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Le pensioni d'oro che fanno indignare gli italiani

Le pensioni d'oro che fanno indignare gli italiani

di Stefano Pileri

22 Marzo 2017, 11:15

C'è l'ex manager Telecom che incassa più di 90.000 euro di pensione al mese. C'è la figlia del parlamentare in carica ai tempi della Costituente che riceve ancora il vitalizio del padre morto da decenni. C'è l'ex consigliere regionale che si porta a casa quasi 7.500 euro da quando aveva 44 anni e continua a incassarli nonostante sia finito in carcere. Ma c'è anche l'ex dipendente del Comune di Perugia che è riuscito a raggiungere la stratosferica pensione di 49.000 euro al mese. E poi c'è lei Aurora B., 27 anni, parrucchiera a Pisa: l'Inps con una di quelle famigerate buste arancioni le ha comunicato che in pensione potrà andarci, forse, il primo marzo 2064, dopo aver lavorato 58 anni. Allora, ma solo allora, percepirà mille euro netti al mese.

E' a lei che Mario Giordano dedica il suo ultimo libro «Vampiri». Un nuovo capitolo della sua inchiesta nel mondo delle pensioni d'oro e delle ingiustizie previdenziali. «Molto più che sanguisughe», dice la copertina, che richiama il titolo del precedente libro, «Sanguisughe» appunto, uscito 6 anni fa. E in questi sei anni ben poco è cambiato. La situazione del sistema previdenziale italiano è emersa in tutta la sua drammaticità. Si sono susseguite varie riforme che hanno cambiato spesso in modo pesante le regole per chi in pensione ci deve ancora andare e soprattutto per i più giovani. Ma loro, i vampiri, continuano a succhiare il sangue di un sistema e più in generale di un paese sull'orlo del collasso. Nonostante questo sia evidente a tutti, nessuno riesce a mettere un freno a trattamenti di così estremo favore da essere quasi incredibili. Il direttore del Tg4, con dovizia di particolari ed estrema precisione, ne elenca un numero impressionante. Impossibile raccontarli tutti. Ed è giusto lasciare ai tanti affezionati lettori di Giordano la possibilità di leggerli e indignarsi, facendosi probabilmente il fegato amaro. Però è bene sottolineare che nella dettagliata inchiesta non compaiono solo i politici con i loro favolosi vitalizi.

Ma anche altre categorie che hanno potuto approfittare di trattamenti di favore tra tante storture, molte anomalie e talvolta qualche stranezza così evidente che - in più di un caso - fa pensare a vere e proprie truffe. Certo, i vitalizi per i parlamentari e i consiglieri regionali sono sempre una fonte di spunti infiniti per chi vuole indignarsi. Basta pensare alle decine di politici (noti e meno noti) che, già prima di compiere cinquant'anni, sono riusciti a garantirsi ricchissimi vitalizi ben oltre i cinquemila euro netti mensili grazie a qualche anno in Parlamento. Ora le regole sono cambiate e per parlamentari e consiglieri regionali che matureranno il diritto nei prossimi anni i trattamenti saranno molto meno favorevoli, ma per chi quel "diritto" se lo è già conquistato non cambia nulla. Continuerà a incassare e alla fine si metterà in tasca molti più soldi di quelli che ha versato.

E più o meno lo stesso, anche se con cifre molto più basse avviene anche per altre categorie: giornalisti (sì, ci siamo anche noi), magistrati, manager e pure prelati, banchieri e bancari, alti papaveri, sindacalisti. E poi nababbi delle istituzioni che riescono a cumulare due o più ricchi assegni ma anche «super ferrovieri» che - non si sa come - riescono ad arrivare a incassare quasi tredicimila euro al mese.

Nel complesso, scrive Giordano, in Italia sono state calcolate circa 800 mila pensioni d'oro che secondo l'Istat costano complessivamente 45 miliardi. «Se ci limitassimo a toccare le 250mila più svergognate e, senza abolirle o massacrarle, ci limitassimo a ricalcolarle in base ai contributi che hanno versato, ebbene recupereremmo 2 miliardi di euro l'anno. Non sono bruscolini». E pensare che c'è chi come il presidente dell'Inps Tito Boeri ha elaborato un progetto molto accurato per ricalcolare tutte le pensioni d'oro sulla base dei contributi effettivamente versati. Una questione di equità, ancor prima che di conti di cassa.

«Qualcuno - sottolinea Giordano nella conclusione del suo libro - sostiene che i privilegi in essere non si possono in nessun modo eliminare. Questa è bella. E perché non si possono eliminare? Per la famosa storia dei «diritti acquisiti»? Ma se io rubo una mela tutti i giorni al supermercato, posso dire che nessuno può impedirmi di rubare perché è un diritto acquisito? Ecco: i vitalizi assurdi che paghiamo sono un furto. Sono un furto di equità, un furto di futuro, una sottrazione di speranza che si ripete ogni giorno».

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