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«Ci volevano colpire». Trovata tanica di benzina

«Ci volevano colpire». Trovata tanica di benzina

24 Maggio 2016, 13:18

Chiara Pozzati

Il fuoco? No, non subito. Prima ci sono state quattro settimane di blitz notturni alla «Sma serbatoi spa» di via Emilio Lepido. E’ partita in modo soft, si fa per dire: macchinette del caffè distrutte per razziare le monete, un computer rubato, fumo e scintille fra i bancali di scarto ammonticchiati nel piazzale esterno.

Ma il poderoso rogo divampato la notte tra domenica e ieri, nella ditta alle porte del Moro, ha divorato (quasi interamente) gli uffici del personale, distruggendo il sistema informatico e provocando danni per svariate migliaia di euro. Praticamente certo che non si sia trattato di qualcosa d’improvvisato.

«Tutto lascia presupporre che sia un incendio doloso. Sembra che si siano arrampicati su un ballatoio che corre a fianco dello stabile, abbiano rotto un vetro e lanciato quello che volevano. Le fiamme sono divampate dai server dei computer e da lì si sono alzate». A parlare col sorriso stanco è Umberto Maria Bertolucci, uno dei soci della spa. Trova il tempo per fare il quadro della situazione nonostante sia un lunedì di marasma. Per domare le fiamme è occorsa tutta la professionalità dei pompieri che per tre ore – da poco prima dell’una di notte fino all’alba di ieri – sono stati impegnati. «L’allarme, collegato col cellulare del custode, è scattato alle 12,51 – prosegue uno dei padroni di casa -. E’ stato proprio il guardiano a chiamarci per avvertirci di quel che stava accadendo». Oltre a salvare il salvabile, gli uomini di via Chiavari hanno rinvenuto una tanica di benzina e delle tracce di accelerante. Ma non solo. Gli incendiari hanno anche tentato di dare alle fiamme un container, anche in questo caso adibito ad archivio. Probabile obiettivo? Bruciare informazioni su conti e clienti. «Fortunatamente non ce l’hanno fatta – prosegue Bertolucci – ma abbiamo trovato la serratura forzata e un martelletto, probabilmente utilizzato per rompere un vetro».

L'ala produzione è rimasta intatta fortunatamente. La Sma serbatoi ha sulle spalle oltre mezzo secolo di onorata carriera: «E’ nata come impresa familiare nel 1963 e non è mai accaduto nulla di questo genere. In queste quattro settimane abbiamo pensato ai soliti ignoti, ladruncoli interessati a un bottino facile. Mai ci saremmo immaginati una cosa del genere», constata amaro Bertolucci. Insieme ai vigili del fuoco sono approdati gli uomini delle Volanti e della Squadra mobile, a cui spetta il compito di far luce su un episodio dai contorni tutt’altro che chiari. Anche la Scientifica e i tecnici di Arpae sono arrivati in via Emilio Lepido, alla ricerca di indizi e per le rilevazioni del caso. Certo è che tutto è accaduto nella zona dedicata agli uffici del personale, tutto per colpire la «banca dati» dell’azienda. Impossibile non chiedere al padrone di casa se non abbia sospetti, «ma è inutile arrovellarsi o avanzare ipotesi finché mancano conferme. – chiude con garbo – attendiamo l’esito delle indagini».

La Fiom Cgil di Parma è vicina ai lavoratori della Sma. «Fin dalle prime ore del mattino rappresentanti Fiom Cgil di Parma si sono recati sul luogo, dove erano già presenti i vigili del fuoco e la polizia per domare il rogo ed accertarne la causa, che pare possa essere dolosa. Insieme al delegato per la sicurezza si è verificata la salubrità degli ambienti di lavoro e pertanto non è stato necessario attivare percorsi di ammortizzatori sociali, quantomeno in questa fase». In attesa di avere un quadro completo sui danni e nell'emergenza delle prime ore, «le postazioni di lavoro impiegatizie date alle fiamme sono state temporaneamente spostate nella palazzina adiacente».

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