SANDRO PIOVANI
E' arrivato a Collecchio a metà mattina, partito di buonora con i ragazzi del 2003 del Montebelluna (formazione di serie D, retrocessa ma che probabilmente sarà ripescata). Ora fa il coordinatore degli allenatori. «Ma no, mi rendo utile, tutto qua». Stiamo parlando di Dino Baggio, che dalle nostre parti è tornato in auge (e non poco) quando ha ricordato ai tifosi del Parma che quest'anno si torna a giocare con la Juventus. In un video-messaggio virale (oltre 19mila visualizzazioni su Facebook) si è proposto per «randellare e far gol ai Gobbi» (testualmente). Una battuta, naturalmente. Niente istigazione alla violenza, anzi. Parlando con lui di calcio, le idee per cambiare le cose sono chiare: «Rinforzare i settori giovanili e insegnare i fondamentali». E tornare ad avere fame: «Oggi - spiega Baggio - dovevano venire anche i 2002, ma hanno “mollato” e allora, per punizione, li abbiamo lasciati a casa». Dicevamo solo una battuta, anche se i suoi livori verso la Juventus sono datati 9 gennaio 2000, quando strofinò le dita in segno di «vil denaro» ricevuto in cambio di favori: una chiara accusa di corruzione che l'ex centrocampista gialloblù spedì, in busta aperta, davanti a migliaia di tifosi e milioni di telespettatori, all'arbitro Farina, durante un rocambolesco Parma-Juventus, celebre, almeno tra i tifosi crociati, anche perché si chiuse con un gol di Crespo in pieno recupero, quando la formazione di Malesani era rimasta in nove da tempo. Uno degli espulsi fu proprio Dino Baggio: 3 giornate di squalifica, 20 milioni di lire di multa e soprattutto l'esclusione dalla nazionale.
Il video che hai spedito a Bar Sport è diventato virale...
«Mi è venuto così, spontaneo, chissà come mai... Quando c'entra il bianco e il nero mi viene da grattarmi... (ride...). Poi non dimentichiamoci delle partite epiche fatte con la maglia del Parma: quando arrivava la Juve, era una partita a sé. Diversa. E per me ancora di più, perché arrivavo da lì e avevo già il dente avvelenato. Io ho Parma nel cuore e Parma resta, anche se ho giocato in tante squadre. Qui a Parma è dove sono stato meglio, dove sono sempre stato trattato bene».
Quel gesto ti costò caro...
«Forse l'ho pagato anche troppo caro. Soprattutto ripensando a quello che è accaduto poi negli anni successivi, cose che sono sotto gli occhi di tutti. A volte dici delle cose, ma devi stare attento a come le dici, perché alla fine sei l'unico che paga, come è successo. Alla fine ho pagato solo io, ma la soddisfazione di aver detto certe cose mi resta. E se tornassi indietro, lo farei ancora... La gente ha capito cosa è successo poi».
Chiellini lo ha rifatto in Champions League...
«A lui non è successo niente però... Un revival. Il mio però era stato più plateale, il suo è stato più nascosto. Mi sembra che l'avesse fatto anche Valderrama».
Questo episodio ti ha tenuto lontano poi dal mondo del calcio?
«Mah... Prima portavo i miei figli a giocare nel settore giovanile del Montebelluna. Li portavo e guardavo gli allenamenti. Ma non avevo voglia di fare di più. Poi da quest'anno mi hanno convinto a tornare in campo, ed ho iniziato questa avventura con i ragazzi. Ed è divertente, anche perché riesci ad insegnargli delle cose che loro capiscono soprattutto quando riescono a metterle in pratica in campo».
Cosa ti senti di dire al Parma, appena promosso in A?
«Solo di cercare di fare una squadra che si salvi senza troppe sofferenze. Per rimanere stabilmente in serie A: questa è la cosa importante. Poi, negli anni, chissà che non arrivi qualcosa di più».
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forse un razzo segnalatore?
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