LEO NUCCI 10
Rigoletto
Per i suoi 50 anni di carriera, per gli oltre 500 Rigoletto che ha cantato, perché a 75 anni continua a tenere su lo spettacolo (qualcuno sostiene che è lui a dirigere) con la sua passione, la sua attorialità, la sua capacità di “essere” questo personaggio. Il massimo dei voti è una parziale ricompensa per la sua generosità.
JESSICA NUCCIO 8½
Gilda
Le sue capacità non si possono mettere in discussione: affronta con agio gli acuti e i virtuosismi, sa fare i filati e cantare in pianissimo anche nelle tessiture più impervie, realizza le richieste registiche facendo evolvere il personaggio e tutto questo lo fa apparire quasi facile, nonostante l’emozione di una prima.
STEFAN POP 6½
Duca di Mantova
La voce ce l’ha, il physique du rôle anche, ma si era fatto apprezzare di più in Bohème, lo scorso marzo, nel ruolo di Rodolfo. In Rigoletto ha peccato di qualche discontinuità, qualche opacità, a volte ha avuto difficoltà nel dominare la propria voce e nel dare consistenza alle sfumature della musica.
GIACOMO PRESTIA 9
Sparafucile
La sua esperienza si sente nell’interpretazione del borgognone, sicario di professione: personalità, autorevolezza, presenza scenica, voce da basso profondo che non ha problemi a intonare il fa grave nel duetto con Rigoletto. Pare un peccato averlo avuto a Parma per un ruolo così piccolo. Sarà per la prossima volta...
MARTINO FAGGIANI 9
Coro del Teatro Regio
È ormai una garanzia, difficile che possa deludere: si percepisce l’esperienza, la passione che sta dietro il risultato, lo studio, l’intelligenza della musica, la capacità di interpretare le parole e le loro sfumature: un lavoro di gruppo che, ovviamente, molto deve alla guida del maestro Martino Faggiani.
FRANCESCO I. CIAMPA 6½
Orchestra dell’Opera Italiana
L’orchestra funziona, sotto la guida della bacchetta di Ciampa, non ci sono intoppi nell’appiombo tra buca e palcoscenico, ma a volte qualcosa sembra frenare il discorso. Manca un po’ di scandaglio in più nelle pieghe della musica, un po’ di approfondimento, una maggiore aderenza al senso drammaturgico.
ELISABETTA BRUSA 9
Regia
Lo spettacolo rappresenta la tradizione, nel senso più alto della parola, e per questo ha successo da trent’anni. Elisabetta Brusa non ha manie di protagonismi ma fa sì che tutto funzioni, con la cura della regia, mentre le scenografie e i costumi di Pier Luigi Samaritani continuano a incantare per la loro bellezza.
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