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La Lucchese ai raggi X

La Lucchese ai raggi X

27 Maggio 2017, 11:07

Paolo Grossi

Potendo scegliersi un avversario tra le sette rimaste in lizza in questi play-off molti in casa crociata avrebbero indicato la Lucchese. Bisogna dunque essere onesti e ammettere che quello di giovedì è stato un sorteggio fortunato. Questo poi non significa che la doppia sfida con i toscani non possa nascondere insidie. Però un po' di sano realismo nella vita aiuta sempre a mantenere l'equilibrio.

E allora diciamo che la Lucchese si era piazzata nona nel girone A, in realtà alla pari con la decima (il Renate) e l'undicesima (il Pro Piacenza, escluso dai play-off) con 51 punti e la graduatoria è maturata attraverso la classifica degli scontri diretti. In realtà la Lucchese di punti ne aveva fatti 53, ma due le sono stati tolti d'ufficio: uno per irregolarità nella fidejussione necessaria a iscriversi, l'altro per non aver versato, entro il 17 ottobre 2016, le ritenute Irpef e i contributi Inps relativi agli emolumenti dovuti ai propri tesserati, e dipendenti dipendenti per luglio e agosto 2016.

Un allievo di Guidolin

47 i gol fatti (settimo attacco del girone) e 39 quelli subiti (quarta miglior difesa dopo Livorno, Alessandria e Renate). E la fase difensiva in effetti sembra essere il punto forte del complesso di Lopez, il tecnico cinquantenne che vent'anni fa era al centro della difesa del Vicenza di Guidolin, «maestro» da cui deve aver appreso molto, così come da Edy Reja, di cui è stato il secondo alla Lazio. Il disegno tattico è il 3-5-2, la squadra sta abbastanza acquattata in basso, chiusa, un po' stile-Piacenza al Garilli, tanto per sapere a che cosa si va incontro.

Difesa e fortuna

Nel doppio confronto degli ottavi contro l'Albinoleffe i toscani, se gli highlight video fanno testo, sono stati dominati sia all'andata che al ritorno, indirizzando tra i pali della porta avversaria una sola vera conclusione: la punizione a giro, sotto il sette, con cui Bruccini ha siglato l'1-0 finale del match di andata al 97'. Il ritorno a Bergamo è stato una sofferenza, un assedio continuo e solo l'imperizia dell'Albinoleffe nelle conclusioni e qualche parata del portiere Nobile ha consentito ai toscani di staccare il pass per i quarti. In trasferta, in campionato, pe r i rossoneri solo 3 vittorie (l’ultima il 23 dicembre, 2-1 al Piacenza), 8 pareggi e 8 sconfitte con 17 reti fatte e 24 subite. Poi però è arrivato il 2-1 di Arezzo nel primo turno dei play-off.

Le «stelle» rossonere

La Lucchese è in sostanza una squadra di categoria, con elementi di categoria, arricchita da qualche pedina dal decoroso curriculum. Ad esempio il centrocampista Mingazzini, 37 anni, un passato in serie A con Atalanta e Bologna, o il difensore Capuano, già con Bologna, Palermo e Catania. In rosa c'era fino a gennaio il centravanti Forte, poi passato al Perugia, e che in poco più di un girone aveva realizzato 15 gol. Sempre a gennaio se ne è andato, (in D, all'Imolese) il beniamino dei tifosi crociati Cristian Longobardi, passato in Toscana dopo il «taglio» da parte del Parma. Ora l'attacco si affida a De Feo (9 reti in stagione), prodotto delle giovanili del Milan che si ispira a Cassano e a un altro attaccante non di ruolo come Fanucchi, 36 anni, lucchese del sasso che da piccolo stravedeva sapete per chi? per Roberto Paci, bomber in maglia crociata ai tempi di Arrigo Sacchi e poi bandiera appunto dei rossoneri toscani.

Quindi in avanti la Lucchese non dà molti riferimenti agli avversari e cerca di sfruttare all'osso situazioni da calcio piazzato. Dietro, il mestiere di Capuano si associa alla grinta dell'argentino Espeche, un Paletta dei poveri, e dell'albanese Dermako, dalle ottime doti aeree. In mezzo Mingazzini, quando sta bene, organizza, Bruccini corre e e Gargiulo usa più sciabola che fioretto.

Lo stadio della Lucchese è il Porta Elisa, 12.400 posti ridotti a 7.500 per l'assenza delle misure di sicurezza dettate dalla legge Amato. Ospita i rossoneri dal 1935- Il Parma spera di espugnarlo il 4 giugno, sulla strada per Firenze.

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