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Protesta in via Bixio: «Schiamazzi e risse davanti all'Openshop24»

Protesta in via Bixio: «Schiamazzi e risse davanti all'Openshop24»

08 Ottobre 2017, 12:44

Chiara Pozzati

Una fetta di quartiere con non pochi problemi, esposti, richieste del Questore. «Ma il giorno dopo resta tutto così com’è». Tornano a infiammarsi gli animi di commercianti e residenti di via Bixio sul piede di guerra per la fauna attirata dall’«Openshop24».

Nel frattempo i poliziotti, lontano da riflettori, rispondono alle chiamate inferocite. L’ultimo intervento ha visto due volanti arrivare a razzo di fronte al mini-supermarket a gettoni.

Gli agenti hanno identificato quattro giovani all’interno del punto vendita. Bilancio: due di loro sono stati accompagnati in borgo della Posta per passare sotto la lente i documenti, un altro ha alle spalle una lunga serie di precedenti penali.

«Siamo grati alle divise per la vicinanza costante, ma il problema va affrontato alla radice – si schiariscono la gola i più agguerriti -. Siamo rimasti di stucco di fronte alla risposta arrivata dal Municipio, certo è che non siamo soddisfatti e non ci arrenderemo fintanto che non verrà trovata una soluzione definitiva».

C’è già chi parla di “piccola mala di quartiere”, chi insiste per imboccare le vie legali contro il Comune, chi vuole fondare un comitato. Sta di fatto che in questo spicchio d’Oltretorrente si naviga in acque agitatissime. Negli androni dei palazzi e oltre le vetrine si rigurgitano rabbia ed esasperazione. Poi via di foto, video scattati dalle finestre per raccogliere prove «che solo l’amministrazione sembra non trovare».

A far precipitare la situazione «il costante andirivieni di derelitti. Come la goccia che scava la roccia: succede tutti i giorni. Personaggi che urlano, mollano le bici appena rubate, spacciano e usano l’Openshop come fosse un salotto di casa».

A parlare è una giovane donna che intercetti col cane al guinzaglio. «E questo è solo quello che si vede di giorno, ma anche di notte la situazione non migliora. Schiamazzi e risse qui di fronte – gli occhi roteano verso il supermercato self-service – non sono certo mancati in questi anni».

Già, perché di anni si tratta ormai. Mentre la Questura prosegue nel suo via vai, gli accertamenti della polizia municipale sono ancora in corso.

Due giorni fa, quando è scoppiato il casus a causa della comunicazione ufficiale del Questore, protocollata in Comune il venti luglio, è arrivata la spiegazione dall’assessorato alla Sicurezza: «Posto che non è sufficiente sostenere che un problema si è acuito per effetto della semplice presenza di un attività, ma occorre dimostrarne il contributo diretto e in considerazione del fatto che il Questore ha rinviato al Comune la valutazione del provvedimento da adottare, sono da tempo in corso gli opportuni accertamenti della Polizia municipale».

Una risposta che non solo non ha convinto, ma anzi ha alimentato l’esasperazione di residenti e commercianti costretti a questa convivenza non semplice.

«E’ inaudito che la reazione dell’amministrazione sia stata questa – replica chi minaccia rappresaglie -. Abbiamo presentato un esposto particolarmente articolato, ma preciso nelle richieste. Si è levata anche la voce del Questore, cosa occorre di più?».

«E sia ben chiaro: qui non si parla di razzismo – sentenzia un 50enne, mani da muratore, naso da Cirano -. Semplicemente di rispetto delle regole e del prossimo. Ti ubriachi, rubi, dai fastidio alle donne, spacci e orini contro il muro? Non puoi rimanere impunito».

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