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Bonus di 80 euro, ecco a chi sarà tolto

Bonus di 80 euro, ecco a chi sarà tolto

09 Giugno 2016, 12:20

Patrizia Ginepri

Chi ha diritto al bonus 80 euro in busta paga e soprattutto chi è tenuto alla restituzione di quanto percepito indebitamente?

Nel 2015 circa 1,45 milioni di contribuenti hanno reso il bonus, tutto o in parte, perché hanno superato la soglia dei 24 mila euro o al contrario perché sono risultati «incapienti», ovvero hanno guadagnato meno di 8mila euro, soglia sotto la quale si perde il diritto al beneficio.

Come funziona

Fari puntati sui tanti italiani che, in sede di dichiarazione dei redditi, devono restituire totalmente o parzialmente quel credito di imposta erogato a chi percepisce almeno un reddito da lavoro dipendente, sempre che l’imposta lorda sia superiore alla detrazione per lavoro dipendente e che il reddito sia comunque inferiore a 26 mila euro.

Nel caso di un dipendente occupato per tutto l’anno con solo reddito da lavoro e senza familiari a carico, la soglia di reddito per iniziare a percepire il bonus è 8.145 euro.

Se si lavora meno di dodici mesi, nel rispetto delle condizioni prima ricordate, il reddito minimo per percepirlo è minore. Il bonus è costante a 960 euro annui nella fascia 8.145 e 24mila euro, poi decresce repentinamente (comportando un’aliquota marginale effettiva dell’80%) tra 24 e 26mila euro.

«L’origine del problema sta nella definizione di reddito - assicurano gli esperti -. Il reddito complessivo e l’imposta netta “definitivi” si determinano al momento della dichiarazione dei redditi, che serve proprio a raccordare la situazione complessiva del contribuente rispetto ai redditi percepiti e alle imposte già pagate nel corso dell’anno precedente».

Il reddito da considerarsi ai fini del bonus è pari a quello complessivo Irpef maggiorato dei redditi da canone di locazione soggetti a cedolare secca e diminuito dalla deduzione per l’abitazione principale. Pertanto, non è pari al solo salario. Casi di irregolare percezione del bonus sono inevitabili, perché occorrerebbe che tutti sapessero stimare i propri redditi annui con grande precisione.

Le conseguenze possono essere dolorose, perché il bonus si riceve mensilmente, ma l’eventuale restituzione deve avvenire in unica soluzione in sede di compilazione della dichiarazione (con la possibilità di richiedere il pagamento rateale). Come dimostrato lo scorso anno.

L'allarme

Nel frattempo l’Agenzia delle Entrate va a verificare i redditi complessivi del singolo dipendente nell’arco dell’anno. E avverte: il bonus non doveva essere di questa cifra o non spettava. In questo caso, l’obbligo della dichiarazione è del contribuente, quindi la comunicazione arriva direttamente a lui e non al sostituto d’imposta.

A rischio maggiore

A rischio maggiore di restituzione del bonus pieno (80 euro) sono proprio i redditi compresi tra i 24.000 e i 26.000 euro: se venisse superato il massimale, la restituzione del bonus percepito nel corso dell’anno, 640 euro in tutto per 8 mesi (da maggio a dicembre) sarebbe a carico del contribuente, non del sostituto d’imposta.

Come tutelarsi

Il lavoratore che ricade in questa fascia farebbe bene a tenere sotto controllo il proprio reddito, magari chiedendo informazioni precise al proprio datore di lavoro o all'ufficio personale dell'azienda, tenendo presente che il sostituto d'imposta - per come è la legge - non ha nessuna responsabilità per la posizione fiscale del dipendente.

I commercialisti

La Fondazione nazionale dei commercialisti non entra nel merito della misura e delle conseguenze fiscali, tuttavia sottolinea che ci sono aspetti che si potrebbero migliorare.

A partire dalla situazione degli incapienti. ritenuti «le reali vittime di questa situazione. Se godevano degli 80 euro e successivamente sono retrocessi nella no tax area, non solo devono restituire il bonus ma, al tempo stesso, vengono colpiti dalle trattenute Irpef subendo un doppio colpo».

Il caso limite

A dover restituire il bonus non è solo chi è andato sotto la soglia minima. C’è anche in larga maggioranza chi ha superato, appunto la quota dei 26mila euro annui di reddito. Anche di pochissimo, come nel caso di un insegnante di Verona che ha raccontato a un quotidiano nazionale di percepire uno stipendio netto di 1.530 euro al mese. Ebbene, deve restituire il bonus per avere superato il limite di un solo euro».

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