Pierluigi Dallapina
I figli dei baby boomers fanno sempre meno figli e anche gli stranieri hanno rallentato i loro tassi di natalità, tendendo ad adeguarsi a quelli risicatissimi degli italiani. Questa fotografia generale è confermata dai dati raccolti dall'Ufficio statistica della Provincia e pubblicati nell'ultima edizione del bilancio demografico, presentato ieri. «Sono dati essenziali, perché permettono agli enti, tipo le amministrazioni comunali, di pianificare in modo corretto vari tipi di servizi, come i servizi educativi e quelli agli anziani», commenta Paolo Bianchi, consigliere provinciale delegato alla Statistica.
IL SALDO DEMOGRAFICO
Fino a novembre 2017 il Parmense presentava un saldo naturale negativo di 1.433 persone (cioè ci sono più decessi che nascite) e prosegue la diminuzione delle nascite, in calo del 3,9% rispetto all’anno precedente (-143 bambini in valore assoluto).
«In effetti, il saldo naturale nella nostra provincia è negativo da molti anni, l’ultimo valore positivo risale al 1972. Mentre fino al 2012 questa diminuzione veniva ampiamente compensata dall'immigrazione, negli ultimi anni la crisi economica ha fatto diminuire i flussi in ingresso e aumentare quelli in uscita, anche di cittadini italiani», fa notare Monica Cavalli, dell'Ufficio statistica, per poi ricordare che il numero degli emigrati italiani, a livello nazionale, è più che triplicato, passando dai 36mila del 2007 a 115mila nel 2016. Della serie: l'Italia è una nazione poco attraente, sia per gli italiani che per gli stranieri.
LA POPOLAZIONE
A livello complessivo, la popolazione provinciale è comunque aumentata di 1.651 persone (+0,37%), arrivando a quota 449.858 e confermando Parma come la città più popolosa dell'Emilia Romagna, dopo Bologna, grazie ai suoi 194.934 abitanti registrati al primo gennaio 2018. Va ricordato che nel 2008 i parmigiani erano 178.718.
Per quanto riguarda gli stranieri, sommando quelli della città e quelli della provincia si arriva a quota 61.921 persone, il 13,8% del totale della popolazione, con un aumento rispetto all’anno precedente di 1.369 individui, pari al +2,3%. Queste percentuali di crescita della popolazione straniera sono considerate modeste se confrontate con quelle che venivano rilevate a partire dal 1995, con aumenti, in alcuni anni, del 20%.
I DATI COMUNALI
L’aumento di popolazione riscontra a livello provinciale è quasi completamente spiegato dall’aumento del comune di Parma, che è il secondo comune più popoloso della Regione, dopo Bologna.
Il resto della provincia, dal primo gennaio 2018, ha una popolazione quasi uguale a quella dell’anno precedente, con una crescita di sole 32 persone, anche se la popolazione complessiva è calata in 24 comuni su 45. I decrementi maggiori si registrano a Valmozzola (-3,6%), Tornolo (-2,8%) e Monchio (-2,4%).
LE NAZIONALITA'
Tra le cittadinanze più numerose, al primo posto ci sono i romeni (9.004 individui, in crescita del 6,4%), seguiti dai moldavi (6.828 diminuiti del 3,1%) e dagli albanesi (6.395 e -0,9%). Cala anche dell'1,7% il numero dei marocchini, arrivati a quota 4.409, mentre sono in crescita i nigeriani +13,1%, i pakistani +10,2% e i cinesi +6,9%.
Parlando delle fasce d'età, quella in cui gli stranieri hanno una presenza più numerosa rispetto alla popolazione complessiva è quella compresa fra i 30 e i 34 anni (pari al 28,3%). Un bambino su quattro, invece, nella fascia d'età compresa fra gli zero e i quattro anni, è figlio di genitori stranieri.
STRANIERI NEL PARMENSE
Le più alte percentuali di crescita di popolazione straniera si verificano a Palanzano, Varsi, Calestano, Albareto e Bardi, tutti con aumenti superiori al 10% nell’ultimo anno. A Palanzano, su 20 nuove persone 18 sono straniere.
Va però ricordato che nell'ultimo anno in 16 comuni su 45 è stata registrata una diminuzione degli stranieri.
La più alta incidenza degli stranieri sulla popolazione totale si registra nei comuni di Langhirano (20,7%), Calestano (20,1%) e Colorno (17,4%).
LE ETA' SCOLARI
La fascia d'età compresa fra i 6 e i 10 anni è cresciuta di 111 bambini (+0,5%), così come quella compresa fra gli 11 e i 13 anni, che è aumentata di 313 residenti (+2,7%) e quella relativa ai ragazzi che frequentano le scuole superiori, con un più 1,8%, pari a 337 persone. Calano invece i bambini nella fascia d'età che va dagli zero ai 2 anni (asili nido) e in quella compresa fra i 3 e i 5 (scuola dell’infanzia): la prima diminuisce del 2,3% e la seconda dello 0,9%.
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