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Droga, eroinomani già a 12 anni

18 Febbraio 2017, 10:06

Chiara Pozzati

Un fiume di droga. Circa 25 chili solo nel 2016, due al mese su per giù. Ecco i sequestri frutto del lavoro della Squadra Mobile, impegnata in quella lotta senza tregua per arginare il fenomeno. Si riaccendono le spie rosse sull’eroina che torna prepotentemente sulla piazza, ma rimangono re e regina anche fumo (hashish e marijuana) e cocaina. Proprio ieri la quarta sezione di borgo della Posta ha fatto scattare le manette ai polsi di un albanese, pizzicato con 75 grammi di coca purissima. Oggi verrà processato per direttissima. E’ un pony express della bamba, di quelli che fanno cessioni a random anche in un pomeriggio. Ma in città ci sono anche gli «ovulatori» nigeriani, come dimostra la giovane 27enne, pizzicata in Stazione, che «custodiva» in pancia 108 ovuli. Ovvero un chilo e 250 grammi di polvere bianca. Una quantità impressionante che avrebbe potuto esploderle dentro. Ma ci sono anche grossisti/fornitori albanesi che viaggiano a bordo di utilitarie stracariche di roba. E dalle indagini trapela il respiro affannato della Parma che brucia quintali di stupefacenti, ma che è anche un hub di fatto. Già, perché non di rado gli investigatori, guidati dal dirigente Cosimo Romano, intercettano partite indirizzate al resto del Nord Italia. Il ritratto di questa città perennemente in cerca di sballo si ritrova nelle statistiche, ma così pure la speranza. Perché se c’è chi consuma, c’è anche chi ogni giorno si dà da fare per toglierla dalle nostre strade. E l’impegno della Polizia di Stato, fra le inchieste silenziose e le operazioni ben visibili in divisa, ha portato a 80 arresti per droga l’anno scorso. Ma andiamo con ordine. «Nel 2016 la Squadra mobile ha sequestrato oltre sei chili di eroina, oltre 4 di cocaina, 6 chili di hashish e oltre otto di marijuana – chiosa il dirigente della Mobile -. E gli arresti, frutto di pazienti indagini, sono 50. A questo, è doveroso aggiungere quelli che vengono effettuati dagli uomini delle Volanti nell’ambito dello spaccio al minuto». Ma si riscontra il ritorno all’eroina? «Sì, senz’altro è un fenomeno su cui ci stiamo concentrando». Ecco il ritratto dell’altra Parma, quello che emerge dai verbali di indagini complesse, spesso in salita, che vedono in prima linea gli uomini di Romano. «Lo spaccio al minuto è ancora largamente gestito da stranieri, parliamo soprattutto di nigeriani e magrebini», riavvolge il filo il dirigente. Le ombre che vediamo saettare in bici su e giù per San Leonardo e piazzale della Pace, per intenderci. Ma ecco come cambiano canali e modus operandi. «I cosiddetti “ovulatori” o corrieri sono soprattutto nigeriani e sudamericani. I primi ingoiano eroina e cocaina e il canale di approvvigionamento è quello che passa attraverso il Nord-Europa. I secondi trasportano in pancia quasi esclusivamente cocaina e il canale è quello spagnolo». E non è finita: «C’è poi la rotta dell’Est Europa, gestita dagli albanesi. Quest’ultimi optano per un trasporto più “canonico”: cioè utilizzano le vetture». Che poi vengono fermate e rivoltate come calzini dai poliziotti dell’antidroga. Certo è che lo spaccio di piazza cambia. Sempre più accorto: i pusher tengono addosso quantità minime, in San Leo e piazza della Pace molto spesso sono minorenni, impiegati dagli adulti per via delle più blande conseguenze giudiziarie. E così gli agenti della mobile, «uomini che ogni giorno sono sempre e soltanto in strada devono seguire l’evoluzione del mercato, aggiornare le tecniche, cambiare strategie – spiega Romano -. Gli strumenti tecnici sono sicuramente preziosi, ma senza il loro impegno e la conoscenza del territorio non basterebbero». In questi primi due mesi dell’anno l’antidroga ha già sequestrato 200 grammi di eroina e altri 700 di coca. Oltre al giovane albanese di ieri, le manette sono scattate ai polsi di altri 8 spacciatori. Tutti con discrete quantità, tutti con un telefono per «lavoro» e tutti parte di quella rete che si cerca di smantellare giorno dopo giorno.

I nuovi eroinomani

La paura del buco? «Purtroppo è superata: oggi l’eroina si fuma». Low cost, facile da reperire e dilagante anche tra i giovanissimi. «Esiste una minoranza di preadolescenti che ne fa uso già a 12, 13 anni. Il problema è che spopola fra i ragazzi che vanno in discoteca, l’età oscilla fra i 14 e i 18. La utilizzano per calmarsi, anestetizzare l’effetto eccitante provocato da cocaina e metanfetamine». A fare il quadro è Maria Antonioni, dirigente del Sert, insieme alla collaboratrice dell’Osservatorio epidemiologico, Eleonora Gravino. Ma chi sono i neoschiavi dell’eroina? «La maggior parte italiani e persone comuni. Il consumo è più discreto, ma insidioso». Studenti, d’accordo. Ma anche liberi professionisti, casalinghe, impiegati. «La maggior parte dei nostri pazienti ha un lavoro a cui tiene particolarmente, una vita apparentemente normale». Dimentichiamoci per carità lo stereotipo del tossico anni ‘80, macilento e coi denti consumati. Accantoniamo anche la siringa, il limone e il cucchiaino, fotografia sbiadita di un’epoca finita. Oggi chi fuma eroina lo fa con discrezione e purtroppo cadendo nel cosiddetto poli-abuso. Cioè mischiandola pesantemente con altre sostanze. Innanzitutto alcol ma anche altre droghe. Ecco l’identikit di chi gravità attorno all’avamposto di speranza di strada dei Mercati. «Il 90% dei nostri pazienti è italiano, l’eroina rimane disgraziatamente un “must”, ma anche cocaina e cannabis vanno per la maggiore». Vale la pena spulciare fra i dati per mettere a fuoco questo fenomeno. Negli ultimi due anni sono 2142 le persone che hanno chiesto aiuto, affidandosi al Sert. Di queste la stragrande maggioranza – parliamo di 1146 – per uscire dal tunnel della dipendenza da stupefacenti. C’è poi chi è affondato nell’alcol – 576 utenti -, chi lotta contro la dipendenza da gioco (96 persone) e da sesso (24 persone). La cronaca lo mostra quotidianamente: se l’offerta di droga arriva soprattutto da stranieri, la domanda è quasi tutta nostrana. «I nostri pazienti sono soprattutto parmigiani, la fascia d’età più rappresentativa è quella che oscilla fra i 33 e i 39 anni», conferma la dirigente Ausl. E, giusto per sfatare qualche altro mito, «a chiedere aiuto fra chi arriva da lontano non sono gli spacciatori al minuto, che possiamo notare agli angoli delle strade. Si tratta perlopiù di persone che vivono nel nostro territorio da anni e scivolate nel baratro». E si scoprono le debolezze di tutto il mondo. Per esempio delle ragazze tra i 22 e i 35 anni, dell’Est Europa che finiscono nel tunnel cocaina-alcol. Dei magrebini fra i 24 e i 35 anni che cadono nel mix micidiale cannabis-eroina-cocaina. E ancora degli iracheni e afgani, tutti regolari e con un’occupazione fissa, che fanno i conti con il «bisogno» di oppiacei. Ma c’è anche un’altra sfumatura inquietante che è quella che riguarda l’abuso di shaboo «anfetamine potentissime e micidiali, di cui fanno abuso alcuni nostri pazienti filippini». Sul capitolo giovanissimi la Antonioni, tiene però a mettere in luce due aspetti. Il primo: «Non esistono droghe e leggere e droghe pesanti». Il secondo - che ha più il sapore di un appello - «Sono convinta che la società tutta possa intervenire sulle vulnerabilità dei ragazzi più fragili. Dare degli obiettivi, aiutare i giovani a volare alto, a ragionare con positività sono strumenti preziosi e di cui i ragazzi sentono la necessità». Ch.Poz.

Problema sociale

«La droga? Sembra non essere più una problematica d’interesse sociale. Si tende ormai a delegare alle forze dell’ordine, alle norme, alle leggi l’intervento in caso di abuso o commercio. Ma occorre che la città torni ad essere un luogo dove giovani e adulti, insieme, esercitino passioni e interessi. Tutto all’interno dell’universo sociale, civile ed economico del nostro territorio. I ragazzi devono tornare ad essere protagonisti e la battaglia deve diventare comune». A dare la «sveglia» con parole semplici è don Luigi Valentini, vicario generale della Diocesi, che a Marore ha dato vita a un vero e proprio avamposto di speranza. Le parole chiave oltre a «unità, per accorciare le distanze generazionali», rimangono anche «investimento». Già, perché secondo il religioso è «anche e soprattutto investendo nei servizi pubblici e privati, e mi riferisco ai centri d’accoglienza, al Sert, alle forze dell’ordine stesse, che si possono trovare strumenti veri per sconfiggere il fenomeno della dipendenza». E non lo stupisce ciò che la cronaca quotidiana ci racconta ultimamente. Il ritorno all’eroina, anche fra i giovanissimi. «Per molti di noi del settore non è una novità – va al sodo con garbo –. E’ da tempo che lo segnaliamo, ma non è mai stato preso in considerazione, fino a che non ha assunto le proporzioni di una problematica sociale che di fatto sta investendo sempre più persone». E aggiunge: «Purtroppo la tematica di chi ogni giorno ne fa uso, sembra non avere le connotazioni di una problematica. Tanto che anche il discorso degli assuntori sempre più giovani sembra essere superato. Inserito nel contesto più ampio che ruota attorno al vasto mercato dei consumatori, senza età». E, secondo don Valentini, è proprio in questo contesto, «all’interno di questo tessuto sociale malandato e diviso», che si accentua il problema. «Le generazioni si vanno sempre più allontanando, tutto questo a discapito delle nuove generazioni. Troppo spesso accantonate, isolate e considerate sempre meno protagoniste. Credo sia una forma di ingiustizia nei loro confronti». Ma il vicario accende anche i riflettori sull’integrazione. «In diverse occasioni, i temi della convivenza e dell’integrazione razziale danno origine a un “tavolo di conflitto” fondato su posizioni ideologiche errate. Posizioni tese ad esasperare il fenomeno immigratorio come causa di malessere diffuso. Credo sia essenziale che il nostro territorio torni ad essere più accogliente, in grado di ascoltare i bisogni e le aspettative. Dove il mondo degli adulti possa realmente confrontarsi con le aspirazioni dei giovani e misurarsi con le loro fragilità. Solo così troverà il sostegno dei giovani nel costruire la città di domani. Una città in cui la droga si combatte insieme e nei confronti delle altre culture si esprime solidarietà, se non altro come rispetto del grande dolore che si porta dentro chi arriva da lontano». Ch. Poz.

L'arresto di ieri

Michele Ceparano

Continua l'attività dei carabinieri della provincia di Parma nella lotta contro le sostanze stupefacenti.

Anche giovedì i militari hanno arrestato una persona, durante un controllo sulle strade cittadine.

L'ennesima storia di un arresto per droga inizia su una strada parmigiana.

In via del Taglio infatti i carabinieri eseguono uno dei tanti controlli. Per i militari quello che gli altri definiscono «controllo di routine» è invece un obbligo e spesso proprio da lì partono delle indagini.

A un certo punto infatti i carabinieri fermano un'automobile al cui volante c'è D. F., trent'anni, che è residente a Langhirano.

Dal suo atteggiamento e dai suoi gesti i militari capiscono immediatamente che in quel comportamento c'è qualcosa che non va.

Il trentenne infatti è piuttosto nervoso e mostra segni di insofferenza verso i carabinieri che stanno effettuando il controllo.

Il suo modo di fare insospettisce dunque sempre di più gli uomini dell'Arma.

A questo punto, perciò, i militari passano a perquisire l'automobile del trentenne e quelli che fino a pochi minuti prima erano solamente dei sospetti trovano un fondamento.

All'interno dell'automobile del langhiranese infatti i carabinieri trovano della droga. E, in particolare, dell'eroina. Già divisa in dosi.

Durante la perquisizione nell'abitacolo infatti spuntano ventiquattro grammi di eroina suddivisa in sedici dosi. Merce pronta per essere smerciata probabilmente nella zona di Parma.

I militari, finito con l'automobile del trentenne, provvedono successivamente a perquisire la sua abitazione di Langhirano, e anche qui trovano eroina: questa volta, però, in casa sua ci sono solamente due dosi.

All'interno dell'abitazione ci sono anche tre fucili da caccia che il trentenne detiene in maniera regolare. I militari sequestrano all'uomo anche le armi. In casi come questo, infatti, anche se le armi sono regolarmente detenute, scatta comunque il sequestro di eventuali fucili o pistole trovate.

Sempre nella giornata di giovedì per il trentenne preso con la droga nell'automobile la procura convalida l'arresto e per lui scatta l'obbligo di dimora nel paese di residenza.

Hashish a 2 euro

Sempre giovedì c'è stato un altro arresto per droga da parte dei carabinieri di Parma in cui è emerso che ormai l'hashish si spaccia addirittura a due euro la dose. A mettere le manette a un uomo in piazza della Pace sono stati i militari delle stazioni di Parma Oltretorrente e di Parma Centro. Una zona, quella di piazza della Pace, dove non è la prima volta che avvengono arresti per droga e che le forze dell'ordine monitorano costantemente. In questo caso a finire nella rete dei militari è stato uno spacciatore senegalese di trentadue anni. Nel corso della perlustrazione gli uomini dell'Arma lo avevano visto cedere a due giovani parmigiani qualcosa di sospetto. Interrogati dai militari i due confermavano ciò che avevano ricevuto dal pusher: uno aveva infatti acquistato la «classica» dose da un grammo di marijuana per la somma di dieci euro mentre un altro ne aveva comprata una di hashish spendendo appena due euro. I carabinieri hanno perciò fermato il senegalese che all'inizio ha opposto resistenza. Sono poi riusciti a perquisirlo trovandogli addosso quattro grammi di marijuana. Anche ieri i carabinieri hanno continuato a effettuare controlli in piazza della Pace. M.Cep.

I precedenti

4 gennaio - L'hashish nel dizionario

Universitario 22enne di Monticelli dalla doppia vita: nel vocabolario aveva nascosto 240 grammi di «fumo». Nella sua stanza recuperati 1.300 euro e un bilancino. Arrestato. Era stato notato uno strano viavai in casa sua.

11 gennaio - Sei ovuli nella pancia

La Polfer arresta un 41enne nigeriano: in tasca il «fattorino» ha 1.870 euro, dentro di sè 64 grammi di cocaina.

13 gennaio - Coca a domicilio come la pizza

Sgominata una banda di nigeriani «a gestione familiare»: smercio per 50mila euro. Tra l'ordine telefonico e la consegna al massimo 15 minuti.

25 gennaio - Il pusher con 70 cellulari

Telefonini usa e getta per «lavorare» senza farsi rintracciare. Fermato dopo un inseguimento nella zona di via La Spezia.

4 febbraio - Marijuana via Whatsapp

Arrestati due 16enni, spacciavano davanti al Toschi: a inchiodarli le testimonianze dei coetanei. Prezzi modici: una dose 5 euro. I carabinieri avvertiti dall'istituto.

7 febbraio - La mamma e il preside

Lo sfogo di una madre: «Un compagno di mio figlio spaccia. Ma il preside mi ha detto : “Non è affar mio, la scuola non può fare nulla”».

17 febbraio - Lo spaccio dai domiciliari

Operazione Broker: nei guai Sebastiano Di Natale che gestiva il traffico in Oltretorrente, e i suoi fornitori. Sette arresti. Sequestrati 10 chili di droga. Le telefonate «in codice» con i clienti: «Maria è in casa?».

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