocità senza prestare soccorso ai due occupanti della vettura.
Da un pezzo di paraurti rimasto sull’asfalto, Volpi era riuscito ad individuare che il modello era una vecchia Opel Vectra. Il pezzo andava quindi cercato da un rottamaio ed è quindi bastato attendere qualche settimana per avere nome e cognome del proprietario dell’auto e, una volta accertato che era proprio lui alla guida della macchina che aveva causato l’incidente, denunciarlo per omissione di soccorso.
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