×
×
☰ MENU

Mozione contro il comunismo, manifestazione della sinistra

Mozione contro il comunismo, manifestazione della sinistra

05 Ottobre 2017, 14:17

Michele Deroma

In marcia «per il rispetto dei diritti costituzionali», contro la mozione per la messa al bando del comunismo, approvata nell’ultimo consiglio comunale di Soragna: con queste parole Anpi, Rifondazione Comunista, Cgil, Usb e i due movimenti «Libera Soragna» e «Soragna Democratica» stanno mobilitando «tutte le forze politiche del paese, i cittadini, le associazioni e le organizzazioni sindacali che non condividono il contenuto della mozione» per una manifestazione di protesta, fissata per sabato, alle 15, davanti al municipio di Soragna.

Continua ad allargarsi l’eco della clamorosa vicenda, di cui si è parlato martedì mattina in diversi programmi Rai: al caso Soragna ha dedicato particolare spazio la trasmissione di Raitre «Agorà», con un servizio girato nel centro del paese nella serata di lunedì e con la presenza in trasmissione del consigliere e capogruppo di «Soragna ci Lega», Maria Pia Piroli, promotrice della mozione. Tra gli intervistati a Soragna, il sindaco Salvatore Iaconi Farina e uno storico suo predecessore, Renato Gaibazzi, esponente Pci e primo cittadino dal 1981 al 1985.

«Conosco le esigenze del territorio - ribadisce l’attuale sindaco - e mi viene rabbia quando vedo che si discute di argomenti di settant’anni fa. Ho condiviso questa mozione relativamente alla legge Fiano, non prioritaria rispetto ai problemi di questo Paese». «Non ho capito il senso e il valore di questa mozione», sottolinea polemicamente Gaibazzi, mentre in studio la Piroli rilancia: «Credo che vada riconosciuto che si è versato molto sangue anche sotto l’ideologia comunista».

Non si spegne neppure il botta e risposta tra gli schieramenti pro e contro la mozione: parla di «farsa politica» la segreteria locale del Pd, che - pur soddisfatta per la disponibilità del sindaco a ritirare la mozione soltanto a fronte di un’altra che chieda il ritiro della legge Fiano - si chiede se «serviva davvero che si scatenasse tutto questo polverone per far comprendere a Iaconi Farina la gravità della votazione espressa in consiglio comunale. Mentre la legge Fiano si muove nel solco costituzionale, estenderne la portata al divieto di propaganda comunista è palesemente incostituzionale. Il sindaco non avrebbe neppure dovuto mettere in votazione la mozione o, comunque, si sarebbe dovuto astenere in nome del carattere istituzionale del suo ruolo. Con il suo voto favorevole, invece, Iaconi Farina ha gettato la maschera del finto civismo».

Duro il gruppo Soragna Democratica nel chiedere il ritiro incondizionato della mozione: «Non c’è nessuna goliardia o provocazione che possano mettere in gioco una delle poche garanzie rimaste a tutela della libertà e dei diritti dei cittadini Italiani, ossia la Costituzione, di genesi socialista e antifascista. Chi ne fa uno strumento di propaganda o di visibilità mediatica, sembra voler perseguire l’obiettivo di rivisitare la storia e ridurre i principi in essa contenuti a mera contrapposizione tra ideologie. Il sindaco, avendo giurato su quella Carta, ha il dovere morale e politico di ritirare la mozione, chiedere scusa e ammettere l’errore commesso». Il sindaco Iaconi Farina chiarisce, anche in risposta ai deputati Maestri e Romanini che hanno portato il caso Soragna al governo, che «poter esprimere liberamente la propria opinione ed avere la possibilità di discutere, ed anche criticare, fa parte della democrazia: tutti gli spot ad effetto, usati quotidianamente dai politici in una situazione di crisi drammatica come quella che sta attraversando l’Italia da alcuni anni, non convincono e soprattutto non giovano a nessuno». Accuse al centrosinistra anche da parte della sezione Lega Nord Bassa Ovest: «Nessuno dimentica il contributo del Pci alla nascita del Paese, sarebbe però ormai utile che oggi la sinistra italiana smettesse di appoggiarsi sempre al passato per rinverdire il presente, ma che dimostrasse con i fatti di essere degna dei propri padri fondatori. La storia ha già dato il suo giudizio su tutti, non sarà la mozione di un paesino emiliano a cambiarla: riteniamo che tutte le vittime di ideologie estreme e liberticide debbano avere pari dignità».

© Riproduzione riservata

CRONACA DI PARMA

GUSTO

GOSSIP

ANIMALI