Per un soffio finì nei guai. Non solo per quel «fatal respiro» insufflato nell'etilometro, ma anche perché il risultato dell'esame sforò di un nonnulla il secondo limite previsto dalla legge, quello oltre il quale i dolori del «doposbornia» sono ben più pesanti. Il primo è di mezzo grammo di alcol per litro di sangue, oltre il quale sono multe e sanzioni amministrative di vario genere. Il secondo è di 0,8 grammi per litro: oltre, si finisce anche davanti al giudice. Per un 60enne parmigiano fermato da una pattuglia della municipale delle Terre verdiane verso una mezzanotte del 2013 il «verdetto» dello strumento fu di 0,82. L'uomo non presentava alcun sintomo particolare: si reggeva benissimo sulle gambe e non parlava a vanvera. Ma tant'è.
Scattò la sospensione della patente, e, oltre al resto, scattò la denuncia per guida in stato d'ebbrezza. Ma ieri, l'automobilista assistito dall'avvocato Filippo L'Insalata ha visto sparire le accuse a proprio carico: solo un attimo dopo essersi sottoposto all'esame gli venne notificato che avrebbe potuto farsi assistere da un legale di sua fiducia. Un soffio «anticipato» che ora, a distanza di quattro anni, ha spazzato via l'accusa. L'automobilista è stato assolto dal giudice Giuseppe Monaco. Ma L'Insalata aveva a disposizione un'altra freccia per il proprio arco. Non c'era solo la spiegazione tardiva. Anche lo strumento che doveva accertare le condizioni etiliche dell'uomo doveva essere sottoposto ad accertamenti e tarature. E invece l'etilometro, omologato nel '99, non era stato revisionato. Dettaglio di non poco conto, se si pensa che la denuncia scattò per quegli 0,02 grammi di alcol per litro di sangue. Un soffio.rob.lon.
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