Georgia Azzali
Elisa aveva scelto un orizzonte diverso. E per lui non c'era più spazio. Dopo tredici anni, Luigi Colla doveva farsi da parte. Ma quel finale era inaccettabile. E lei doveva essere «punita». C'era un piano nella sua testa: la procura ne è convinta. Nessun delitto d'impeto quel 10 settembre di dieci mesi fa: l'aggravante della premeditazione, che può costare l'ergastolo, sta scritta nero su bianco nell'avviso di conclusione delle indagini che il pm Umberto Ausiello ha depositato nei giorni scorsi. Colla l'avrebbe immaginato quell'omicidio tra le quattro mura del suo appartamento di largo Carli, nella zona di via Sidoli, studiando anche le conseguenze e le possibili «scappatoie». Dall'analisi del pc, è emerso che nei giorni precedenti il delitto e fino a poche ore prima dell'appuntamento con Elisa Pavarani, l'uomo ha fatto ricerche in Rete digitando parole come «delitto passionale», «vizio parziale di mente», «carcere di Parma».
La sequenza dei colpi
Ha navigato, approfondendo quegli argomenti, Colla. Uno scenario inquietante, non c'è dubbio. Ma anche - per la procura - l'architrave che potrebbe sorreggere la premeditazione. Perché, oltre a questi elementi che i carabinieri hanno fatto spuntare passando in rassegna il computer, anche il risultato dell'autopsia potrebbe portare in quella direzione. Elisa, 39 anni, è stata colpita con un coltello da cucina alle spalle, al torace e all'addome: risultati già emersi dai primi riscontri autoptici. Ma i primi fendenti sarebbero stati sferrati proprio quando la donna era girata: è questa la sequenza, stabilita in base alle molecole corporee, al centro della relazione autoptica firmata dal consulente della procura Edda Guareschi. Elisa sarebbe stata colpita mentre tentava di fuggire verso la porta d'ingresso del mini appartamento. Poi, gli altri fendenti tra torace e addome. Sorpresa alle spalle, inerme, tanto che la procura, oltre alla premeditazione, ha contestato all'ex compagno anche la minorata difesa.
Quell'aggressione brutale
Un'esplosione di rabbia e violenza: il coltello è stato ritrovato con la lama spezzata e la punta ricurva. Eppure, tra alti e bassi, insieme ad Elisa aveva percorso un lungo tratto di strada. Era diventato uno di famiglia, Luigi, 43 anni. Si era sentito accolto e amato. Fino a quando lei, poche settimane prima dell'omicidio, aveva deciso di interrompere quel legame ormai sfilacciato. E' un contraccolpo pesante per Colla: cerca di convincerla a fare un passo indietro, diventa anche assillante. Ma dopo quel primo periodo, si placa, e negli ultimi giorni prima del delitto sembra tranquillo. Una pace che forse, però, Colla trova proprio perché elabora la «soluzione»: la morte di Elisa.
Nessuna ombra di follia
Brutale, ma capace di intendere e volere quando ha colpito l'ex compagna: è questa la conclusione a cui è arrivato lo psichiatra Renato Ariatti, il consulente tecnico nominato dal pm. Ciò che riconosce, però, lo specialista è lo stato di prostrazione in cui si trovava Colla in quel momento, una situazione di cui il giudice potrebbe comunque tenere conto. Ed è allo stesso psichiatra che Colla rivela anche di aver bevuto una bottiglia di mirto, aver preso qualche ansiolitico e fumato una «canna» prima dell'omicidio. Parole che hanno trovato riscontro, a partire da un pezzetto residuo di spinello scoperto effettivamente in casa. Ma resta il fatto che Colla era capace di intendere e volere, secondo il consulente.
La bomboletta senza tracce
Resta, invece, un mistero quell'odore acre che sentì il fratello di Elisa appena entrato nell'appartamento. Quella sensazione nitida che avvertì anche uno dei soccorritori, tanto è vero che partì immediatamente la chiamata ai vigili del fuoco per il timore di una fuga di gas. Una bomboletta di spray al peperoncino fu poi scovata sul fondo della borsetta di Elisa. Si ipotizzò che la donna potesse essere stata stordita volutamente da Colla, ma sia l'autopsia che le analisi del Ris non hanno rivelato tracce di quello spray sul corpo di Elisa. Sulla bomboletta, inoltre, non sono emerse impronte dell'uomo.
Ma ora tutta la partita si gioca sulla premeditazione. E Colla dovrà spiegare quelle ricerche su internet poco prima del delitto.
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