VITTORIO ROTOLO
LUBIANA-SAN LAZZARO - Pagare una bolletta, ritirare un pacco o prenotare una visita medica: anche la commissione apparentemente più semplice da sbrigare rischia di creare qualche grattacapo a quanti devono districarsi tra mille impegni e viaggiano sempre con i minuti contati.
In loro soccorso, arriva adesso il «portinaio di quartiere»: una o, per meglio dire, più figure capaci di alternarsi nell’arco della stessa giornata e disposte a concedere un po’ del proprio tempo agli altri, per aiutarli nella gestione e risoluzione di tutte quelle piccole faccende quotidiane che «intasano» l’agenda. L’idea nasce all’interno del Laboratorio Famiglia al Portico di strada Quarta, nel quartiere Lubiana-San Lazzaro, negli spazi gestiti dall’associazione «Compagnia In...stabile».
Un progetto che prende spunto da analoghe esperienze condotte già in maniera proficua, almeno a giudicare dagli esiti, sia all’estero che in altre città italiane. «Il portinaio non è solo il guardiano di un luogo, ma il custode di sguardi e di storie: è una presenza sicura e affidabile» dice Alessia Angeloro, coordinatrice del Laboratorio Famiglia Al Portico.
«È una modalità - aggiunge - che consente di ritornare ad essere cittadini, attenti e sensibili, che si prendono cura di altri cittadini, contribuendo alla costruzione di un legame di fiducia, attraverso gesti concreti».
Il servizio di «portineria di quartiere» è già attivo: al Laboratorio Famiglia Al Portico, operatrici e volontarie attendono solo che qualcuno bussi alla loro porta, per chiedere una mano.
«Il portinaio raccoglie le necessità del quartiere e cerca di rispondere in maniera efficace - spiega ancora la Angeloro -; è una figura che può fornire informazioni utili o attivarsi per diverse commissioni, a beneficio di chi fosse impossibilitato: dai servizi postali alla spesa a domicilio, dal ritiro farmaci alle prenotazioni per una visita. Cosa si chiede in cambio a chi ci contatta? Nulla, se non magari di partecipare e collaborare alle attività ed ai progetti che portiamo avanti all’interno del nostro laboratorio, mettendo a disposizione, senza vincoli né obblighi di sorta, energie e competenze. È semplicemente uno scambio, nel senso più autentico della parola».
Se poi qualcuno, nel riconoscere il valore del progetto «Portinaio di quartiere», decidesse di fare una donazione, quella è ben gradita.
«Ciò che raccogliamo - conclude -, in questo caso, sarebbe utilizzato per promuovere ed ampliare il servizio. E, perché no, magari per acquistare una bicicletta: anche un portinaio ha bisogno di ottimizzare i tempi...».
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