Cristina Pelagatti
Non capita spesso che una libreria sia invasa da una cinquantina di giovani e giovanissimi: alla Mondadori in piazza Ghiaia è accaduto sabato pomeriggio, per la presentazione del libro «Swag Negro» di Bello Figo, edito da Rizzoli. Il 25enne di origine ghanese Bello Figo, al secolo Paul Yeboah, parmigiano d’adozione, rapper e fenomeno del web, in grado di suscitare strali di critiche e polemiche, adorato dai fan, ha presentato il suo libro, una sorta di diario senza filtri dal 2012 ad oggi, ed ha dialogato con la giornalista e conduttrice radiofonica Simonetta Collini. Chi pensasse a Bello Figo come un ignorante e arrogante ragazzotto tutto provocazioni e parolacce resterebbe deluso dalla realtà trovandosi davanti un giovane pacato, che parla un italiano migliore di molti italiani di nascita e quasi ritroso nel raccontare di sé: «Io sto molto bene quando sto da solo. Non sono uno che si sottrae ai fan, è che io riesco ad esprimermi quando sto da solo. Io devo creare e per poter fare le cose che piacciono a loro devo stare da solo». Arrivato in Italia a 12 anni dal Ghana, in aereo con la famiglia, dopo che il padre, nel Belpaese del ‘92, aveva trovato lavoro, casa e scuola per i figli, ha frequentato le scuole a Parma per poi scoprire la passione per il rap. Nei video su youtube e nelle sue canzoni ha portato in scena, prendedoli in giro, tutti i pregiudizi e i luoghi comuni sugli extracomunitari, dai fantomatici 35 euro al giorno alla presunta voglia di non fare niente.
Simonetta Collini ha fatto spiegare a Paul l’episodio che è stata una sorta di svolta nella sua vita : invitato a parlare al programma «Dalla Vostra Parte» di Maurizio Belpietro su rete4 nel dicembre 2016, si è trovato assediato e coperto di insulti dal pubblico, da Alessandra Mussolini, da un mediatore culturale, dopo che erano state lette le parole delle sue canzoni «Mi sono trovato a pensare: ma questi sono seri. Non capiscono che è uno scherzo. Non mi sono spiegato, le loro voci erano più alte delle mie. Il linguaggio che utilizzo, che molti contestano, è quello del rap e trap americano, nella musica mi esprimo al meglio in quel linguaggio lì». Quella che per molti è stata la «trollata» del secolo ha dato impulso al fenomeno Bello Figo ad una divisione netta tra chi lo ama e chi lo detesta pensando che i testi delle sue canzoni siano reali. Nel contempo il video del suo brano «Io non pago affitto» ha raggiunto un numero di visualizzazioni strabilianti, i locali che ospitano le sue serate vengono minacciati e lui insultato sui social «E’ stato brutto vedere che cercavano di farmi chiudere gli account social, che impedissero i concerti. Ma nessuno è mai venuto da me a offendermi o minacciarmi, alle offese e alle minacce online invece ci si abitua dopo un po’». Alla base del grande successo di Bello Figo, come ha detto Collini, c’è un grande scherzo, Bello Figo, che di stile o swag, ne ha da vendere, da qualcuno è definito un genio, un vero e proprio punk dei giorni nostri.
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