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Kelly e Gabriela sono stati uccisi a Natale

Kelly e Gabriela sono stati uccisi a Natale

29 Dicembre 2016, 04:45

Luca Pelagatti

Ancora ieri sulla finestra del club «Angelica» continuava a lampeggiare una sgargiante scritta luminosa: «Aperto». Nessuna altra insegna, nessun richiamo, solo quel cartello colorato e amaramente fuori luogo in mezzo al blu dei lampeggianti. Quelli della polizia e delle ambulanze che, nel cuore della notte, hanno portato via i corpi di Luca Manici, parmigiano quarantanovenne conosciuto in città con il nome d'arte di Kelly, e quello di Gabriela Andrea Altamirano, 45enne argentina di nascita ma residente a Salso, impiegata come barista in quel casolare che Kelly aveva trasformato in un circolo a luci rosse. Uno di quelli dove ogni notte si insegue il brivido della trasgressione e in cui, per questo, serve l'invito per entrare. L'assassino (o gli assassini), chissà come quell'invito se l'è procurato.

A lanciare l'allarme è stato, nella tarda serata di martedì, T.S., un amico di Gabriela Altamirano preoccupato dal lungo silenzio della donna. L'uomo dopo avere trovato muto per infinite volte il cellulare dell'amica ha chiesto l'intervento delle volanti della questura che hanno inviato una pattuglia in strada Angelica, una viuzza tutta curve a due passi dall'argine dell'Enza, poco lontano dal punto in cui venne ucciso il piccolo Tommaso Onofri.

E' bastata una rapida occhiata per comprendere che qualcosa di terribile era accaduto. E la notte si è riempita del suono delle sirene.

I poliziotti infatti hanno trovato i corpi di Manici, molto conosciuto negli ambienti della vita notturna cittadina, e della donna a terra. Entrambi senza vita. A constatare la morte sono stati i medici del 118 che hanno riscontrato numerose ferite di arma da taglio sul corpo di Manici mentre, più probabilmente, a causare il decesso dell'argentina sarebbe stato il soffocamento. Immediatamente è scattato il dispositivo d'emergenza: le indagini sono state affidate alla squadra Mobile e per lunghe ore l'amico della vittima, che per primo ha lanciato l'allarme, è stato ascoltato in questura. Intanto sono arrivati al locale, ricavato in un rustico restaurato e piuttosto isolato, anche gli uomini della polizia scientifica di Parma e di Bologna che si sono impegnati in quello che appare un compito difficilissimo: trovare tracce dei responsabili del delitto in un luogo frequentato da decine di persone. Un luogo dove, inutile nasconderlo, il sesso vissuto liberamente era la prassi. E dove ora isolare un indizio e una impronta sarebbe un vero colpo di fortuna.

«Io l'ultima volta che l'ho sentito è stato intorno alle 6 e mezzo del mattino del giorno di Natale -, ha raccontato un amico del travestito arrivato sul posto dopo che il passaparola sui siti web ha fatto girare la voce: «Kelly è morto». -Da allora ho chiamato molte volte senza avere risposta e ho iniziato a preoccuparmi. Così martedì sera, verso le 21, sono passato a dare una occhiata al club. Dall'esterno sembrava tutto a posto: luci spente e la sua auto era parcheggiata insieme ad un'altra vettura scura. Ho pensato di scavalcare la recinzione per controllare ma non ho avuto il coraggio. E ho sbagliato».

Sarebbe stato comunque probabilmente inutile: secondo le prime indiscrezioni la morte dei due risalirebbe ad almeno un giorno e mezzo prima del ritrovamento. E quindi al pomeriggio, o alla sera, del giorno di Natale. A confermarlo però saranno solo gli esami sui corpi che dovranno anche confermare le cause della morte e svelare se a colpire sia stato una sola persona o se ci siano segni di più mani.

Impossibile per il momento infatti fare ipotesi sull'identità degli autori del delitto. Il casolare, all'esterno, è coperto dall'occhio elettronico di almeno una telecamera ma ancora non è stato chiarito se le immagini finiscano in un impianto di registrazione. In un primo momento si era anche ipotizzato che l'assassino, consapevole di questo, possa essere fuggito portando con sè la memoria dell'impianto. Ma sarà solo il lavoro di analisi di una azienda arrivata ieri pomeriggio in strada Angelica, e specializzata in questo tipo di impianti, a togliere ogni dubbio.

Per quanto riguarda le forze dell'ordine regna la consegna del silenzio. La dinamica, l'ambiente in cui il delitto è maturato e l'intervallo di tempo intercorso tra l'omicidio e il ritrovamento dei corpi rendono questa inchiesta particolarmente difficile. E come sempre la risposta è quella più prevedibile: «Stiamo lavorando su tutte le piste possibili». Una conferma è arrivata dal fatto che il personale della Mobile e della scientifica ieri pomeriggio ha setacciato anche la zona circostante il club. Una felpa abbandonata sul bordo di un fosso è stata recuperata e analizzata con cura. La speranza, ovvia, è che i responsabili del delitto possano avere commesso un errore, avere lasciato un segno anche minimo del loro passaggio. Potrebbe essere in un'immagine ripresa da una telecamera, in un tabulato telefonico, magari persino nella cicca di una sigaretta fumata e gettata senza pensare. Ma per ora la soluzione del giallo sembra ancora lontana. Dal giorno di Natale, e da quei colpi di coltello, sono passati ormai più di tre giorni. Quella luce testarda davanti all'«Angelica Vip club» non potrà continuare a brillare a lungo.

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