Lo hanno cercato in tanti, i famigliari, è ovvio, ma anche i vicini e i tanti conoscenti. E fino all'ultimo, fino alla serata di sabato, tutti hanno sperato di ritrovarlo in vita, di poterlo riaccompagnare alla sua casa, nella sua azienda di Enzano. L'azienda che era la sua creatura e il suo grande orgoglio.
«Invece, purtroppo, quando è stato trovato, accanto al trattore rovesciato nell'Enza non c'è stato nulla da fare - spiega il sindaco di Sorbolo, Nicola Cesari, a sua volta accorso per le ricerche. - Ma la prova di quanto tutti fossero affezionati a Giampaolo Cugini è che alcuni, senza perdere un istante, si sono buttati nell'acqua sperando di poterlo aiutare, di poterlo salvare».
Non è però andata così. E per l'agricoltore settantaquattrenne non c'è stato nulla da fare. Troppo gravi i traumi riportati quando il suo mezzo agricolo si è ribaltato travolgendolo. E le speranze di tutti si sono trasformate in disperazione.
Cugini, nonostante l'età avanzata, nel pomeriggio di sabato era andato come sempre a lavorare nei campi di circa 300 biolche della sua grande azienda che aveva fatto crescere e che gestiva con passione insieme al figlio Andrea. Poi, verso sera, probabilmente mentre stava rientrando, deve essere accaduto qualcosa e ha perso il controllo del trattore. Finendo oltre l'argine.
Cugini era nato tra Sorbolo e Chiozzola nel 1942 ma fino da bambino si era trasferito ad Enzano dove si trova l'azienda agricola della sua famiglia. Insieme al padre aveva fatto crescere in particolare l'attività di allevamento fino all'inizio degli anni '80 quando la sua passione per gli animali da latte lo aveva spinto al vero salto di qualità. Non senza sforzi aveva costruito una delle prime stalle a stabulazione libera e ben presto gli animali erano cresciuti da una quarantina sino a duecento.
«Mio padre era un allevatore e ha dedicato tutta la sua vita al suo lavoro. Sino alla morte», sottolinea con la voce scossa il figlio Andrea. Una passione per il lavoro che condivideva con la famiglia e che nel tempo gli aveva permesso di rendere la propria azienda un punto di riferimento nella zona.
«Mio padre era fatto così. Per lui non era importante apparire, non amava l'immagine delle cose. Preferiva la sostanza, la concretezza. Per lui apparire serio e affidabile era la cosa più importante. E anche oggi, nel giorno del dolore più grande, non posso che ringraziarlo per avermi trasmesso questi valori e questa passione» ricorda il figlio che con la sorella Elisa si è stretto alla mamma Franca che fino a non molto tempo fa aveva dato il proprio contributo al lavoro dell'azienda mentre ora si era ritirata gestire la casa.
«La famiglia era la forza di mio padre: i suoi tanti sacrifici sono sempre stati rivolti a questo, a dare il meglio a noi, alla sua famiglia. E per lui il lavoro e la fatica quotidiana erano la norma».
Fino alla serata maledetta di sabato quando in casa, non vedendolo tornare al tramonto, si sono tutti preoccupati. Prima i famigliari sono corsi nei campi dove Giampaolo avrebbe dovuto lavorare in quel pomeriggio. Poi, ormai consapevoli che qualcosa doveva essere successo, hanno freneticamente setacciato argine e strade. Fino alla tragica scoperta.
La notizia della scomparsa di Cugini, come detto, si è subito diffusa nella zona di Sorbolo e unanime è stato il cordoglio dei tanti che lo hanno conosciuto e che sicuramente vorranno fare sentire la propria vicinanza durante le esequie la cui data, però, deve ancora essere fissata.r.c.
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