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Centro poco sicuro: intervenire subito

Centro poco sicuro: intervenire subito

di Gian Luca Zurlini

28 Gennaio 2017, 10:42

Il centro storico della nostra città, negli ultimi tempi, sta vivendo un vero e proprio allarme-sicurezza. E' di ieri la notizia, che trovate nelle pagine di cronaca, della rapina alla libreria Mondadori di Piazza Ghiaia nel pieno del pomeriggio, che si somma agli inquietanti episodi dei giorni scorsi. Forse è ancora esagerato definirla emergenza, ma di certo le aggressioni ai danni non soltanto di donne e anziani ma anche di uomini in piena salute fisica e i ripetuti vandalismi sono un fenomeno crescente e pericoloso che non va sottovalutato. Nessuno può trincerarsi dietro statistiche o paragoni con altre città per negare quella che è una realtà purtroppo sempre più evidente: oggi il centro di Parma, e non ci riferiamo soltanto all'Oltretorrente, è un luogo nel quale è meglio guardarsi attorno se si deve passare per zone che non siano affollate di persone. E, a volte, neppure questo può bastare. L'«assalto» di alcuni extracomunitari a un fotografo colpevole soltanto di aver cercato di fare il proprio mestiere scattando alcune istantanee di quanto stava avvenendo sullo scalone di accesso alla Pilotta e l'aggressione di una «gang» di giovanissimi teppisti a un ragazzo a pochi passi dal Duomo e dal Battistero avvenuta semplicemente perché aveva «osato» replicare alle loro provocazioni, sono segnali che la situazione, se non affrontata con decisione da tutte le istituzioni, potrebbe sfuggire di mano. Perché l'impressione è che la sensazione di impunità diffusa stia incoraggiando anche in quella che fino a non molto tempo fa poteva essere ritenuta una zona «tranquilla», perlomeno per buona parte del giorno, in un luogo a rischio per chiunque. E' noto che al sabato, dalle parti di via Cavour e dintorni, ci sono bande di ragazzini che spesso fanno i «bulli» con i propri coetanei sicuri come sono di non subire conseguenze così come che in viale Toschi, dietro all'ex pensilina, ci sono giovani che si divertono a spaventare i passanti a suon di petardi e a lanciare rifiuti di ogni genere nel greto. Di esempi se ne potrebbero fare tanti altri, ma il punto è che, se non si interviene in tempi rapidi cercando soluzioni condivise da tutte le istituzioni che sono parte in causa, il centro di Parma rischia di diventare, fatta eccezione per le vie di attraversamento principali, una «terra di nessuno». Quello che serve in questo momento non è una sterile caccia alle responsabilità, quanto piuttosto una «cabina di regia» che veda protagonisti tutti, dalle forze dell'ordine al Comune, dalle associazioni di categoria ai rappresentanti del volontariato e anche, diciamo noi, delle istituzioni culturali come il polo museale della Pilotta o la Sovrintendenza ai beni culturali per mettere in campo tutto quello che serve per invertire la tendenza a un pericoloso declino sul fronte del degrado e della sicurezza. Certo, trovare soluzioni immediate a un problema complesso non è facile. Però non si può neppure più nascondere la polvere sotto il tappeto: servono una vigilanza più continua, presidi anche di volontari che controllino la situazione e segnalino presenze anomale, aggiunti a interventi strutturali, come telecamere di sorveglianza aggiuntive , illuminazione più potente e controlli assidui delle zone più a rischio. Ricette magiche non ne esistono, ma l'unica cosa certa è che, se non si vuole chiudere la stalla (leggi il centro) quando i buoi sono già scappati, si deve intervenire con urgenza.
gzurlini@gazzettadiparma.net

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