Luca Pelagatti
Prima c'erano comode panchine in cemento. Ma sono state smantellate per evitare il campeggio dei disperati. Poi, per sfoltire la legione di quelli della sbronza perenne, è stata introdotta l'ordinanza che vieta il «divieto di consumo di bevande alcoliche». E per chi sbevazza in compagnia la multa può arrivare fino a 450 euro.
Infine, ultima spiaggia per bonificare la zona, si è deciso che ogni pochi minuti le macchine di municipale, polizia di Stato e carabinieri facciano vedere i lampeggianti. Il risultato? «Che questa piazza fa più schifo di prima».
Benvenuti in piazzale Dalla Chiesa, biglietto da visita per viaggiatori foresti e parmigiani che tornano a casa, luogo di accoglienza per i tanti che sbarcano nella stazione rimessa a nuovo e che doveva, almeno nei proclami e nei progetti, regalare il degno benvenuto di una città d'arte a chi pregusta le vertigini del Correggio e le lusinghe della food valley.
«Invece il panorama è desolante: spacciatori in perenne attesa dei clienti, tossici e beoni e, su tutto, sentore acido di latrina».
Le speranze dopo i lavori
A raccontarlo residenti e commercianti della zona che quando la rinnovata piazza è stata inaugurata, dopo il rifacimento costato milioni e progettato dall'archistar Bohigas, immaginavano una nuova vita in contesti metropolitani da rivista d'architettura. La speranza, inutile sottolinearlo, è durata poco.
«Basta venire qui al mattino per rendersi conto di cosa è diventata ormai la piazza davanti alla stazione», spiegano con arrabbiata rassegnazione i commercianti. «L'altra mattina, giusto per fare un esempio, la pulizia della piazza è durata ore: gli addetti con idropulitrici e macchinari assortiti hanno dovuto faticare fin oltre le dieci e trenta per raccogliere vetri rotti e cartacce. E soprattutto per cercare di ridurre gli odori da vespasiano a cielo aperto».
Sia chiaro: questa è la prassi delle giornate fortunate. Si, perché quando butta male ai rifiuti si aggiunge pure il sangue. Come accade, in particolare durante il fine settimana, quando le zuffe tra ubriachi e pusher maneschi si risolvono a bottigliate. Sabato pomeriggio, poco dopo le 16, giusto per citare gli ultimi casi, un'ambulanza è partita a sirena spiegata con a bordo un uomo pestato duro durante una rissa. Giusto due ore di pausa: e il secondo round ha coinvolto un altro paio di pugili improvvisati.
Dal mattino fino a sera
La vita nella piazza inizia, si fa per dire, dopo le undici di mattina. Fino a quell'ora sotto i portici rimbombano solo i passi svelti dei pendolari. Poco prima dell'ora dell'aperitivo, invece, arriva la folla degli habituè: giovani di colore in bici con il cellulare che scotta ma, soprattutto, tossici di lungo corso ed etilisti storici. In questo caso molti vantano solide origini nostrane. Per le forze dell'ordine sono facce e nomi noti. Per gli abitanti presenze ingombranti a cui non ci si rassegna.
«Ma da qualche giorno la situazione è, se possibile, pure peggiorata- racconta uno dei residenti. - L'apertura della caserma dei carabinieri in via Garibaldi, di fianco alla Pilotta, ha spinto molti di quelli che bazzicavano all'ombra del monumento a Verdi a cambiare zona. Cioè a trasferirsi qui».
La sensazione di maggiore affollamento, in effetti, è evidente. Ma soprattutto si capisce che per la fauna della stazione questa è terra di conquista.
«Non è così: l'hanno già invasa. Ormai è una zona dove comandano loro», rincara la dose un altro negoziante. Le vetture della polizia, è giusto ricordarlo, passano ad ogni ora ma la maggior parte di chi ciondola non si scompone: al massimo si sposta di qualche centinaio di metri. E impiega poco a tornare quando i lampeggianti sono spariti.
Stessa reazione per chi addomestica i pomeriggi a colpi di birra: l'ordinanza lo vieta espressamente. Ma nessuno fa nemmeno finita di nascondere lattine e bottiglie quando transitano i mezzi della municipale. Per gente che vive sul filo dello sballo la minaccia di una multa, di certo, non può essere un deterrente che funziona.
Il risultato così è surreale: sopra c'è il il cartello che fa la voce grossa e cita il divieto «ai sensi del Regolamento di polizia urbana». Proprio sotto lo stesso cartello i crocchi dei soliti disperati si ammassano su rastrelliere e parapetti trasformati in sedili di fortuna. Mentre i cestini traboccano di vetri vuoti.
Gli unici che si sfregano le mani per questa situazione sono i titolari dei negozi etnici che smerciano, da mattina a notte fonda, brandy scadente e birra di marche sconosciute: una bottiglia da 66 cl di pilsner gelata si svende ad un euro e sessanta. Con meno di cinque euro la sbronza è garantita.
I problemi delle vie vicine
«Cosa si può fare? E' una situazione difficile da risolvere - allarga le braccia uno degli abitanti che in passato ha tentato di fare gruppo con gli altri per ottenere più controlli. - Quando ad esempio, sono state tolte le panchine da piazza Dalla Chiesa la fauna che la popola non ha fatto altro che attraversare la strada e provare a colonizzare via Verdi». Come dire: servirebbe un piano complessivo, non solo azioni spot che, al massimo, bastano a spostare le magagne di qualche centinaia di metri. Anche perché la reazione ha tardato poco ad arrivare: nella prima parte di via Verdi i commercianti hanno a loro volta scacciato chi bivaccava piazzando punte metalliche sui gradini trasformati in sedili. Su quei chiodi per sedersi occorrono fachiri. Ma già poche decine di metri più avanti, tra via Bettoli e via Magnani, l'ennesimo muretto è sempre popolato. I vuoti delle bottiglie e il solito puzzo di urina sono i segni eloquenti di quello che succede. E forse anche qui presto spunteranno chiodi. Intanto però la piazza e le vie vicine, quelle che dovrebbero offrire la prospettiva elegante verso il cuore della Parma ducale , continuano ad ospitare prove quotidiane di degrado.
«Possiamo dire cosa manca? La volontà di agire per davvero - conclude con amarezza un abitante della piazza. - Se ci fossero davvero sanzioni e denunce, chiusure di locali e un po' di rigore forse si potrebbe ancora salvare la zona. Ma a nessuno sembra interessare». Forse solo ai due turisti dall'inequivocabile aria nordica appena scesi dal treno. In una mano hanno una cartina, nell'altra il trolley. Mentre attraversano la piazza guardano con aria smarrita un tale che fa pipì contro uno dei manifesti che raccontano a mille colori le bellezze di Parma. Nei loro occhi pare evidente che gli sembra di essere finiti in un'altra città.
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