«Siamo fraternamente uniti a questa famiglia. In questo momento di sofferenza vogliamo farle sentire tutto il nostro affetto. Chiediamo al Signore di far sentire la sua presenza, di aprire i nostri cuori ad accoglierlo». Con queste parole il parroco don Guido Brizzi Albertelli ha iniziato la cerimonia funebre nella chiesa parrocchiale di Collecchio per dare l’estremo saluto a Giovanni Fadda, per tutti «Gio», il 45 enne morto in un incidente stradale avvenuto nove giorni orsono a Parma, in via Langhirano scontrandosi a bordo di uno scooter con un’auto. Numerosissime persone, raccolte nel piazzale della chiesa, hanno aspettato l’arrivo del feretro e poi hanno gremito la parrocchiale che non é riuscita a contenerle tutte; molti hanno dovuto seguire la cerimonia all’esterno. Fra i presenti i volontari di «Ronda dei cuori», con il loro caratteristico giubbotto senza maniche di colore azzurro, gruppo che Giovanni aveva fondato per aiutare i clochard di piazzale Dalla Chiesa. Tanta commozione davanti alla bara in legno chiaro con sopra un cuscino di fiori bianchi, gialli e rossi e la fotografia di «Gio» per chi ha condiviso la vita con lui. Fiori degli stessi colori anche attorno al feretro. Toccanti le parole del parroco don Guido all’omelia che, riferendosi ai familiari del defunto, ha detto: «Tante persone hanno sentito il bisogno di stare vicini a voi testimoniando affetto per la perdita inaspettata di Giovanni». Il celebrante si è poi soffermato sulla vita del giovane che «ha saputo far crescere tante relazioni, incontri, passioni col suo carattere esuberante, con la sua energia che sprigionava verso gli altri, il canto, lo sport e le persone più povere. Oggi salutiamo Giovanni col cuore pieno di dolore, lo mettiamo nelle mani di Dio che è pronto ad accoglierlo al termine di questa vita per sempre». Numerosi gli attestati di solidarietà che i presenti hanno voluto esprimere verso i familiari anche accompagnando il feretro lungo il suo ultimo cammino verso il cimitero locale. Ora il 45enne riposa nel paese in cui vivono i suoi genitori che lo hanno voluto avere vicino. Fadda, la cui famiglia era originaria di Busachi, in provincia di Oristano, ma ora residente a Collecchio, era una persona esuberante, vulcanica, poliedrica e sempre pronta a sperimentare cose nuove e a mettersi in gioco: la passione per la musica (per sette anni aveva suonato e cantato con la «Bandaliga», la cover band dedicata a Ligabue), l’amore appassionato per il teatro dell’improvvisazione, l’esperienza a fianco di Franca Tragni, la passione per lo sport, amava la natura e gli animali (lavorava in un centro di toelettatura per cani). Era dotato di una grande umanità che sprigionava verso le persone più povere.
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