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Un coro per Verdi: l'Italia si muova

Un coro per Verdi: l'Italia si muova

10 Ottobre 2017, 11:31

Michele Deroma

Sarà battuta all’asta il prossimo 26 ottobre, ma la clamorosa mole di documenti autentici di Giuseppe Verdi che – come annunciato ieri dalla Gazzetta - tra poco più di due settimane sarà venduta dalla casa londinese Sotheby’s, è già sotto gli occhi dell’opinione pubblica parmigiana. Trentasei lettere autografe destinate a Salvadore Cammarano e al ministro Gianturco, spartiti dell’Ernani e della Luisa Miller, foto con dediche a cantanti di fama internazionale: un patrimonio di centinaia di migliaia di euro per cui si è alzato, unanime, un coro di voci - quasi come fosse quello di un’aria verdiana - per auspicare il rientro in Italia di questo vero e proprio tesoro, firmato dal Cigno di Busseto e messo in vendita dagli anonimi eredi di una collezione privata costituita nella prima metà del Novecento.

Giuseppe Romanini

DEPUTATO PD

Una questione arrivata già sino a palazzo Chigi, con un’interrogazione presentata dai deputati Pd Giuseppe Romanini e Patrizia Maestri al ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini, «a cui chiediamo - dichiara Romanini – di valutare l’opportunità di un’iniziativa che consenta il rientro in Italia di questi beni. Non possiamo permettere che questo tesoro cada nuovamente nell’oblio: i beni e i documenti autografi appartenuti a Giuseppe Verdi sono a tutti gli effetti parte integrante del nostro panorama nazionale.

La nostra interrogazione vuole essere anzitutto un appello al governo, ma anche alle tante istituzioni culturali del nostro paese: Giuseppe Verdi è simbolo della nostra storia e della nostra cultura in Italia e nel mondo. Occorre fare ogni sforzo perché le tracce della sua opera non si disperdano ma possano trovare spazio qui, dove più di ogni altro posto, possono essere studiate e valorizzate».

Romanini avanza già anche una proposta per l’eventuale destinazione dello straordinario materiale all’asta a Londra: «Riterrei particolarmente significativa l’opportunità che questi documenti entrassero nella disponibilità della Fondazione istituto nazionale di studi verdiani di Parma, come istituzione deputata allo studio e alla diffusione dell’opera verdiana sul piano storico e accademico, ancor prima che musicale», precisa il deputato. «Se le indiscrezioni saranno confermate, quelli messi in vendita sono documenti dal valore straordinario che consentirebbero una più documentata comprensione del genio verdiano e della sua opera che ha così segnato la nostra terra: Parma sarebbe pertanto la sede ideale per l’implementazione di questo lavoro di ricerca e approfondimento».

Anna Maria Meo

DIRETTORE GENERALE TEATRO REGIO

«Sono certa che prevarrà l’interesse pubblico, degli studiosi e della nostra comunità», dice il direttore generale del Teatro Regio, Anna Maria Meo, auspicando che «gli esiti di questa asta facciano arrivare questo tesoro straordinario in Italia».

Un intervento che anche secondo Anna Maria Meo deve arrivare «da parte statale: non è assolutamente immaginabile che una serie di documenti di questo valore possano passare in mano privata, e sottratti così ad una testimonianza e un valore che devono assolutamente essere pubblici. Soltanto in questo modo la preziosa mole di documenti potranno essere disponibili alla comunità e agli studiosi, che ne potranno così trarre importanti documenti per l’approfondimento dell’opera verdiana».

Giancarlo Contini

SINDACO BUSSETO

Non completamente d’accordo con la direttrice del Regio il sindaco di Busseto, Giancarlo Contini, secondo cui «è meglio che queste carte vadano anche in una collezione privata, piuttosto che rimangano chiusi in un baule.

Credo che questo tesoro andrà in un museo», afferma il primo cittadino di Busseto, che ribadisce comunque l’auspicio di Romanini e della Meo: «L’intervento per riportare in Italia questo tesoro autentico del Maestro deve essere del ministero, Verdi fa parte del nostro Risorgimento e della storia d’Italia. Temo infatti che il ministero dei Beni culturali non conosca assolutamente quali siano i veri tesori per il nostro patrimonio, mentre americani e giapponesi sono già in lizza per aggiudicarsi i pezzi all’asta».

È pensabile un intervento dell’amministrazione bussetana per riportare letteralmente a casa i manoscritti verdiani? «Assolutamente no», chiarisce Contini: «La sola acquisizione di una lettera costerebbe sui seimila euro, ed è una cifra che questa amministrazione preferisce spendere a livello locale, da investire nel rifacimento di una strada o di un’opera pubblica. Tocca ad altri acquisire il patrimonio culturale di questo grande artista».

Maria Giovanna Gambazza

EX SINDACO BUSSETO

Per Maria Giovanna Gambazza, ex sindaco del Comune di Busseto, «la locale amministrazione deve farsi interprete della volontà di riportare in Italia questo patrimonio dell’intera umanità, anche con una nota al presidente della Repubblica».

L’ex sindaco ricorda che «tutte le ultime manifestazioni su Verdi, a Busseto, si sono tenute sotto l’altro patronato del Quirinale, e Verdi è stato uno dei primi deputati all’interno del Parlamento. Diverse istituzioni culturali del nostro Paese potrebbero essere interessate all’acquisizione del materiale: penso anche alla Siae, che potrebbe essere interessata ad acquisire manoscritti e poi metterli in mostra a Palazzo Orlandi».

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