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In via Po circondati dal degrado

In via Po circondati dal degrado

16 Gennaio 2017, 13:25

Michele Ceparano

Stanca di vivere nel degrado. Non ne può più Teresa Ardino. La sua casa in via Po 12, residenza di proprietà dell'Acer dove la signora ottantatreenne vive con Filippo, il figlio disabile, è da parecchio tempo «circondata». Dove vive la signora Teresa - quasi di fronte alla casa di cura Piccole Figlie - si può invece definire una specie di oasi. «Guardate - spiega -. Io in casa mia tengo tutto in ordine. Ma sono circondata dal degrado e dal disordine. D'estate, con tutte queste erbacce, qui è pieno di insetti. Api, mosche, zanzare». Inoltre, i topi. «Mi hanno mangiato i cavi elettrici dell'auto (parcheggiata nel cortile, ndr) - continua -, che adesso non va più». Dietro la casa stessa scena: la porzione di terra di Teresa è tenuta benone. Oltre la rete invece il degrado e l'incuria tornano a regnare sovrani. Anche qui erbacce, rifiuti, fango e cose abbandonate. «Prima - continua la donna - c'era una vera e propria foresta che abbiamo sistemato e fatto pulire a nostre spese e con l'aiuto di un amico». Via Po è stata una delle zone di Parma più pesantemente colpite dall'esondazione del Baganza, avvenuta nell'ottobre del 2014. «Anche qui c'era un macello - puntualizza -, tutto allagato, specie le cantine. Ma ci siamo messi d'impegno e abbiamo pulito tutto. Noi». Lo dice con una punta d'orgoglio. Lei, alla sua età, lavora ancora e ha un figlio disabile da mantenere. Poi, però, l'orgoglio lascia di nuovo spazio all'amarezza. Indica la casa di fianco, abbandonata da tempo e, pare, a più riprese anche rifugio per occupanti abusivi. «Ho chiamato l'Acer mille volte - aggiunge -, mi sono perfino rivolta a un avvocato. Non ho ricevuto nessuna risposta. E pensare che io pago l'affitto pieno... Non pretendo niente. Soltanto che mettano un po' a posto qui intorno». Via Po non è in campagna, in bicicletta si raggiunge piazza Garibaldi in un lampo. «Qui dobbiamo chiedere il permesso per tutto - fa l'elenco -, per l'antenna e per la caldaia. Telefono e tv funzionano male. E noi paghiamo anche». Dopo l'alluvione, racconta ancora la signora Teresa, «le cose sono peggiorate. Ma anche prima non è che qui andasse meglio». E' passata anche gente che ha chiesto a loro a chi potevano rivolgersi per affittare le case, «segno che qui le cose potrebbero anche cambiare in meglio, con l'ingresso di altre famiglie». Conclude lanciando perciò un appello con la speranza che stavolta non cada nel vuoto: «Chiediamo che vengano a fare un po' di pulizia perché, specialmente quando arriverà il caldo, tra gli insetti e tutto il resto, la situazione sarà ancora peggiore. Noi abbiamo sempre fatto la nostra parte, ma chiediamo che anche l'Acer si interessi un po' di più contribuendo in minima parte. E poi siamo di fronte alle Piccole Figlie, una casa di cura... Basterebbe un poco di rispetto e di pulizia in più».

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