Paolo Grossi
FIRENZE
Missione compiuta, il Parma è in finale. Ma quanta fatica per aver la meglio di un Pordenone che pur privo delle sue bocche da fuoco ha messo a lungo alle corde i crociati. L’immagine finale di Lucarelli che segna il rigore decisivo e vola sotto la curva dei tifosi è un flash che resterà a lungo nella mente, perché il calcio si nutre di questi momenti e di queste favole. E come nelle favole il lieto fine arriva dopo il dolore, la paura, la sensazione che tutto sia perduto. All’inferno e ritorno, con un sorriso liberatorio.
D’Aversa aveva affrontato la gara con la squadra ormai collaudata, lasciando fuori Lucarelli e Corapi con Mazzocchi terzino e Scozzarella in cabina di regia. Dal canto suo il collega Tedino, privo dei bomber Berrettoni e Arma ha lanciato dall’inizio Pietribiasi, piuttosto deludente in campionato (21 presenze, zero reti), prelevato un anno fa dal Bassano.
Nei primi minuti il Pordenone gioca meglio: sfruttando ampiezza e scaglionamento in fase offensiva trova spazi e tempo per un fraseggio pulito che i crociati fanno fatica a interrompere. All’11' l’arbitro Pillitteri grazia Di Cesare che a metà campo stende Pietribiasi con il classico fallo tattico. Di Cesare era diffidato... Il Pordenone in fase difensiva diventa un 5-3-2 in cui gli attaccanti, e a volte Burrai che accorcia in avanti, cercano di «schermare» Scozzarella, mentre non c’è pressing offensivo. D’altra parte le quaranta e passa gare nelle gambe e i quasi 30 gradi suggeriscono prudenza nel dispendio di energie. Il Parma però ha imparato a essere sornione e il Pordenone ne fa subito le spese. Baraye conquista caparbiamente il primo corner della gara e a calciare va Scozzarella. Mentre in mezzo all’area si sgomita in cinque o sei duelli individuali l’ex Trapani, eseguendo evidentemente uno schema studiato, calcia basso verso Baraye che allunga a sua volta per Scaglia che dalla lunetta dell’area, indisturbato, con piatto sinistro insacca nell’angolino alla sinistra del portiere. Per Scaglia è il primo gol in maglia crociata. Adesso il Parma si distende meglio e sembra poter creare i presupposti per altre palle gol mentre i friulani insistono molto dalla parte di Mazzocchi per sfruttarne la poca dimestichezza con la fase difensiva. Al 34’ una dura entrata di Suciu, nemmeno sanzionata dall’arbitro, manda ko Scozzarella che prova a rientrare ma poi deve gettare la spugna, rilevato da Corapi.
Il Pordenone si affida alla verve di Cattaneo, che galleggia tra difesa e centrocampo crociati per poi andare al tiro o alla rifinitura in modo sempre insidioso. C’è da mangiarsi le mani prima quando l’arbitro non si accorge di una vistosa trattenuta di Misuraca ai danni di Iacoponi su un corner, poi al 48’ quando Nocciolini non centra la porta da buona posizione su splendida imbeccata di Baraye: se avesse gonfiato la rete avrebbe probabilmente messo il sigillo sulla gara. Invece certifica così un momento di forma precaria: d’altra parte è l’intera catena di destra crociata, Mazzocchi-Munari-Nocciolini che viaggia a marce ridotte. Peccato per l’infortunio di Scozzarella, che aveva preso in mano le redini del gioco.
Nella ripresa nel Parma c’è molta gente con la spia della riserva accesa. La differenza di passo nei confronti di gran parte degli avversari si va acuendo e i crociati non riescono più a tenere una palla in avanti. Per fortuna le residue energie gli uomini di D’Aversa le spendono per riprendere le posizioni in difesa. Neanche questo però basterebbe al 15’ se, riprendendo un tiro svirgolato di Burrai, Pietribiasi tutto solo davanti a Frattali non gli spedisse un tiro farlocco tra le braccia. Un’occasione incredibile che fa disperare i suoi compagni e che però si spiega con l’afflosciarsi dei crociati. I tifosi sia pur dal loro settore decentrato provano a suon di cori a rianimare la squadra, ma il battito è flebile.
Al 26’ Tedino opera un doppio cambio e passa al 4-3-3. Alla mezz’ora Corapi, diffidato, rientra affannosamente su Cattaneo, fa fallo e viene ammonito. Un minuto dopo Scaglia esce dalla barriera per ostacolare la battuta di Burrai e anche lui, diffidato, viene ammonito. Il Pordenone insiste e il pareggio è logico e anche giusto. Sugli sviluppi di un corner in mischia è Marchi a trovare la deviazione vincente. Il solo pensiero di giocare mezz’ora in più con un Parma in quelle condizioni fa tremare. D’Aversa leva Nocciolini e mette dentro Edera sperando nella sua verve. I tempi regolamentari si chiudono sull’1-1 ed è andata bene così perché nella ripresa i friulani hanno giocato contro undici statuine. Il Parma si è dissolto fisicamente poi le due ammonizioni ai diffidati hanno ulteriormente sgonfiato il morale.
Nell’intervallo i crociati sono stesi a terra, in quattro si fanno massaggiare, mentre i neroverdi si stringono in cerchio incitandosi a vicenda. E Tedino ha ancora un cambio a disposizione.
Si ricomincia e adesso anche il Pordenone non è brillante. La gara si riduce a una serie di corpo a corpo come quando due pugili sono stanchi e stanno avvinghiati l’uno all’altro. Peccato che su un corner Scavone vada a ostacolare Iacoponi. I due erano in posizione centralissima, da soli, e il gol sembrava fatto. Nel secondo tempo supplementare grandi proteste friulane quando l’arbitro ferma un contropiede di Padovan per consentire i soccorsi a Baraye, Scaglia e Semenzato rimasti tutti a terra dall’altra parte del campo. Nel finale è il Parma a chiudere in avanti, ma senza più lucidità.
La stessa che manca a Buratto quando nel finale tutto solo davanti al portiere, cerca di aggirarlo e vola a terra senza che l’arbitro però abbocchi. Si va ai rigori, tra le proteste della panchina neroverde. Frattali para su Misuraca, Scavone centra il palo, Frattali si risupera e Lucarelli, il capitano, mette la parola fine alla favola. Per raccontarne poi un’altra, speriamo, sabato.
LE PAGELLE
FRATTALI 8
Impeccabile in partita, dove ha anche esibito un piede pulito e potente, ha parato due rigori, il secondo in modo straordinario, risultando l'uomo della Provvidenza.
MAZZOCCHI 5,5
La generosità non gli difetta, e la sua gamba in un contesto di stanchezza generale può risultare preziosa, Però è spesso poco lucido sia in difesa, dove rischia a volte dei brutti pasticci, sia in avanti, dove ha poca qualità nell'ultimo tocco.
LUCARELLI 7
Avrebbe forse voluto giocare dall'inizio, ma era giusto fare come ha deciso D'Aversa. Lui però s'è fatto trovare pronto ed è in queste cose, in questi atteggiamenti che emerge la vera stoffa del capitano. Che poi abbia segnato il rigore decisivo, è il giusto premio a un giocatore e a un uomo coi fiocchi.
IACOPONI 7
Ancora una grande prestazione. Dalle sue parti non si passa, e senza nemmeno aver mai rischiato la fatale ammonizione che ha messo fuori causa due suoi compagni. Nel finale dei supplementari dimostra di avere ancora birra e prova a schiodare il risultato avanzando.
DICESARE 7
Anche lui è stato bravissimo, con interventi decisi, anticipi e liberazioni. Pare proprio un giocatore temprato per queste occasioni luccicanti. Lo ha salvato però in un opaio di circostanze, lui, diffidato, la magnanimità dell'arbitro.
SCAGLIA 7
Segna un gol importante e bello per come è stato pensato e realizzato coralmente.Poi, specie nel primo tempo, percorre la fascia con buona frequenza. Anche dietro mette le pezze necessarie ma va calando vistosamente. Freddo dal dischetto, paga una grave ingenuità sull'ammonizione, che da regolamento l'arbitro gli ha dovuto comminare.
MUNARI 5
Il voto tiene conto anche del fondamentale rigore segnato. E' un dispiacere vederlo in condizioni così precarie, al punto da non vincere più nemmeno un contrasto aereo. Almeno stringe i denti, ma le ultime due partite sono state davvero poca cosa.
SCOZZARELLA 6,5
D'Aversa sceglie lui e viene ripagato alla grande fino allo spiacevole colpo del ko rimediato in un contrasto a centrocampo. Regia pulita e zampino nel gol. Da valutare per sabato, ma è difficile essere ottimisti
CORAPI 6,5
Calcia e segna uno dei rigori e prima, subentrato dopo l'iniziale esclusione, ci mette l'anima, facendo varie cose buone e qualcuna meno buona . Tra queste ultime l'eccessiva generosità che lo porta a scoprire la sua zona e poi, per recuperare, ad un fallo che gli costerà la finale di sabato. Che peccato.
SCAVONE 6
Sul rigore è sfortunato, ma li hanno sbagliati anche giocatori di ben altra caratura. In partita fa il compitino, e ha sulla coscienza un gol che probabilmente Iacoponi avrebbe segnato senza la sua interferenza.
NOCCIOLINI 5
Come a Lucca, è pesante, lento, confuso e spaesato. In ritardo in avanti, in ritardo in fase difensiva. E' stato in campo troppo a lungo, d'altra parte in queste serate bisognerebbe avere a disposizione cinque o sei cambi, non tre.
CALAIÒ 5,5
Sempre molto isolato, non punge mai ed è meno prodigo del solito di assist per i compagni. Eppure giocatori della sua levatura devono esaltarsi e fare la differenza proprio in queste situazioni, quando magari i compagni boccheggiano.
BARAYE 6,5
In attacco,come accade da tempo, è il più vivace e anche se non segna e non c va neppure vicino almeno procura qualche patema agli avversari. E poi è straordinariamente diligente nel assecondare la fase difensiva, rientrando con i tempi giusti per poi riproporsi.
All.D'AVERSA 6,5
Le scelte iniziali ci hanno convinto. Forse con un pizzico di coraggio si poteva rischiare Edera da subito a posto di un Nocciolini ormai spento. Lui e Munari sembrano aver finito le riserve e bisognerà tenerne conto. Nella ripresa poi tutta la squadra si è spappolata e anche questo andrà analizzato. La vittoria di ieri è frutto di vari fattori, tra cui non possiamo sottacere la fortuna che in certi episodi è girata dalla parte del Parma. Sportivamente il Pordenone avrebbe meritato di più, ma se il Parma oggi è in finale lo deve anche al lavoro e alla mentalità del suo allenatore e della società che sta provando a chiedere a chi era abituato a usare il fioretto di dare delle grandi sciabolate. Lui non lo sa, ma per i parmigiani ieri sera s'è mangiato un gatto vivo. Con tanto di unghie sfoderate. Vien da pensare che sabato servirà qualcosa di più. O il segno della croce.
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