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Edoardo Bennato: «Sono sia Peter Pan che Capitan Uncino»

20 Gennaio 2017, 10:03

Mara Pedrabissi

In viaggio verso l'isola che non c'è. Dove trovarla? Per due serate, martedì 7 e mercoledì 8 febbraio, sarà sulla rotta del Teatro Regio.

Il cartellone della rassegna formato famiglia «Tutti a Teatro», direzione artistica Marcello Fava, propone una doppia recita del musical tratto dal romanzo di J. M. Barrie che ha fatto volare generazioni di ragazzi: l'energico Peter Pan, il terribile Capitan Uncino con il fedele Spugna, i bambini sperduti e la "sorprendente" fatina Trilli... Tutti personaggi che animano lo show dal vivo, sulla colonna sonora di Edoardo Bennato: «Il rock di Capitan Uncino», «Viva la mamma», «L’isola che non c’è» - dall'album «Sono solo canzonette» - oltre a qualche inedito («Che paura che fa Capitan Uncino»). Con il rocker partenopeo ci siamo scambiati via mail alcune domande e risposte. Eccole.

«Peter Pan» il musical ha spento dieci candeline. Uno spettacolo che è diventato un «classico». Quali le caratteristiche vincenti?

«Le caratteristiche vincenti, a mio avviso, detta in maniera forse immodesta, sono le mie canzoni, oltre che l'indiscussa bravura del regista Maurizio Colombi».

Come le è arrivata la proposta per questo lavoro? Come è nato il progetto?

«Quando composi l'album "Sono solo canzonette" lo avevo già concepito come un musical. Ho dovuto attendere anni prima di vedere questo sogno realizzarsi. In Italia, a parte i classici di Garinei e Giovannini, i musical fino almeno agli anni '90, non avevano un grande seguito».

La tournée 2017 in cosa vede rinnovato lo show? Ha aggiunto nuove canzoni?

«Nella sostanza la storia resta la stessa, come anche le scenografie che non possono prescindere da essa. Diverso è il cast, secondo me eccezionale. Le "canzonette" ormai, sono dei classici che il pubblico dimostra di apprezzare».

Il personaggio di Peter Pan l'aveva "stregata" in tempi non sospetti: il concept album «Sono solo canzonette» è del 1980. In cosa sente di somigliare a Peter Pan?

«Che domanda è questa? Sono io Peter Pan e, detto tra noi, sono anche Capitan Uncino! Il tempo non conta e, soprattutto, non vincerà mai!».

C'è chi ha visto nel «rock di Capitan Uncino» un'allusione politica. E' così?

«Alla fine degli anni '70, quelli passati alla storia come gli anni di piombo, si fece strada l'idea del grande, vecchio, manovratore occulto. Quello, per intenderci, che gestiva, pur facendo parte del potere, l'eversione in Italia. Chi meglio di Capitan Uncino poteva rappresentare questo personaggio?»

Oggi chi sono Peter Pan e Capitan Uncino?

«Come ho detto: entrambi sono io! Scherzi a parte, c'è una proliferazione di questi due personaggi. Basta guardarsi in giro, nella politica, nella cosiddetta "società civile"... chi ha occhi ed orecchie per intendere... intenda!».

Un altro personaggio di fantasia che l'ha ispirata è stato Pinocchio (l'album è del '77, esattamente 40 anni fa): anche lì la favola è stata mezzo per trasmettere contenuti sociali...

«In "Burattino senza fili", la storia di Pinocchio, ribaltai completamente la morale di Collodi. Nel momento in cui il burattino perdeva i fili, in quel preciso momento, diventava facile preda dei persuasori occulti, quelli che stabiliscono cosa pensare, cosa ascoltare, quale morale seguire...»

A chi consiglia di vedere questo spettacolo? O, al contrario, a chi è vietato cercare l'isola che non c'è?

«Lo spettacolo è soprattutto consigliato ai bambini, che non sono ancora condizionati ed hanno il "lusso" di potersi permettere di sognare. Noi "grandi" abbiamo troppe sovrastrutture mentali, oggettive e non. Insomma siamo fregati!».

Per chi si vuole avviare: seconda stella a destra, questo è il cammino.

Info e biglietti: Arci Parma e Caos Organizzazione Spettacoli (via Testi, 14) tel. 0521 706214. Biglietti anche on line su www.ticketone.it.

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