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Il nervo scoperto di una città insicura

Il nervo scoperto di una città insicura

di Francesco Bandini

01 Settembre 2017, 10:49

Due filmati realizzati qualche giorno fa su un autobus in stazione, in cui si vede il mezzo pubblico preso d'assalto da un gruppo di stranieri e un autista malmenato, hanno scosso Parma e l'Italia. Su quanto accaduto ci sono versioni contrastanti, sulle quali spetterà ora alla procura fare chiarezza. Ma, al di là di ciò che potrà emergere, c'è un dato di fatto incontrovertibile: in quella zona si è ormai determinata una situazione di insicurezza e tensione non più accettabile e l'ultimo episodio non ha fatto altro che andare a toccare un nervo scoperto della città, rispetto al quale l'attenzione di tutti è comprensibilmente altissima. Come dimostrano anche le numerose prese di posizioni politiche e soprattutto la valanga di commenti arrivati via internet.

Quando accaduto ci dice anche un'altra cosa. Che, come al solito, a Parma si sottovaluta una situazione che va sempre più degenerando, quasi rifiutandosi di guardare in faccia la realtà e di affrontarla in modo sistematico e con strumenti e modalità adeguati. Lo dimostra il fatto che il capolinea delle corriere dietro lo scalo ferroviario, dove si è verificato l'episodio, non fosse presidiato, sebbene da tempo sia occupato da persone che creano problemi e manifestano atteggiamenti aggressivi e spregiudicati (come avviene anche sul lato opposto, in piazzale Dalla Chiesa).

Dunque, ancora una volta, sottovalutazione. Ma in fondo è quello che avviene regolarmente in tutta Italia, dove si aspetta sempre che ci sia un'emergenza prima di decidersi a intervenire, in genere quando la situazione è già sfuggita di mano e si può solo tentare di limitare i danni. È quello che si sta ripetendo anche nella nostra città, dove l'emergenza c'è ma ci si ostina a non vederla, e comunque la si affronta con strumenti non idonei. Negarla ora significa rassegnarsi a dover fare i conti con essa quando sarà ancora più grave e magari non più risolvibile. L'emergenza è quella di intere porzioni della città (strade, piazze, parchi) stabilmente in mano a persone che praticano alla luce del sole attività criminali; è quella di comportamenti sempre più sfacciati da parte di chi si sente invincibile e ormai conosce bene i limiti dovuti all'inadeguatezza, alla lentezza e perfino alla svogliatezza con cui spesso affrontiamo i problemi; ma è anche quella dell'eccessiva facilità con cui si tende a considerare come inevitabile la trasformazione (in peggio) di una realtà che cambia a vista d'occhio, fino a diventare irriconoscibile.

Qualche telecamera in più e occasionali blitz delle forze dell'ordine non risolveranno il problema. È la città, con i suoi cittadini e soprattutto con le autorità preposte, che deve riappropriarsi dei suoi spazi, ribellandosi ogni volta che divengono terra di nessuno, senza lasciare che le situazioni raggiungano il livello che stiamo constatando e di cui fatti come quello della stazione sono un drammatico esempio. Il sindaco ha parlato di «episodio intollerabile»: è vero, ma da troppo tempo in città vediamo situazioni non meno intollerabili, che non si riesce a debellare. Non c'era bisogno di aspettare l'aggressione in stazione per avere la prova che il limite è già stato ampiamente superato.

fbandini@gazzettadiparma.net

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