Carla Giazzi
«Che cosa c’è nel mio frigo? Quasi di tutto. Io e mio marito siamo golosi come delle scimmie, anche se cerchiamo di trattenerci per via del peso». E di Parma? «Il Parmigiano reggiano, in particolare». Vino, quasi niente. Il piatto preferito? «Sono le tagliatelle alla bolognese». Mara Maionchi, la signora della discografia italiana, ha dismesso per Gola Gola i panni della talent scout per indossare, idealmente, il grembiule da cuoca.
Disponibile con i tantissimi che hanno affollato piazza Garibaldi, simpatica, dirompente e diretta come al solito, ha rivelato che cosa mette nella borsa della spesa a Nicola “Tinto” Prudente, conduttore radiofonico, di Decanter su Radio2 Rai, e televisivo: lo vediamo a Frigo, su Rai2, e giudice su Rai1 alla Prova del cuoco. All’incrocio tra la cucina emiliana - è nata e ha vissuto vent’anni a Bologna -, la toscana, per parte di padre, e la lombarda, per quella di madre, la Maionchi si dichiara una buongustaia, prima che una brava cuoca: «Comunque siamo sopravvissuti io e la mia famiglia, e già questo è buono». E se, ammette, non è capace di fare i tortellini, che tutti gli anni torna a comprare a Bologna, sa fare le tagliatelle e il ragù, di cui dispensa la ricetta. Più difficile il suo rapporto con i nuovi cibi, dal sushi allo zenzero. «Io preferisco le tagliatelle; sarà perché sono vecchia, ma il pesce crudo mi fa un po’ schifo». Così per lo zenzero: «Si dice che sia salutare: mangiandolo, magari, avrai una vita lunghissima, ma anche tristissima». E non manca un affondo ironico nell’attualità: «Con la politica ambientale di Trump, sai quanto zenzero bisognerà mangiare per stare bene!». Ricorda l’esperienza a Celebrity MasterChef e la sua lotta con una ricciola di 5 chili: «Non riuscivo neanche a staccarle la testa, tanto era grossa, ma con le interiora ho fatto un buon sugo». Quanto al junk food non ha dubbi: «Godo moltissimo a mangiare le schifezze; la patatina fritta con il ketchup è l’ultimo sexy che ti rimane, il resto te lo sei giocato tutto». Via libera, ma solo una volta ogni tanto. Per la linea ha la sua ricetta infallibile, suggeritale da un amico dietologo: «Mangiare la metà: mi è sembrato un consiglio intelligente». Una passione per i dolci, scoppiata «adesso che non sono più giovane e fanno più male» - su tutti la meringata e il ciambellone -, l’unico sconfinamento nella musica è stato il ricordo della sua torta nuziale a tre piani. «Mi sono sposata nel '76; già lavoravo con Gianna Nannini. La torta me l’ha portata lei, fatta da suo padre. Distratta com’è, temevo che non sarebbe arrivata intera al matrimonio, invece c’è riuscita». Mangeremo insetti anche noi, fra qualche decennio? la provoca Tinto. «Non mi interessa (l’espressione usata non è stata proprio questa, ndr), io non ci sarò più. Ma c’è poco da fare: la cucina italiana è imbattibile».
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