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Meningite in Toscana. E a Parma?

Meningite in Toscana. E a Parma?

29 Marzo 2019, 07:06

Patrizia Celi

Nella vicina Toscana è allarme meningite batterica. Dall’inizio del 2016 sono già 12 i casi accertati e 2 le persone morte per questa grave patologia. A Parma, tra adulti e bambini, in tutto l’anno 2015 sono stati 15 i casi di meningite batterica (e nessun paziente è deceduto). E il 2016 è iniziato senza sorprese, nonostante la vicinanza ai pericolosi focolai toscani: in un mese e mezzo si è avuto 1 solo caso di meningite batterica. Va anche ricordato che il 90 per cento circa dei nostri bimbi è vaccinato. Abbiamo chiesto a un esperto parmigiano, Carlo Calzetti, medico della struttura di Malattie infettive dell'Azienda ospedaliero universitaria di Parma, e a Icilio Dodi, infettivologo dell'Ausl, di farci il quadro della situazione nella nostra provincia.

«Quello che sta avvenendo in Toscana è fortemente anomalo. – spiega Calzetti – I focolai infatti sono molteplici e relativamente distanti tra loro. E sembrano dipendere tutti dal sottotipo 11 del meningococco C. La trasmissione di questo batterio è per contatto interumano, quindi il contagio dovrebbe viaggiare con le persone, invece vi sono dei salti tra una località e l’altra che non si riescono ancora a spiegare». La grave situazione in cui versa la zona centrale della Toscana, è iniziata nel secondo semestre del 2015 con i primi focolai di diffusione sparsi: in quei mesi hanno sviluppato la malattia 38 persone, di cui 9 sono morte per le complicazioni.

La meningite batterica. È una patologia da prendere molto sul serio.Responsabile del contagio sono i cinque sierotipi del meningococco: A, C, Y, W135 e B. «La trasmissione del batterio avviene attraverso microgoccioline di saliva – spiega l’infettivologo Icilio Dodi dell’Azienda Usl di Parma – Il germe alberga nel naso e nella faringe e da li, attraverso gli starnuti, contagia le persone intorno». La maggior parte delle persone contagiate non sviluppa patologie, ma in alcuni casi insorge una malattia generalizzata grave, che viene definita «meningite» se si localizza nel cervello o «setticemia» se coinvolge diversi organi e spesso ha un esordio tardivo, quando l’infezione è già avanzata. «Nella meningite il microrganismo dai seni paranasali, attraverso la circolazione sanguigna, arriva al cervello e si localizza nelle meningi, che sono i tessuti molto ricchi di vasi che ricoprono il cervello», spiega Dodi.

I sintomi. La meningite presenta sintomi caratteristici che la rendono riconoscibile all’occhio esperto del medico. «Nei bambini si nota uno stato di malessere generale e di abbattimento, accompagnato da febbre, fotofobia, spesso vomito e rigidità nucale – sottolinea l’infettivologo – Il bambino con meningite è insomma molto sofferente e non interagisce con l’ambiente che lo circonda; ma questa condizione può essere sfumata quando è molto piccolo». «Negli adulti invece il caso più emblematico è la rigidità nucale e lo stato confusionale, con capogiri».

Profilassi. Quando il medico riscontra un caso di meningite batterica segnala il paziente all’Azienda Usl che provvede ad effettuare una «profilassi di comunità», cioè a somministrare una terapia antibiotica preventiva alle persone che sono state a stretto contatto con il malato. Questo per impedire che il germe possa provocare nei possibili contagiati, entro 72 ore, gli stessi sintomi.

IL MEDICO DELL'AUSL

La vaccinazione antimeningococco è ancora l’arma più valida per arginare la diffusione di questa grave malattia. I più colpiti dall’epidemia in corso in Toscana sono infatti gli adulti e gli anziani perché non coperti dalla vaccinazione che viene fornita gratuitamente ai bambini dal 2005, come anche in Emilia Romagna. «Dallo scorso anno, poi, la vaccinazione nei due territori è quadrivalente, cioè copre non solo il meningococco di ceppo C ma anche quelli A, W e Y, fornendo ulteriore protezione - spiega Icilio Dodi, medico del dipartimento Cure primarie dell’Azienda Usl di Parma -. E dal 2015 è stato introdotto il richiamo dopo dieci anni dalla prima dose, perché studi scientifici hanno dimostrato una maggiore copertura».

Per la sua importanza strategica, ora nel centro della Toscana il vaccino viene offerto in forma gratuita a tutti i cittadini e con ticket ridotto a chi vive in altre zone della regione. A Parma la percentuale di bambini vaccinati sfiora il 90%, anche se negli ultimi anni si è registrato un calo di circa il 2%. «Nei nostri ambulatori si presentano per il secondo richiamo anche molti studenti in procinto di partire per soggiorni di studio all’estero - spiega Dodi -. La vaccinazione quadrivalente è infatti richiesta all’atto di iscrizione in un college, ad esempio negli Stati Uniti».

E sempre negli Stati Uniti la popolazione con più di 55 anni viene vaccinata a tappeto, con campagne simili a quelle che vengono fatte in Italia per il virus antinfluenzale, quindi con particolare attenzione ai più anziani, ai malati cronici e alle persone con particolari fragilità. «La vaccinazione antimeningococco è tra quelle meglio tollerate - conclude Dodi -: non sono registrati effetti collaterali tranne, raramente, un po’ di febbre e intorpidimento della zona locale in cui avviene l’iniezione».

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