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«Grease» formato famiglia

«Grease» formato famiglia

30 Marzo 2019, 02:49

Margherita Portelli

E'un’icona pop, un vero e proprio fenomeno di costume, il simbolo non di una, ma di tre o quattro generazioni in fila. Difficile – indipendentemente dalla «collocazione» anagrafica – trovare qualcuno che non sappia intonare al volo «You’re the one that I want»; quasi impossibile pescare donna o ragazza che – di fronte alla Sandy ammaliatrice di nero vestita – non abbia chiuso gli occhi almeno una volta sognando per sé la stessa sorprendente trasformazione.

«Grease» – il musical dei musical – è arrivato ieri sera al Regio e ha conquistato un teatro dal pubblico variopinto come mai prima: coppie, giovani (ma soprattutto giovanissime in modalità selfie), famiglie ed ex ragazzi. Tutti insieme a far ballare i talloni a tempo di rock’n roll sul parquet del tempio della lirica. E stasera si bissa, sempre alle 21, con una replica tutta brillantina e scintille che promette di non deludere (i biglietti sono ancora disponibili, per informazioni Arci Parma e Caos Organizzazione Spettacoli, 0521-706214). Per molti «Grease» rimane l’insuperabile coppia da grande schermo John Travolta e Olivia Newton-John nella pellicola del 1978, ma la «Greasemania» è scoppiata sui palcoscenici d’Italia da ormai 18 anni: lo spettacolo, che ha debuttato nel ‘97, ha chiamato a raccolta un milione e 600mila spettatori e si è trasformato in una vera e propria macchina da applausi. Così ieri, sul palcoscenico di Parma, la nuova versione della Compagnia della Rancia ha ribadito il sogno che la storia d’amore regala. Perché in fondo gli anni Cinquanta, fra cotonature da record e ciuffi impomatati a dovere, non sono che il contorno di una cosa molto più semplice: il racconto di un’età spensierata e di un’atmosfera che ciascuno di noi ha vissuto. L’intramontabile storia d’amore tra il «duro» Danny (Giuseppe Verzicco) e la dolcissima Sandy (Beatrice Baldaccini) è la storia (meravigliosa) di ognuno. Ché alla fine pigiama party fra ragazze, fast food e i giubbotti di pelle sono pane quotidiano anche per gli adolescenti di oggi, i quali, tra una «Whatsappata» e l’altra, fanno ancora i conti con i più autentici «trilli» del cuore. In questo nuovo «Grease» diretto da Saverio Marconi tutto, a partire dalle coreografie di Gillian Bruce e dai (coloratissimi) costumi di Carla Accoramboni, è stupendamente rock: i testi dei brani tradotti in italiano da Franco Travaglio non perdono una virgola di stile e gli interpreti paiono tutt’altro che intimiditi dal confronto con i numerosi e validissimi predecessori (oltre 165 i performer che, nelle varie edizioni, si sono alternati in Italia, a partire da Gianpiero Ingrassia e Lorella Cuccarini).

Giuseppe Verzicco è tosto e spavaldo quanto basta, ma Beatrice Baldaccini nei panni della biondina con la coda di cavallo è perfetta, a partire dalle superbe esecuzioni canore. Conquista, con una grinta da manuale e due gambe da rivista, la Rizzo di Floriana Monici, mentre fra risate autentiche (senza paura di usare qualche parolaccia, quando ci vuole) e mille piroette, tutto il cast strappa applausi a profusione. Se pure in una veste rinnovata lo spettacolo scritto da Jim Jacobs e Warren Casey conserva quindi quell’allure di giocosità che la natura della storia richiede. Perché pur maggiorenne all’anagrafe, «Grease» alla fine (e per fortuna) rimane magnificamente «teen».

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