Margherita Portelli
Emma di anni non ne ha ancora compiuti otto, ma pochi giorni fa è stata lei a raccogliere da terra un reperto che, di anni, ne ha almeno dodicimila. La piccola esploratrice, figlia del ricercatore e docente di Paleobiologia dell’Università di Parma, Davide Persico, passeggiava con papà sulla spiaggia di Cà Granda, a San Daniele Po, nel Cremonese, quando ha avvistato quello che sembrava un osso di grandi dimensioni. Da subito il fossile è sembrato appartenere ad un grosso mammifero: la piccola Emma aveva tra le mani niente meno che la tibia di un mammut. Grazie a una comparazione diretta in laboratorio al Museo Paleoantropologico del Po di San Daniele Po, comune di cui il professor Persico è sindaco dal 2009, e da un confronto con fotografie di parti omologhe, è stato possibile individuare non solo la parte anatomica ritrovata, ma addirittura la specie di appartenenza. «Si tratta di un raro resto fossile di proboscidato, ed in particolare della parte prossimale di una tibia appartenente ad un giovane Mammuthus primigenius» spiega il papà, che insegna Paleobiologia al corso di laurea in Scienze naturali e dell’ambiente del nostro ateneo. Emma ha sette anni, otto in agosto, frequenta la scuola elementare di San Daniele Po, e dal babbo ha ereditato la passione per le scienze naturali, «forse – spiega Persico -, perché da sempre è “sommersa” da libri, reperti e collezioni paleontologiche». Il ritrovamento, come è facile immaginare, le ha procurato un’emozione fuori scala: in fondo basta ricordarsi del fremito della scoperta che ha colto ciascuno di noi, da piccoli, quando nel giardino di casa o al parco ritrovavamo anche solo un pezzo di plastica di un gioco perduto qualche anno prima, da noi o da chissà chi altro. Ritrovarsi in mano l’osso di un animale estinto decine di migliaia di anni fa dev’esser stato meglio di qualsiasi regalo, niente a che vedere nemmeno con la puntata tanto attesa del cartone animato preferito: la primigenia fame della scoperta che, tutta in un colpo, veniva saziata dal più sensazionale dei ritrovamenti.«Io ed Emma quel giorno eravamo in barca lungo il Po – racconta Persico -; come spesso ci capita di fare quando il livello del fiume lo consente, ci siamo spinti a camminare sulle spiagge alla ricerca di reperti per il locale museo Paleoantropologico. Il ritrovamento di fossili di mammut così a valle è piuttosto insolito, anche se nella zona di Cremona è più comune. Da subito si è capito che quell’osso doveva appartenere a un grande mammifero, anche se dalle dimensioni abbiamo intuito che doveva essere un mammut giovane; i mammut si sono estinti 12mila anni fa, alla fine dell’ultima glaciazione, quindi il reperto ha almeno 12 mila anni, ma potrebbe averne anche molti di più, è difficile determinarlo». Ora il fossile è al sicuro nel laboratorio del Museo Paleoantropologico del Po di San Daniele, dove a breve verrà inventariato negli uffici della Soprintendenza archeologica della Lombardia.
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