Chiara Pozzati
Sembra una ragazzina smarrita. Nonostante i tacchi a spillo, la scollatura vertiginosa e quei trent’anni segnati sulla carta d’identità. E’ nervosa, ma non aggressiva. Non prova nemmeno a bofonchiare scuse, si arrende all’evidenza. L’etilometro schizza ben presto oltre la soglia fatidica dello 0,50 ma ci sono anche altri sintomi. «Deve sottoporsi al test sulla droga – le spiega l’agente della Stradale, un omone bonario con una barba rada - se vuole può rifiutare l'accertamento, ma sarà ritenuto positivo e la patente le verrà ritirata comunque come prevede l’articolo 187 del codice stradale». L'altra annuisce, rassegnata e si prepara a restare in piedi fino all'alba e a tornarsene a casa a piedi. Pardon, con la madre.
In cinque minuti scarsi il “drogometro” emette la sua sentenza: positiva all’anfetamina. Il tampone viene sigillato e controfirmato sotto gli occhi persi della parmigiana. Si tratta di un primo screening: il verdetto definitivo arriverà fra una decina di giorni, dopo le analisi nei laboratori della polizia capitolina. Ma il margine d’errore è davvero risicato all’osso.
Via Emilio Lepido, la lunga notte della Stradale comincia da qui. Nel piazzale di fronte al ristorante “Tramvai”, ormai chiuso da un pezzo. In azione quattro pattuglie, l’equipe medica della Polizia di Stato, il camper della Croce Rossa con una squadra di volontari. Finirà all’alba, con 24 controlli effettuati tra precursore - la “macchinetta” che anticipa l’alcoltest e consente di risparmiare tempo prezioso – e l’etilometro vero e proprio. Tre invece i narcotest utilizzati. Unica a risultare positiva ad alcol e sballo – almeno da questo primo controllo on the road – la 30enne. Insieme a lei è finito nei guai un 50enne reggiano, con un tasso alcolemico alle stelle. A questi si aggiungeranno anche cinque verbali per violazioni varie: dalla mancata revisione alla patente scaduta, senza contare i viaggi su auto fuorilegge, su cui pesano fermi amministrativi. Torniamo alle 2 tra venerdì e sabato, i lampeggianti squarciano la notte mentre il traffico si sparpaglia come sardine all’arrivo degli squali. Armati di palette, mitra e test gli agenti fermano vetture a raffica. Ragazzini dai capelli mesciati al volante di fuoristrada di lusso, over 40 dal piglio battagliero che diventano agnellini. Un uomo, a bordo di una Multipla malandata e con la patente scaduta, è più preoccupato dell’arrivo del verbale a casa che di altro. «L’obiettivo è quello di fare prevenzione e deterrenza, non ci interessano i numeri delle sanzioni» va al sodo Eugenio Amorosa, il comandante della Stradale, che di scene come queste ne vede una notte sì e una no. A bordo del camper i camici bianchi in divisa spiegano ai “malcapitati” come funziona il nuovo dispositivo. A bordo di un suv dell’Audi esce un ragazzo vestito da rapper, ai poliziotti basta un attimo: «Buona sera patente e libretto». Il conducente, sconfitto, mostra i documenti e si prepara a una lunga sfilza di domande. Nel frattempo due ventenni albanesi, completamente sbronze, fanno capolino dai sedili posteriori. Escono dall’auto in canottiera, come niente fosse. Mentre le due ridacchiano senza ritegno, lui si fa sempre più serio. Sembra quasi stia per scoppiare a piangere da un momento all’altro, anche se alla fine rimedierà una sola multa. Mentre il posto di blocco della Stradare continua senza sosta, i volontari della Cri rimangono a disposizione. Una spalla fondamentale e non solo per la logistica. Questi servizi on the road, c’è da giurarci, proseguiranno a pieno ritmo. Mentre un agente mulina la paletta lungo via Emilio Lepido non mancano i curiosi che rallentano per capire cosa stia succedendo. Una vecchia Panda malconcia decelera spontaneamente. Alla guida c’è un giovane di colore con una connazionale al suo fianco: «Mi devo fermare?» chiede al poliziotto che si scansa per lasciarlo passare, un’altra auto ha catturato l’attenzione delle divise.
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