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Addio a Umberto Tamburini

Addio a Umberto Tamburini

16 Agosto 2018, 08:36

Gian Luca Zurlini

E' uscito di scena in sordina, come si conveniva alla sua personalità. Ma la morte di Umberto Tamburini scomparso a 87 anni, non può essere passata sotto silenzio dalla «sua» Parma.

Perché senza di lui la nostra città perde uno dei personaggi più poliedrici e interessanti nell'ambito della sua cultura popolare. Basterebbe elencare gli incarichi che ha ricoperto nel corso della sua vita: presidente del circolo Rapid (dove ha conosciuto Marisa, la moglie che è stata al suo fianco per 65 anni) all'epoca uno dei più popolari della città, per 10 anni, dal 1964 al 19/4 e presidente per quasi 26 anni del celeberrimo «Club dei 27», che «Rigoletto» (questa l'opera di cui portava il nome) sotto la sua guida ha portato a livelli di notorietà nazionale e internazionale. Fra le sue «invenzioni» ci sono il «cavalierato di Verdi» riservato a personalità del mondo della musica e «Imparo l'opera», l'iniziativa volta a portare la conoscenza delle opere del Maestro bussetano nelle scuole di Parma e provincia.

Ma la sua parmigianità «a tutto campo» è certificata dalla sua produzione di opere dialettali: al suo attivo tre raccolte di poesie, numerose commedie dialettali ancora oggi rappresentate tra cui la famosa «Doni, dotor e sartor», bozzetti comici, racconti popolari, testi per canzoni e tanto altro. Il tutto in un dialetto mai greve, ma ricercato, figlio del fatto che in famiglia i genitori gli imponevano di parlare l'italiano. Grande appassionato di lirica («ma non sono un melomane», ci teneva a dire), Tamburini ha ricevuto nel 2001 l'attestato di benemerenza civica di Sant'Ilario e ha ottenuto anche onorificenze dallo Stato per la sua attività lavorativa. Per oltre 40 anni ha infatti lavorato alla Fams, ditta di decorazioni sacre ancora oggi attiva, partendo da garzone e arrivando a diventarne il titolare. Una grande attività, smorzata negli ultimi anni solo dagli acciacchi dell'età che lo affliggevano, svolta in punta di piedi e con grande signorilità L'amico di sempre Alberto Michelotti si commuove al suo ricordo: «Eravamo compagni di scuola con lui, l'orefice Silvio Fontana e Gino Guardiani e siamo rimasti amici fraterni per tutta la vita. Pensare che non c'è più mi riempie di tristezza, perché io e tutta la città abbiamo perso una di quelle persone vere, i “pramzan d'na volta” che oggi è sempre più difficile trovare. Umberto era un grande e sapeva rendere semplici anche le cose difficili. Mi mancherà molto». Enzo Petrolini, attuale presidente del «Club dei 27» ricorda l'accoglienza al momento del suo ingresso: «Non era più presidente, ma conosceva bene i miei genitori e la mia famiglia e mi dimostrò tutta la sua contentezza. Per il nostro club è stata una figura fondamentale». I funerali di Umberto Tamburini, che lascia la moglie Marisa, la figlia Patrizia con Roberto e l'adorato nipote Luca, si terranno venerdì alle 11 nella chiesa di via Isola, dove domani alle 20,30 sarà recitato il Rosario.

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