RICCARDO CENI
DIRETTORE DEL CONSERVATORIO «BOITO»
Riccardo Muti è una figura di assoluta rilevanza per la cultura musicale italiana. Come direttore d’orchestra, ha saputo mettersi al servizio della musica con grande umiltà e rigore, secondo la lezione di Arturo Toscanini; ha saputo farsi divulgatore ed educatore, occupandosi con passione della formazione di giovani musicisti e fondando l’Orchestra Giovanile “Luigi Cherubini”. Non dimentichiamo, inoltre, il suo impegno civile, che ha portato la musica in luoghi simbolici (da Beirut a Gerusalemme, da Sarajevo a Damasco): la nomina a senatore a vita è un fatto auspicabile e opportuno.
MARCO CAPRA
PRESIDENTE «CASA DELLA MUSICA»
Sono passati quasi settant’anni da quando il capo dello stato Luigi Einaudi offrì a Toscanini la nomina a senatore a vita. Oggi, quando si propone la nomina di Riccardo Muti a senatore a vita, quella familiarità con i grandi nomi della musica classica e con il suo repertorio è solo un ricordo che, per di più, si va perdendo con grande rapidità. Per questa ragione, la nomina di Muti, il direttore d’orchestra italiano in attività di maggior prestigio in campo internazionale e quello che più di altri si è adoperato per la salvaguardia del nostro italiano (con una attenzione per Verdi, in particolare), avrebbe il valore della orgogliosa riaffermazione, rivolta anche all’interno del nostro Paese, della identità culturale italiana.
MAURO BIONDINI
AUTORE E REGISTA DI FILM- DOCUMENTARI TV
Ricordo l’emozione che provai nell’ascolto de La cavalleria rusticana da lui diretta a Ravenna, così come nel Falstaff di Busseto del 2001. Fu qualcosa di incredibile. Quando venne a Parma per la mostra sulla Tebaldi gli parlarono del mio docu-film sul soprano e mi fece i complimenti. La nomina sarebbe un giusto riconoscimento per la carriera e per come si è speso per la lirica.
FRANCESCO TAGLIAVINI
VIOLINISTA E DIRETTORE D’ORCHESTRA
Il Maestro Muti Senatore a vita? Come musicista, e in particolare come membro del Teatro alla Scala, rispondo senza esitazione: magari! Credo però che se si vogliono evitare risposte scontate, senza voler passare per pessimisti, siano d’obbligo un paio di riflessioni. La prima: un paese che, dall’uomo della strada fino agli alti ranghi della politica, considera normale un diffuso e sereno analfabetismo musicale, che vantaggio sarà in grado di trarre, o anche solo di percepire, da questa illustre nomina? La seconda: un uomo abituato a lavorare di fronte alle più importanti compagini del pianeta, che sensazione potrà trarre da un’assemblea in cui il tema cultura occupa, sia come tempi sia come considerazione economica, una parte residuale del proprio dibattito?
PATRIZIA MONTEVERDI
SEGRETARIO PARMA LIRICA
La musica e l’arte sono il peculiare patrimonio italiano che tutto il mondo ci riconosce e ci invidia. Di questa nostra incomparabile ricchezza Riccardo Muti è stato per tutta la sua vita divulgatore e mentore. Ogni suo successo internazionale ha portato agli occhi del mondo l’esaltante bellezza della cultura italiana. Con determinazione e prese di posizione coraggiose ha difeso e continua a difendere questa nostra ricchezza che noi troppo spesso diamo per scontata. Se perdiamo la nostra musica e la nostra cultura perdiamo la parte migliore della nostra italianità. Assegnare a Riccardo Muti un importante ruolo istituzionale com’è il titolo di Senatore della Repubblica Italiana non è solo un atto di riconoscenza per tutto il lavoro svolto in nome dell’Italia nella sua esaltante carriera ma significa rivendicare con forza i nostri valori.
MICHELANGELO MAZZA
VIOLINISTA E DIRETTORE D’ORCHESTRA
Muti senatore a vita? Magari! Per me è stato un modello, uno dei primi direttori con cui ho lavorato appena diplomato quando suonavo nella Filarmonica della Scala. E’ stato il primo grande che ho visto da vicino e mi ha segnato profondamente. Il Maestro è l’ambasciatore della musica e dei nostri massimi compositori quindi non vedo persona più indicata di lui. E’ una persona piena di valori, di identità nazionale e di musica che poi è il nostro grande patrimonio, così poco sfruttato. Credo sia il massimo esperto verdiano vivente, riferimento e caposaldo per cantanti, musicisti e direttori d’orchestra. Si parlerà del suo lavoro sulla musica per secoli. Credo che le sue esecuzioni siano le più vicine a quello che il compositore ha voluto. Non c’è persona più indicata per una nomina simile, anche per la sua difesa strenua della cultura sempre mettendoci la faccia!
ANGELA CAUZZI
SOVRINTENDENTE TEATRO PONCHIELLI
DI CREMONA, EX DIRETTORE
TEATRO REGIO DI PARMA
Sarebbe una nomina giusta per il suo lavoro con i giovani, per il grido che manda contro il non riconoscere alla musica e alla cultura quello che andrebbe ad esse riconosciuto e per la sua attenzione alla figura di Verdi ma non solo. Cremona è legata a Monteverdi e lo promuoviamo con fatica perché non appartiene ai melomani, non alla quotidianità culturale della gente, non è Verdi insomma, ma è importante per la nascita del melodramma e del recitar cantando. Non posso dimenticare ciò che disse su Monteverdi e Stradivari al termine di un concerto: “E’ un miracolo dell’umanità di cui si sono appropriati gli stranieri. Dobbiamo rifarlo nostro per la comunità intera. Essi sono risorse per tutto il Paese”. Con Muti sono cresciuta musicalmente. Mi ha sempre incoraggiata anche di fronte ai progetti musicali più arditi. La sua cultura spazia a 360 gradi. E’ la persona più giusta da nominare.
GIOVANNI BORRI
PRESIDENTE GAZZETTA DI PARMA
Sono da anni un sostenitore del maestro Muti e anche in questi giorni sono stato a Ravenna per ascoltarlo. E’ un grande italiano che all’estero ci invidiano. Dobbiamo essergli grati per tutto quello che ha fatto in carriera e per l’approfondimento e l’insegnamento di Verdi nel massimo rispetto del compositore. Muti, pur dirigendo magnificamente le partiture di tutti i compositori, si è speso senza risparmio per la cultura e l’opera italiana e questo non deve essere dimenticato, quindi credo che un giusto riconoscimento per l’uomo e l’artista possa essere quello della nomina a senatore a vita. Riccardo Muti è un personaggio unico che aiuta a far crescere l’immagine positiva dell’Italia nel mondo, ha tutte le doti morali e intellettuali per una simile nomina. Non solo la sua figura rappresenta la cultura, ma sono certo che sarebbe in grado di dare un forte contributo allo sviluppo di essa nel nostro Paese. Considero il Maestro una grande persona e sono onorato di essergli amico.
IL BARITONO SALSI
Il baritono parmigiano Luca Salsi, è da molti considerato «il baritono di Muti». Con il maestro, Salsi ha infatti cantato negli ultimi anni parecchie opere verdiane nei più importanti teatri del mondo. «Se c’è una persona che va fatta senatore a vita è Muti. - dice il cantante - Se vediamo chi sta promuovendo la cultura italiana ad altissimi livelli troviamo lui. Sfrutta ogni occasione che sia concerto, opera o incontro pubblico. Esprime il suo parere mettendoci sempre la faccia e dice di essere fiero di essere italiano. Credo sia la figura più indicata per questa nomina. Ho avuto la fortuna di iniziare a lavorare con lui 4 anni fa e se dirige un’opera verdiana mi chiama. Quest’estate a Salisburgo, al ricevimento dopo l’Aida si è lasciato andare ad un’esternazione che mi ha veramente commosso. Ha detto “per me il miglior baritono al mondo è Salsi”. Gli chiedo un sacco di consigli musicali e lo chiamo per le scelte artistiche. Quando studi qualcosa con lui ti rimane per sempre. Una volta ero al Metropolitan per una Lucia alla sera, verso l’ora di pranzo mi chiamano per sostituire Domingo indisposto nell’Ernani. Al Met infatti, fanno doppia recita al sabato. Mancavano trenta minuti all’apertura del sipario e sono corso in teatro. Mi hanno buttato addosso un costume e sono entrato in scena cantando l’opera che non eseguivo da due anni ma, avendola studiata con Muti, non mi ero dimenticato una nota!». I.N.
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