Georgia Azzali
Un odore acre. Persistente. L'aveva avvertito, quel 10 settembre, appena era entrato in casa, il fratello di Elisa Pavarani. E poi quella sensazione di pizzicore quando ha accarezzato il volto della sorella, distesa all'uscita del bagno, massacrata di coltellate dal fidanzato Luigi Colla e coperta da un lenzuolo. Un'esalazione fastidiosa avvertita anche da uno dei soccorritori del 118. Tanto è vero che immediatamente parte la chiamata ai vigili del fuoco per il timore di una fuga di gas. Ma non ci sono rischi di quel tipo nel palazzo di largo Carli: ai pompieri basta poco per verificarlo. Perché quell'odore urticante è molto probabilmente dovuto ad altro: a una bomboletta spray al peperoncino, che poi verrà trovata in casa.
E' il nuovo scenario su cui stanno lavorando gli investigatori, coordinati dal pm Umberto Ausiello. Fin da subito, come dimostra la richiesta di convalida del fermo di Colla, quell'odore urticante avvertito nitidamente sia dal fratello di Elisa che da un soccorritore, attira l'attenzione degli investigatori. E il ritrovamento di quella bomboletta fa scattare una serie di interrogativi. Uno spray, in vendita legalmente dal 2011 come strumento di autodifesa, e che si può acquistare anche su internet: il principio attivo, la capsaicina, provoca infiammazione e agisce in particolare sugli occhi e sulle mucose. Se viene spruzzato sul volto, provoca bruciore, tosse, cecità immediata e poi lacrimazione prolungata. Effetti che possono durare una decina di minuti: insomma, il tempo sufficiente, per darsi alla fuga in caso di incontri sgraditi. Oppure, per essere resi inoffensivi prima di un'aggressione.
Quel pomeriggio Colla potrebbe aver stordito Elisa, 39 anni, con lo spray per poi colpirla con quella serie di fendenti. Solo un'ipotesi, per ora. Ma è una strada che si sta tentando di percorrere. Anche perché c'è un altro tassello che potrebbe far pensare a questa tesi: fin dal primo sopralluogo, quel sabato pomeriggio, non sono stati rilevati segni di difesa sulle mani e sulle braccia di Elisa. Nessun taglio o abrasione che potesse far ipotizzare il tentativo della donna di proteggersi. E tutto ciò è quantomeno anomalo: come mai Elisa non si sarebbe difesa? Forse perché era stata accecata e semisoffocata da quello spray?
Domande che potranno trovare una risposta quando sarà depositata la relazione autoptica, ammesso che si possano trovare tracce di quella sostanza urticante. Ma soprattutto sarà fondamentale accertare se sulla bomboletta ci sono impronte di Colla, 42 anni. E il passo ulteriore sarà quello di tentare di capire se quello spray era stato acquistato dall'uomo nei giorni precedenti all'omicidio. Certo, anche Elisa avrebbe potuto comprarlo, forse proprio per paura di quell'ex (e magari senza farne parola a familiari e amici), ma anche in questo caso non si comprenderebbe l'assenza di segni di difesa sul suo corpo. Inoltre, se è vero che l'aggressione è avvenuta dopo un violento litigio (con un coltello che Colla ha preso dalla sua cucina), perché il corpo di Elisa è stato trovato all'uscita del bagno? Ha spostato il corpo, oppure la ricostruzione dell'omicidio è diversa da quella che finora ha fornito Colla?
E' chiaro che se gli investigatori riuscissero a provare che l'uomo ha acquistato lo spray prima dell'omicidio (e trovassero anche le sue impronte sulla bomboletta), la tesi del delitto d'impeto potrebbe vacillare. E se poi emergessero altri riscontri sulla possibilità che l'uomo stesse meditando da giorni il delitto, l'ipotesi della premeditazione potrebbe prendere corpo. Un'aggravante che potrebbe costare l'ergastolo a Colla, a cui finora però è contestato «solo» l'omicidio volontario. Ma i familiari di Elisa non hanno dubbi: «In base agli elementi di cui siamo a conoscenza, non crediamo affatto al delitto d'impeto e speriamo si possa fare chiarezza su ciò che è accaduto».
Ci sono ancora diverse tessere da incastrare per poter costruire l'ipotesi di un omicidio programmato. E forse studiato in ogni dettaglio. Ma l'uso di quello spray al peperoncino potrebbe non essere solo una suggestione. «E' un aspetto di cui ho parlato con Colla e posso dire che faremo dichiarazioni esaustive in questo senso al termine dei vari accertamenti ancora in corso - spiega il difensore, Carlo Amadini -. Vorrei solo aggiungere che mi sembra strano che un uomo che ha premeditato l'omicidio si presenti rasato e in ordine: ciò mi fa piuttosto pensare, come ha raccontato Colla, a un incontro per tentare una riappacificazione».
Che non ci sarà mai. Solo brutalità. Poi la breve fuga dell'assassino. Dopo aver chiuso a più mandate la porta di casa.
© Riproduzione riservata
Contenuto sponsorizzato da BCC Rivarolo Mantovano
Gazzetta di Parma Srl - P.I. 02361510346 - Codice SDI: M5UXCR1
© Gazzetta di Parma - Riproduzione riservata