Mara Varoli
Gli bastava uno sguardo, una parola, ma anche una banale stretta di mano per capire quale malanno affaticava il suo paziente. Gian Battista Banchini era un medico di famiglia vecchio stampo, con una capacità di analisi che anticipava gli esami di laboratorio. E la diagnosi non sbagliava. Banchini se ne è andato a 77 anni, dopo una vita dedicata al lavoro, nello studio di strada Ospizi Civili prima e poi nello studio Galeno di via Musini e quindi di via Pintor. Lavoro e famiglia, con tutto l'orgoglio del padre fiero dei propri figli. Nato a Parma il 24 febbraio nel 1940, dopo aver frequentato il liceo classico Maria Luigia si è laureato in Medicina e chirurgia all'Università di Parma nel 1965, per poi specializzarsi in Medicina generale. Da quel momento, Banchini si è dedicato al lavoro con passione e professionalità, ma soprattutto con una cura familiare per i suoi pazienti. Preparato in un tempo in cui il «dottore» non trascurava il linguaggio dei segni del corpo, Banchini era infatti conosciuto e stimato per essere un ottimo diagnosta. Nel 2015 aveva ricevuto la medaglia d'oro per i 50 di iscrizione all'Ordine dei Medici. Durante il servizio militare aveva indossato la divisa dell'ufficiale medico nel corpo degli Alpini. Ed è stato proprio durante quel periodo che Banchini ha conosciuto a Treviso la futura moglie Paola. Affezionato allievo del professor Falzoi nella prima divisione medica dell'Ospedale Maggiore, è successivamente divenuto medico di famiglia in convenzione prestando per un periodo servizio anche al pronto soccorso. Molto attivo nella sezione Alpini di Parma, è stato uno dei principali organizzatori dell'Adunata nazionale a Parma nel 2005: «Era un grande collezionista dei cimeli della Grande Guerra - ricorda la figlia Francesca -. Nelle ultime intenzioni c'era anche quella di donare la sua collezione alla sezione alpini di Parma. Amava molto la montagna e ripercorrere con la famiglia i luoghi della guerra, dal Pasubio al Piave. Amava la storia del Novecento e degli scontri bellici, di cui era un profondo conoscitore, senza dimenticare la sua passione per la Grecia antica». Un uomo simpatico, di compagnia, curioso: giovane nell'animo e mai fermo, tant'è che quando è andato in pensione nel 2010 è partito in missione sanitaria volontaria in Congo, con l'associazione «Carlo Malchiodi» assieme al fratello Ennio, già primario di Chirurgia a Piacenza, il figlio Enrico, anestesista, e la nipote Silvia, chirurgo. Un padre molto presente, di una disciplina rigorosa e nel tempo soddisfatto per i traguardi raggiunti dai figli, che lui ha sempre seguito passo dopo passo, da quanto ancora piccoli li invitava a recitare quelle poesie di Carducci che aveva nel cuore. Oltre alla moglie Paola, Gian Battista Banchini lascia nel dolore il figlio Enrico, medico anestesista rianimatore, Francesca, avvocato, e Filippo, medico chirurgo; oltre ai fratelli Claudia, Ennio, Alberto e Mario, con le loro famiglie.
I funerali avranno luogo domani alle 9.30 nella chiesa di San Lazzaro. Il rosario sarà recitato questa sera alle 21 nella stessa chiesa. La camera ardente è allestita nella sala del commiato di viale Villetta.
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