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Parma, match point buttato

29 Aprile 2018, 10:11

Paolo Grossi

Per dirla con il tennis, un bel match point gettato alle ortiche. Il Palermo e il Frosinone che perdono potevano rendere un eventuale successo del Parma in casa della Pro Vercelli ultima in classifica, un passo quasi decisivo verso la serie A. Invece questo inopinato ko comprime la classifica e azzera le future possibilità di errore. Anzi, nella disgrazia è andata bene così. Il Parma s'è presentato al Piola sgonfio, sulle gambe già dai primi minuti e ha avuto un lodevole ma tardivo, troppo tardivo risveglio nel finale, quando è stato anche jellato, ma di quella jella che ti sei andato meticolosamente a cercare. D'Aversa aveva scelto, in assoluta emergenza, di schierare Gazzola a centrocampo, facendo spazio alla coppia verde Mazzocchi-Sierralta in difesa. In attacco aveva riproposto Baraye con Calaiò e Siligardi. Nei piemontesi c'è Reginaldo, grande ex, e soprattutto un assetto, il 4-3-3, pensato per meglio contrastare il Parma rispetto al 3-5-2 a cui ultimamente si affidava Grassadonia.

ANDAMENTO LENTO
Il primo cenno di cronaca fa cadere le braccia: al 14' infatti si infortuna anche Mazzocchi, cioè uno dei più freschi, giovani e con gamba tra gli elementi a disposizione. Entra Dezi che se stava in panchina è perché non era ancora al 100%. Quindi una scelta quasi obbligata ma certamente rischiosa. Gazzola da centrocampista torna terzino. In questa fase iniziale il Parma è contratto, forse preoccupato dalla gestione delle risorse fisiche. Gode di molta libertà Mammarella, un terzino sinistro dal piede raffinato che D'Aversa conosce bene per averlo avuto prima da compagno poi da allenatore a Lanciano (e aver provato a farlo venire a Parma): Gatto davanti a lui porta via il terzino mentre né Dezi né Siligardi riescono ad accorciare su di lui. I crociati in questa fase sono poco puliti nel fraseggio: la scarsa precisione nei tocchi si trasforma in palle perse e occasioni che sfumano in avanti. E senz'altro la Pro va più forte, forse facendo meno calcoli sull'autonomia. Il Parma invece gioca già in avvio come se si fosse al 90': è torpido, lento, per nulla reattivo. Insomma, all'intervallo lo 0-0 rispecchia da un lato la scarsa vena dei crociati, dall'altro la poca forza di penetrazione dei loro avversari, che però hanno speso di più sul piano fisico.

REAZIONE TARDIVA
Quando si riparte la musica non cambia. Il tempo di combinare male una ripartenza con Siligardi ed ecco che il Parma è già alle corde. Piovono cross da un lato e dall'altro e al 5' Germano traversa, Gatto di testa fa sponda e, sempre di testa, da due passi Castiglia insacca l'1-0. Più che legittimo, va detto. A difesa schierata ma imbambolata. Il Parma non reagisce e Reginaldo da venti metri scheggia la traversa con un missile di destro. Protestano furiosamente i piemontesi quando Gazzola respinge, secondo loro con una mano, una botta ravvicinata a colpo sicuro di Gatto. Siligardi si mette a zoppicare e D'Aversa si gioca Ciciretti. Il Parma, spompato, è abbastanza slegato e la Pro trova sempre spazi liberi per ripartire. Quando entra Ceravolo per Baraye si passa al 4-3-1-2 ed è proprio Ceravolo a centrare una traversa con un «cucchiaio» dopo uno scambio stretto in area con Ciciretti. Grassadonia risponde passando al 5-3-2. Adesso i padroni di casa stanno acquattati in basso e il Parma prova a schiacciarli, anche se così gli spazi non abbondano. Ne trova però quanto basterebbe Dezi che, imbeccato da una rovesciata di Calaiò, solo a due passi dal portiere si impappina platealmente. Altra traversa, con deviazione di Pigliacelli, su girata di Ciciretti: insomma, manca anche un pizzico di buona sorte. Quando poi, al 5' di recupero, Gagliolo e Iacoponi mancano gol che parevano fatti, non c'è che da andare a casa a testa bassa. C'è l'amaro in bocca per un altro enorme spreco dopo quello di Chiavari, ma anche la preoccupazione per lo stato fisico di una squadra che molto ha speso, ma molto ha anche pagato, per la sua irresistibile rimonta. Se un raggio di luce trapela dal ko di ieri è nella verve di Ciciretti e Ceravolo. E' vero che hanno potuto concentrare le energie in uno scampolo, ma i due acquisti più «glamour» di questa stagione hanno nelle loro corde il potenziale per incidere nelle ultime giornate.

LE PAGELLE

FRATTALI 6
Attento quando serve, tipo sul bolide di Reginaldo e su un paio di mischie nel primo tempo.

MAZZOCCHI sv
Un paio di sgroppate e stava già soffrendo la catena Mammarella-Gatto quando s’è fatto male. Che dire? Non resta che Fontanellato...

> DEZI 5
Certamente non si aspettava di giocare così tanto ieri e magari non era spavaldo per via del recente infortunio muscolare. Lodevole la sua disponibilità, esecrabile l’insistenza nel mangiarsi gol clamorosi.

SIERRALTA 6
Alcune vistose ingenuità dovute forse alla desuetudine alle gare e alla giovane età, ma anche tante situazioni ben rimediate, con fisico e personalità. Tra i pochi, per ovvii motivi, a non sembrare in debito.

IACOPONI 6
Senza Lucarelli e Di Cesare deve prendersi più responsabilità e specie nel primo tempo fa fatica a dirigere un reparto schiacciato perché senza filtri davanti. Alla lunga però prevalgono il suo mestiere, la sua irruenza, la voglia di non mollare. Peccato che questo cocktail non sia bastato a spingere in rete quel pallone al 95’.

GAGLIOLO 6
Parte molto male, impreciso e persino goffo in alcune circostanze. Alla distanza però lievita, chiude, spinge, fa valere la sua grande forza e dio sa quanto bisogno ce ne sia in questo periodo. Lucidità e qualità però non sempre viaggiano al suo fianco, basti pensare alla svirgolata del 95’.

GAZZOLA 5,5
A centrocampo inizia a fronteggiare Castiglia, poi torna subito terzino. Prova a spingere sino alla fine ma è meno brillante e tecnicamente meno pulito del solito.

VACCA 6
A ritmi bassi, come imponevano il caldo e le sue precarie condizioni, riesce però a rimanere nel fulcro del gioco, facendosi sentire sia in interdizione che in costruzione. Non ha il fisico di Munari, ma ha fatto con ordine la sua parte.

BARILLÀ 5
Ha pagato ieri, probabilmente, il dispendio delle ultime gare dopo tanta inattività. Fatto sta che è stato opaco e troppo spesso in ritardo sui palloni. Faticava proprio a tener dietro al gioco sulle due fasi.

SILIGARDI 5
Idem come sopra. Vistolo all’opera in modo così farraginoso, forse era meglio far giocare un altro dato che nel suo ruolo c’è abbondanza. Certo, è senno del poi, ma la sua prova è stata negativa su tutto il fronte.

> CICIRETTI 6
E’ entrato in un momento in cui gli era possibile pensare solo, o quasi, alla fase offensiva, e allora diventa davvero incisivo con conclusioni, assist e un evidente affiatamento speciale con Ceravolo. Da rivedere su tempi più lunghi, ma la sensazione è che possa mettere il suo sigillo sul finale di stagione.

CALAIÒ 5
Meno mobile del solito, nel primo tempo anche piuttosto isolato, ha comunque avuto due ghiotte occasioni sulla testa, non cavandoci nulla.

BARAYE 5,5
E’ stato il più attivo dei tre davanti, il più generoso anche nei ripiegamenti. E però se sei un attaccante devi pungere, specie quando la squadra ha bisogno delle tue doti offensive. Lui invece troppo spesso abbassa la testa e sbatte contro gli avversari.

> CERAVOLO 6
E’ confortante la verve che ha esibito, con un colpo di sfortuna quando la traversa gli ha negato un gol spettacolare. Ecco, riaverlo finalmente senza problemi fisici nelle ultime quattro gare potrebbe essere una bella polizza.

All. D’AVERSA 5,5
Alla fin fine il pareggio sarebbe stato il risultato più giusto, e i suoi hanno mancato diverse nitide palle gol che avrebbero dato un senso diverso alla partita e a questi voti. Epperò per oltre un’ora la squadra è stata inguardabile, con le gomme a terra, impotente. Quel che resta è l’incredulità per una battuta d’arresto impensabile e purtroppo fotocopia di quella di Chiavari, oltre a una punta di preoccupazione per lo stato fisico del gruppo. Peccato perché speravamo che l’ondata di entusiasmo e autostima potesse portarci fino in fondo. Il ciapanò però lo giocano anche gli altri, e allora c’è ancora speranza. Basta non sbagliare più.

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