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Cachi, la guerra continua

Cachi, la guerra continua

13 Dicembre 2016, 10:22

Guerra dei cachi? C’è chi dice sì al taglio. «Devo confessare che la decisione dell’abbattimento con ripiantumazione aveva raccolto il consenso di tutta via Salmi. Per carità frutti bellissimi, piante che rappresentano l’inverno, tutto quel che si vuole. Ma convivere con loro è tutta un’altra storia». La voce è quella di Grazia Buia che, insieme ad altri, svela le motivazioni del fronte anti-raccolta urbana. «Chiariamo subito un dettaglio: sono grata ai volontari che si sono dati da fare anche qui al Montebello - spiega la residente -. Ma la questione è che si trattava di cinque persone, l’attrezzatura non è semplice da reperire e perciò molti frutti sono rimasti dov’erano. Col risultato che si sono spalmati sulle nostre auto parcheggiate, senza contare il pantano a terra». Nuova puntata della saga dei cachi che, volente o nolente, divide. A tre giorni dalla debutto della Festa del raccolto urbano, andata in scena in via Cremona e proprio in via Salmi, nel quartiere Montebello, non si placano le polemiche. Facciamo un passo indietro. La manifestazione - che ha chiamato a raccolta un centinaio di volontari, con 180 cassette zeppe di frutti - non ha convinto proprio questa laterale di via Brigate Julia. «Diciamo che la soluzione proposta dal Comune era meno dispendiosa e più pragmatica, perché i disagi per chi abita nelle vie coinvolte sono reali. L’impressione che abbiamo avuto è invece che quella dei sodalizi sia un’opposizione per partito preso. In via Salmi non c’è solo la caduta dei frutti, il rischio ruzzoloni e la sporcizia della strada - prosegue la Buia -. Ma anche le cadute, un po’ in tutte le stagioni, dei rami di queste piante. Nel giardino di casa, nessuno si fa particolari scrupoli a sostituire un albero che non aggrada con uno diverso. Onestamente non capiamo la differenza con le modifiche all’arredo urbano. A maggior ragione perché la presa in carico della raccolta da parte di associazioni ambientaliste è un gesto molto nobile, a patto che sia autentico. Non si può pensare di raccogliere sporadicamente, perché chi vive in queste vie il problema l’affronta tutti i giorni».

E conclude assicurando che la battaglia dei cachi è antica: «Era già stata sollevata la questione nel 2013, anche in quel caso si erano subito rese disponibili le associazioni ambientaliste. Peccato che il progetto della raccolta sia pian piano naufragato. Il rischio è che, anche oggi, si tratti di una soluzione fittizia, ma che non porti a nulla di definitivo. O si raccolgono ovunque o è meglio eliminare il problema alla radice».

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