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Addio a Gianluigi Bosi, il commercialista gentiluomo

Addio a Gianluigi Bosi, il commercialista gentiluomo

di Matteo Scipioni

02 Febbraio 2017, 10:30

Martedì pomeriggio, all'età di 72 anni, è scomparso Gianluigi Bosi, commercialista molto conosciuto e stimato in città. I funerali si svolgeranno oggi, alle 14,45, nella chiesa di San Bartolomeo in via Carducci. La cerimonia funebre sarà celebrata da monsignor Alfredo Chierici. Sarà possibile portare un «ultimo saluto» alla salma questa mattina, nella sala del commiato del cimitero della Villetta, dalle 8.30. Il corteo funebre partirà dalla sala del commiato, diretto a San Bartolomeo, alle 14.30.

E' stata una malattia, che in poco tempo, ha vinto la voglia di vivere di Bosi. Per tanti il «Dottorone»: amico, consigliere, professionista competente e attento, fino all'ultimo seduto dietro la scrivania dell'ufficio tra le carte di lavoro.

Vedi quel sorriso, fissato nella foto, e capisci tante cose. La prima arriva proprio dalle sue parole, infatti lui amava definirsi, appoggiata la penna sul tavolo in ufficio, un «baracchiere»: ed era per davvero uno di quelli che il gruppo lo riscaldava tra battute, forte personalità e compostezza (tra amici anche quella, a volte, serve). Milanista, va detto, era stato conquistato anche dai motori, dai rombi d'epoca. Due episodi su tutti: la Mille Miglia del '92 a fianco dell'amico di sempre Claudio (Caggiati) su una Alfa 1.900 del '55 con tanto di passaggio da Parma; oppure il viaggio, sempre con Caggiati, negli Stati Uniti, su una «California» d'epoca nell'aprile 2011. Una vacanza con tanti significati, emotivi e sentimentali: Bosi aveva infatti appena perso Roberta, la moglie, la compagna di una vita: la «Compagna» con la C maiuscola o «La mamma», come la chiamava tra le mura domestiche con emblematico affetto. Originario di Cremona si era trasferito molto giovane a Parma, per motivi di lavoro del padre, Sergio, dirigente dell'Iveco. Nell'ateneo della città si era anche laureato in Economia e commercio.

Ricchi di iniziative vulcaniche e scintillanti gli anni dell'università tra i libri e la presenza nella goliardia ducale (la feluca gialla è ancora nella libreria di casa): manti, amici, canti e scherzi. Uno specchio ironico e irriverente della vita reale. E il suo definirsi anche «istrione», ricco di vitalità e sempre pronto a prendere il microfono nelle serate con amici per «dirigere» la serata, arriva da quegli anni. Subito dopo la laurea aveva aperto, nel '71, lo studio «Bosi». E, sempre subito dopo la laurea, si era sposato. Contemporaneamente e parallelamente, instancabile lavoratore, era anche amministratore di svariati condomini in città. Molti giovani commercialisti in città si sono ispirati alla sua attività.

Una fetta enorme della sua vita è stata la famiglia. La perdita della moglie, spiega lo stesso figlio Riccardo, «aveva tolto un po' di vitalità a papà». Ma Vittorio e Brando (i nipotini per cui era «nonno Gigiolone») erano sempre una benzina di cuore, sorrisi e vitalità. Lungimirante, aprì il primo studio italiano di consulenza contabile a Bucarest a cui si affidarono da subito numerose imprese della nostra regione. Con una forte padronanza delle lingue seppe intrattenere con successo diverse relazioni fuori dai confini nazionali. Carattere forte, un vero e proprio uomo di altri tempi, è rimasto fino all'ultimo sul lavoro, per gli amici e la famiglia un punto di riferimento forte e sicuro. «Ci mancherà sempre - confida un amico - perché con lui se n’è andato un pezzo della nostra vita».

Lascia i figli Riccardo e Lorenzo, la mamma Alba, la sorella Maria Donata, la nuora Sara e i nipotini Vittorio e Brando.

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