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Doppia marcia sul Po, arrivano i carabinieri

Doppia marcia sul Po, arrivano i carabinieri

06 Novembre 2017, 10:48

Cristian Calestani

Il grido «Vogliamo il ponte», con ritmo scandito dai fischietti, e poi due striscioni con slogan chiari: «Non dire, fare!!!» e «Stato di emergenza». Questi i messaggi lanciati ieri dalla manifestazione spontanea, e non autorizzata dalle autorità, organizzata da un gruppo di cittadini di Casalmaggiore e Colorno. Il grosso della protesta è andato in scena sulla sponda casalasca dove circa cinquanta persone, nonostante la pioggia incessante, si sono radunate poco dopo le 10 per chiedere interventi tempestivi per risolvere i problemi derivanti dalla chiusura del viadotto tra Colorno e Casalmaggiore.

L’obiettivo iniziale – secondo quanto diffuso da un messaggio girato per lo più su WhatsApp e in gruppi privati, evitando l’eccessiva visibilità pubblica sui social – era quello di organizzare una doppia manifestazione con un gruppo in partenza da Casalmaggiore ed un altro da Colorno che si sarebbero poi dovuti incontrare a metà ponte. Ma già intorno alle 9 ieri mattina le rampe di accesso al viadotto, sia nel Parmense che nel Cremonese, hanno visto la presenza delle forze dell’ordine che hanno impedito, in un contesto sempre disteso e collaborativo, l’accesso al manufatto per il quale vige il divieto di transito anche per pedoni e ciclisti, anche se durante la settimana sono diverse le persone che percorrono ugualmente il ponte con la bici e qualcuno anche con il motorino.

Sul lato casalasco i manifestanti si sono radunati intorno alle 10.10. Hanno chiesto ai carabinieri e alla polizia locale di poter raggiungere la sponda parmense, ma di fronte al rifiuto delle forze dell’ordine si sono accontentati di compiere una «passeggiata di protesta» nei circa 100 metri di ponte compresi tra i due ordini di barriere che bloccano il traffico. Tra i manifestanti erano presenti anche i consiglieri comunali casalaschi Pierluigi Pasotto e Calogero Tascarella, del gruppo Casalmaggiore la nostra casa, e la sindacalista della Cgil Monica Vangi che ha espresso tutta la preoccupazione per le conseguenze lavorative derivanti dalla chiusura prolungata del ponte. Presente anche il segretario del comitato Trenopontetangenziale Stefano Prandini ed esponenti del Movimento Cinque Stelle casalasco.

Il tutto è andato avanti sino alle 10.45, orario in cui il sit in di protesta si è concluso. Situazione ancor più tranquilla sulla sponda colornese con un più modesto gruppo di persone.

L’assenza di un’autorizzazione, dopo un dialogo con i carabinieri della caserma di Colorno affiancati dagli agenti della polizia municipale dell’Unione Bassa Est Parmense, ha di fatto sospeso qualsiasi tipo di protesta con l’impegno da parte degli organizzatori a seguire in futuro l’iter normativo necessario per far sentire la propria voce alle istituzioni.

Nato un nuovo comitato

È nato un nuovo comitato. Si chiama «Ponte provvisorio sul Po» e ha l’obiettivo di sostenere la proposta del consigliere comunale di Casalmaggiore Orlando Ferroni che ha commissionato alla multinazionale olandese Janson Bridging un progetto per la realizzazione di un ponte provvisorio in acciaio che, secondo quanto dichiarato da Ferroni sulla base dei rilievi tecnici, sarebbe realizzabile in sei mesi con un costo tra i 10 e i 15 milioni di euro.

In prima fila nel promuovere il comitato c’è l'abitante di Mezzano Superiore Nadia Bergamin che lavora al Mercatopoli di Casalmaggiore. Con lei anche Sabrina Cassio, Laura Accomando, Sonia Maffezzoli ed Anita Assandri, tutte residenti nel casalasco e con attività lavorativa legata al Parmense. E' stata costituita anche la pagina Facebook «Ponte provvisorio sul Po».

«Ho seguito tutti gli incontri pubblici che si sono tenuti – spiega Nadia – e anche la genesi del comitato Trenopontetangenziale, annunciato come realtà apolitica e apartitica. In realtà andando poi a leggere i nomi dei componenti ho scoperto che quasi tutti sono consiglieri comunali o comunque persone impegnate in politica. Da qui l’idea di costituire un nuovo comitato che ha come principale obiettivo quello di sostenere la proposta di Ferroni, l’unico che in due mesi ha fatto una proposta concreta e realizzabile. Quello che tanti politici non hanno ancora capito è che Casalmaggiore e la Bassa Parmense sono territori in forte simbiosi. Da qui la nostra richiesta per un ponte provvisorio subito. Chiediamo sia riconosciuto lo stato di calamità naturale, che sia concesso un aiuto in termini di riduzione della pressione fiscale per cittadini ed aziende e poi ancora vogliamo che sia denunciato chi, negli anni, non ha controllato il ponte».

c.cal.

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