Mariacristina Maggi
Non ama la satira politica, preferisce la routine della quotidianità Andrea Baccan, in arte Pucci, in scena venerdì prossimo prossimo all’Auditorium Paganini con il suo nuovo spettacolo «In...Tolleranza Zero» (ore 21). Con lui sul palco c’è tutta la fatica di vivere scandita a colpi di battute dal ritmo irrefrenabile: con lui si ride, e molto, «dell’insostenibile pesantezza dell’essere» soprattutto in ambito coniugale e familiare. E piace molto questo suo ultimo «one man show» (i teatri sono sempre sold out, ndr) nel quale il comico e cabarettista milanese racconta la vita di tutti i giorni di chi a 50 anni si ritrova a interagire con un mondo assurdo sospeso tra nuove tecnologie, strane mode, la scuola della figlia, gli inevitabili acciacchi del tempo e quel nervosismo che è sempre dietro l’angolo. Del resto, l’energia, le battute a ciclo continuo e i ritmi incalzanti di Pucci piacciono davvero tanto: prima erano gli amici a farglielo notare poi, da quando nel ‘93 ha vinto l’edizione di «La sai l’ultima» il successo è solo stato in crescendo, da «Quelli che il calcio» a «Colorado». Comprensibile: è davvero simpatico, è uno di noi, e non riusciamo a dargli del lei.
Insomma Pucci, che cos’è per te davvero intollerante?
«Non tollero dover essere tollerante per forza: sopportare per il quieto vivere. Alla mia età (classe ‘65) non ho più voglia di essere tollerante e ora vivo una vita più rilassata e... diciamo più ‘scazzata’. Ho una grande fortuna: quella di interpretare sul palco quello che sono realmente. Con questo spettacolo conoscerete molto di me, della mia irriverenza, della mia visione del mondo e anche della mia pazienza. Ho faticato e sgomitato parecchio per raggiungere questo stato, ma ne valeva la pena; mi sono impegnato, ho studiato, non tanto per ‘intellighenzia’ ma per avvicinarmi a me stesso e alla gente: del resto in scena parlo della gente e io sono uno di loro».
Con te si ride molto sui rapporti di coppia... Sinceramente: cosa trovi intollerante nelle donne?
«Nulla: la donna è la vita, l’essenza della vita, senza la donna morirei. Le donne sono quelle che ti rovinano, ma anche quelle che ti danno forza. Ho rubato a Shakespeare alcuni versi che dedico a tutte le donne in scena: ‘La donna uscì dalla costola dell’uomo, non dai piedi per essere calpestata, non dalla testa per essere superiore ma dal lato, per essere uguale, sotto il braccio per essere protetta, accanto al cuore per essere amata’. Ecco: in tempi dove si parla di femminicidio voglio che sia chiaro il mio pensiero».
Conosci bene il mondo dello spettacolo: un mondo alla ricerca continua della giovinezza, vista come un valore e inseguita spesso con la chirurgia plastica. Cosa pensi delle donne, diciamo un po’... «agé»?
«Penso che il fascino, l’intelligenza e la femminilità non abbiano età. Comunque lo conosco ma non frequento il mondo dello spettacolo: frequento il mio bar di sempre, la stessa tabaccheria (un tempo della sua famiglia e in cui per anni ha lavorato, ndr), la stessa zona (viale Zara), gli amici di sempre...».
Se non sbaglio torni volentieri a Parma?
«E’ una città meravigliosa che amo molto, venivo spesso quando l’Inter (non solo grande passione ma ‘un pezzo della vita’ di Pucci, ndr) giocava con il Parma: è una città di gente perbene».
Insomma: perché venire a vedere lo spettacolo?
«Perché ballo, canto e ci divertiremo insieme: il pubblico non faticherà a riconoscersi nelle storie che racconto. Ma non voglio rovinare la sorpresa: chi non viene non sa cosa si perde».
Biglietti in vendita presso Arci Parma (via Testi, 4) e tramite il circuito www.ticketone.it.
© Riproduzione riservata
Gazzetta di Parma Srl - P.I. 02361510346 - Codice SDI: M5UXCR1
© Gazzetta di Parma - Riproduzione riservata