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Fabi: «C'è rabbia, ma si va avanti»

Fabi: «C'è rabbia, ma si va avanti»

06 Ottobre 2018, 04:40

MICHELE CEPARANO

Amarezza, delusione, rabbia ma anche volontà di proseguire dimostrando che c'è coesione. L'attività va avanti regolarmente ma, sul fronte degli ultimi fatti accaduti, è stato convocato il comitato dei garanti e da Piacenza arriverà un supervisore.

Dopo «Pasimafi», inchiesta che scoperchiò un sistema fraudolento che coinvolgeva la ricerca scientifica insieme ad alcune case farmaceutiche con 87 indagati, poco più di un anno dopo è stata la volta di «Conquibus». E' storia di questi giorni, un nuovo terremoto giudiziario su soldi da parte delle case farmaceutiche che ha travolto la sanità parmigiana e visto finire ai domiciliari il primario di Ematologia Franco Aversa. Come allora, anche adesso Massimo Fabi, direttore generale dell'Azienda ospedaliero-universitaria, non fa mancare il suo fondamentale punto di vista. E, come aveva fatto a «botta calda», non le manda a dire, annunciando anche alcune novità.

«Prima di tutto, però, voglio esprimere fiducia negli operatori - dichiara -. Il mio primo pensiero va, infatti, a tutti coloro che quotidianamente lavorano ad alti livelli». Da dirigente che ha il polso della situazione, Fabi racconta qual è il loro stato d'animo: «Sono vicino a loro perché in questo momento si sentono profondamente feriti da fatti e comportamenti inaccettabili».

Anche lui è «furibondo. Un comportamento scorretto è inaccettabile in assoluto, ma da parte di uno che deve curare la gente è percepito in maniera ancora più negativa».

Ha un messaggio di vicinanza anche ai pazienti che «tutti i giorni trovano un livello qualitativo di assoluto valore all'interno dell'Ematologia, che a Parma ha sempre rappresentato una delle eccellenze. Voglio, a questo proposito, anche rassicurare i duecento pazienti attuali, dei 1.200 che questa unità gestisce nel corso di un anno. Continueranno a essere seguiti con la consueta attenzione e devono continuare a vedere l'unità operativa di ematologia e il centro trapianti di midollo osseo come un'eccellenza professionale». Fabi, che è lui stesso un medico, aggiunge che «lo stato d'animo attuale degli operatori, di cui io faccio parte, è di amarezza, delusione, rabbia ma allo stesso tempo di forte volontà di continuare il lavoro che quotidianamente dedichiamo alle cure. Episodi di questo tipo non scalfiscono, ma aumentano la coesione di una comunità e la determinazione nell'adottare comportamenti che già nel recente passato hanno fatto emergere la volontà della direzione di collaborare con magistrati e organi inquirenti. Attendiamo, dunque, gli sviluppi dell'inchiesta, ma tuttavia ribadiamo che questi fatti e queste notizie sono di una gravità estrema». La sanità di Parma, però, «non è malata. Semmai è malato qualcuno che ne fa parte».

Fabi annuncia che nei confronti dei professori universitari Franco Aversa, il protagonista principale della vicenda che si trova agli arresti domiciliari, Nicola Giuliani e Antonio Mutti, è stata adottata la sospensione d'urgenza e il 17 ottobre sulla vicenda che li riguarda si riunirà il comitato dei garanti, una sorta di ufficio per i procedimenti disciplinari per il personale universitario convenzionato. «Stiamo adottando atti conseguenti e dovuti» dice.

Nel frattempo, la direzione dell'Ematologia e centro trapianti di midollo osseo giovedì è stata affidata a Francesco Leonardi, direttore dell'Oncologia medica, ma, annuncia sempre Fabi, «stiamo attivando una collaborazione con l'ematologia di Piacenza e abbiamo raccolto la loro disponibilità per far venire qui da noi Daniele Vallisa. Avvieremo così una collaborazione stabile e strutturata tra le nostre due realtà». Vallisa, che dirige l'Ematologia e Centro trapianti di midollo osseo di Piacenza, «sarà qui da martedì come supervisore e punto di riferimento per gestire una situazione delicata». Fabi, infine, ricorda come ci sia «un collegamento costante con l'assessore regionale e con la direzione generale dell'assessorato stesso».

Alle sue parole fanno eco quelle di Ettore Brianti, direttore sanitario dell'ospedale Maggiore. «Anche l'attività di ricerca - spiega Brianti - continuerà regolarmente. Abbiamo, infatti, un centinaio di progetti di ricerca, di cui sessanta in corso e altri che stanno per partire. Qui a Parma il livello anche in questo campo è altissimo e coinvolge numerose persone, come i tantissimi ricercatori di grande professionalità che noi dobbiamo tutelare».

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