Luca Molinari
Le mascotte erano Chanel e Mordicchio, due morbidissimi porcellini d’india, avvolti tra le coperte nella loro gabbietta. Nina invece, un affettuoso asinello, ha partecipato alla tradizionale benedizione degli animali fuori dalla propria stalla, ricevendo carezze e complimenti dai tanti presenti.
Ieri mattina alla facoltà di Veterinaria, in via del Taglio, è stato celebrato Sant’Antonio Abate (protettore degli animali) alla presenza di cani, gatti, cavie, ma anche mucche e cavalli.
Don Umberto Cocconi, cappellano dell’Università, per l’occasione ha ripetuto l’antico gesto - tanto caro al mondo contadino - di benedire gli animali, al termine di un breve momento di preghiera.
I cagnolini più inquieti hanno partecipato alla benedizione facendo sentire tutta la loro voce. Il gattino Virgola invece, per precauzione, è rimasto sempre nella propria gabbietta. «L’ho portato perché è molto vivace – ha scherzato la padrona – e più che una benedizione nel suo caso servirebbe un esorcismo».
Le mucche e i cavalli hanno fatto da sfondo al variopinto quadretto venutosi a formare nella stalla di Veterinaria. Alcuni hanno atteso la benedizione mangiando il proprio fieno, ad altre è sfuggito qualche muggito di saluto ai convenuti. La benedizione è stata introdotta dai saluti di Attilio Corradi, direttore del dipartimento di Scienze Medico-Veterinarie e da Maria Gabriella Rinaldi, delegata del rettore per i Rapporti con le confessioni religiose e le organizzazioni umanitarie.
Il primo ha salutato e ringraziato i cittadini che hanno deciso di partecipare alla preghiera portando con sé i propri animali domestici. Maria Gabriella Rinaldi invece ha sottolineato l’importanza di «avere cura e rispetto per tutti gli esseri viventi».
Don Cocconi ha quindi rimarcato come la ricorrenza di Sant’Antonio Abate «debba stimolarci a riservare un’attenzione particolare verso gli animali, dai quali tanto dobbiamo imparare. Nelle stalle – ha aggiunto – è sempre presente un’immagine di Sant’Antonio che custodisce gli animali e ci invita a metterci in loro ascolto».
IN VIA REPUBBLICA
Sono entrati in chiesa uno per volta, accompagnati dai propri padroni. Cani, gatti, pesciolini, bestie di ogni tipo ieri pomeriggio – in occasione della ricorrenza di Sant’Antonio Abate, patrono degli animali - hanno ricevuto la benedizione all’interno della chiesa di via Repubblica dedicata al santo omonimo. Rispolverando un’antica tradizione, da ormai diversi anni il parroco don Raffaele Sargenti ripropone il rito della benedizione degli animali, arricchendo la cerimonia religiosa con letture e preghiere.
«Sant’Antonio è patrono dei beni materiali – ha dichiarato il sacerdote – e siamo qui per rendere grazie dei doni che abbiamo ricevuto». Seduti nelle prime file c’erano un carlino di nome Lino, il gatto nero Briscola e tanti altri animali.
All’ingresso invece, a dare il benvenuto ai presenti, vari cani e gli animali più grandi. La benedizione degli animali è stata anticipata da quella dei tradizionali panini.
Ieri mattina invece è stata celebrata una messa solenne in onore di Sant’Antonio Abate, terminata con il bacio della reliquia del santo, inserita all’interno di una scultura del 1556. La chiesa di Sant’Antonio Abate ha riaperto le porte ai fedeli pochi anni fa, al termine di una prima serie di importanti restauri.
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