Alessandro Merlini
Londra conquistata un puntino alla volta. La testardaggine della salsese 35enne Elisa Cantarelli, soprannominata «Canta», le ha dato ragione. Partendo dal nulla l’artista negli ultimi anni ha infatti esposto le sue opere in Italia, Francia, Germania, Tokyo, Hong Kong e a Londra.
La sua tecnica, chiamata «dotting» (punteggiare), consiste nel rielaborare immagini digitali che vengono colorate manualmente: ogni singolo puntino viene lasciato sgocciolare e crescere sulla superficie per rimanere in rilievo. «In questo modo si crea una texture punteggiata tridimensionale che riflette l’immagine sottostante – spiega - anziché colorare riempio tutti gli spazi con i puntini».
Diplomata prima all’Istituto d’Arte Toschi a Parma e poi all’Accademia di Belle Arti di Bologna, la sua carriera inizia con un paio di premi che gli danno enorme visibilità. Le gallerie d’arte cominciano a contattarla e si traccia il solco del suo destino. Per non pesare sul bilancio familiare trova un lavoro come commessa, in previsione di puntare tutto sulla sua arte e partire per Londra.
«I miei nonni si sono trasferiti a Londra dopo la guerra, negli anni ‘50. Mia madre e i suoi fratelli sono nati e cresciuti là per poi tornare negli anni ‘70 a Salso, tranne una zia che è rimasta», dice. E’ proprio mamma Gabriella che le ha trasmesso la passione per la città: «Ogni volta che in televisione c’era una notizia, un programma, qualsiasi cosa collegata a Londra, lei zittiva tutti e si metteva in adorazione davanti alla televisione. Ai miei occhi sembrava che fosse il paese dei balocchi». Nel 2009, utilizzando la zia rimasta in Inghilterra come «testa di ponte» per la sua conquista artistica, Elisa si trova un lavoretto part-time da commessa e continua a esporre in Italia e a Tokyo. I primi 2 anni sono durissimi: sola, pochissimi soldi e una stanza appena grande a sufficienza per lei e le sue tele, «inoltre il mio inglese faceva pena, quante figuracce...». Il 2011 è l’anno della svolta e non solo lavorativa: una curatrice italiana, Laura Petrillo, decide di organizzarle la prima mostra personale in centro e un amico risistema un vecchio magazzino per trasformarlo in uno studio fotografico invitandola a dipingere. «Lo studio in quel periodo era un work in progress e c’era sempre un’occasione per fare festa – ricorda - a volte mi ritrovavo a lavorare di notte circondata da gente che mixava dischi, beveva un drink, parlava e si divertiva. Un’atmosfera stupenda ma io ero concentrata sulle mie opere».
Solo Edward, un ragazzo nato e cresciuto a Londra ma con origini italiane (di cognome fa Moruzzi), provava a distrarla. E anche piuttosto bene. La sera dell’inaugurazione dello studio infatti scatta un bacio e la scintilla. Dopo 2 settimane lui si presenta a sorpresa in Italia per conoscere la sua famiglia, dopo 7 mesi vanno a convivere e nel luglio del 2015 si sposano a Salso. «Il suo supporto in tutto questo tempo è stato fondamentale, Londra è tosta ma l’amore per lui e per il mio lavoro mi danno una carica adrenalinica inspiegabile che crea dipendenza. Non voglio fermarmi mai e Londra è il posto giusto».
Oggi Elisa si è affermata come artista ma l’obiettivo rimane: «Poter fare questo mestiere a tempo pieno, avere lo studio a casa e creare una famiglia con Ed, vediamo se tutta questa testardaggine mi darà ragione». Forse, un puntino alla volta, anche la vita prenderà il colore che Elisa sceglierà.
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