Gabriele Grasselli
«Sì, io un'idea ce l'ho: la Kelly si è trovata in mezzo a un episodio che non la riguardava. Ha fatto la fine che ha fatto per caso. Ed è questo che rende ancora più inaccettabile la sua morte». Ruggero Dj - vuole farsi chiamare così e basta - conosceva Luca Manici, in arte Kelly, da una ventina d'anni, la metà di quelli che ha. Hanno lavorato insieme in molti locali, in provincia e fuori. Qui a Parma al Tube, per esempio. E al Dadaumpa. Lui alla consolle, «lei» al microfono. Serate a tutto gas. «Un gran divertimento per tutti, certo. Luca in scena ci sapeva fare, era un animatore brillante, coinvolgente, ironico. Del resto uno che si traveste ironico deve esserlo per forza...».
Ruggero, insomma, proprio non riesce a vedere la Kelly invischiata in una trama torbida, pericolosa, fatale. Perché Ruggero conosceva bene Luca. E Luca era «una persona onesta, corretta, gentile. Tutti gli volevano bene. E queste non sono le solite cose che si dicono, tengo a sottolinearlo. Rapporti di lavoro, i nostri, ma voglio che ci si ricordi di lui come di uno perbene». Luca quindi vittima di una macabra piroetta del destino, Luca testimone involontario e scomodissimo, Luca finito in pasto a un assassino che era arrivato lì, nel casolare di San Prospero, per «giustiziare» Gabriela Altamirano e che poi si è visto costretto a uccidere anche un'altra persona. Così, en passant.
E se dietro ci fossero storie di soldi prestati o da restituire? O questioni di droga...
«Posso sbagliarmi, ma io sono sicuro che queste cose non c'entrano minimamente. La droga poi... Guardi, la Kelly su questo era una vera e propria “bacchettona”: non ne concepiva l'uso, non aveva mai assunto sostanze, come me peraltro, e lo ripeteva spesso. Su questo argomento eravamo completamente d'accordo e ci stimavamo a vicenda».
Qualcuno fra i suoi conoscenti ha detto che Luca era stanco della Kelly, che voleva lasciarsi il personaggio alle spalle. A lei ha mai confidato qualcosa del genere?
«A me no. So che a un amico aveva detto che sì, in effetti a volte il suo ruolo un po' le pesava. Ma l'impressione è che fossero piccoli sfoghi passeggeri. Tant'è che lo stesso amico le aveva ribattuto “allora smettila con questa vita, volta pagina” e la Kelly gli aveva risposto “ma poi cosa faccio?”. E infatti non aveva abbandonato il suo tran tran, chiamiamolo così. Anche perché era molto decisa a lanciare il suo nuovo locale. E comunque era felice, si vedeva».
Lei è mai stato all'Angelica Vip Club?
«No, mai. A metà dicembre, l'ultima volta in cui ci siamo sentiti, mi aveva proposto una serata disco, un giovedì, ma poi non se n'era fatto niente».
Le ha parlato quindi pochissimi giorni prima del delitto. Ha notato qualcosa di insolito, una sfumatura diversa nelle parole come se qualcosa la preoccupasse?
«No. Il contrario. Ci siamo scambiati gli auguri. Era entusiasta perché l'ex fienile era stato sistemato come lo aveva immaginato».
Mistero fitto, quindi.
«Mistero fitto su chi sia l'assassino, ma non sul perché la Kelly è stata uccisa: lo ripeto, si è trovata in mezzo alla cosiddetta brutta storia. E anche gli altri amici suoi concordano. Non si può non concordare: Luca era buono, bravo. E' per questo che io non riesco ancora a credere che la sua vita sia finita così».
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