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«Quando Putin mi scortò in Urss»

«Quando Putin mi scortò in Urss»

31 Ottobre 2017, 08:10

Il racconto di un parmigiano

Gian Luca Zurlini

Proprio in questi giorni si sta ricordando il centenario della rivoluzione russa, che nel 1917 fece cadere l'antico regno degli zar per instaurare il regime comunista, o meglio socialista, che durò poi fino al 1990, data della caduta dell'Urss.

Questo anniversario ne ha fatto però ricordare un altro a un pensionato parmigiano Giuseppe Pattini. E si tratta di una ricorrenza in cui è stato coinvolto personalmente: «Nel 1970 ricorreva il centenario della nascita di Lenin - ricorda Pattini - e Radio Budapest organizzò un concorso in cui invitava gli operai italiani a tratteggiare la figura di Lenin con un proprio scritto. A decretare il vincitore una giuria internazionale di membri dei partiti «socialisti» nell'orbita dell'Unione Sovietica. In palio c'era un viaggio di una settimana nel cuore del comunismo, l'Unione Sovietica. All'epoca lavoravo alla Barilla e decisi di partecipare inviando un mio elaborato sulla figura di Lenin per come l'avevo percepita dai libri».

Grande fu la sorpresa di Pattini quando, qualche tempo dopo, venne contattato per comunicargli che era stato uno dei vincitori del concorso. «Io avevo fatto il concorso giusto per dare una mia testimonianza su una figura importante della storia. Invece, forse per la semplicità, il mio scritto piacque e così vinsi il viaggio». La trasferta in Unione Sovietica durò poco più di una settimana, ma fu un evento del tutto unico: «All'epoca in Urss si poteva andare solo con comitive in viaggi organizzati. Invece io, pur avendo tutto pianificato, andai in Urss da solo, con un interprete a mia disposizione e con un intenso programma di ricevimenti e visite ufficiali».

«Putin come controllore»

Di quel viaggio Pattini ha portato come testimonianza numerose foto, ma ha anche un ricordo del tutto particolare: «Avevo un interprete che mi faceva da “angelo custode” e che mi dava anche consigli su come parlare e come comportarmi. Ma poi c'era anche un giovane che era sempre con noi e al cui nome ho dato valore solo in seguito: era Vladimir Putin, all'epoca neppure ventenne, visto che di recente ha festeggiato i suoi 65 anni. E a lui toccava il compito di controllare che i turisti stranieri in visita non avessero contatti non autorizzati con persone russe. Una presenza discreta, la sua, ma che ho capito solo in seguito essere riconducibile al famigerato servizio segreto sovietico, il Kgb».

«Ricevuto con tutti gli onori»

Ma l'esperienza in Urss per «l'operaio e compagno» Pattini fu davvero indimenticabile. «Andai a Mosca, ovviamente in visita al mausoleo di Lenin, ma anche alla sua abitazione, che veniva aperta per poche persone e poi anche al Cremlino. Poi venni premiato nella sede della radio ufficiale».

Altri ricordi, invece, riguardano la visita a Leningrado, oggi San Pietroburgo, città natale dell'ideologo della rivoluzione russa: «Lì vidi i luoghi della sua giovinezza, ma anche l'eccezionale museo dell'Ermitage e poi il Palazzo d'Inverno. Tutti luoghi oggi accessibili, ma che all'epoca erano riservati a pochi eletti». E poi, a ricordo di quella settimana particolare, «articoli sui giornali per sottolineare che ero il vincitore del concorso e tanti incontri». Un'esperienza che, a distanza di quasi mezzo secolo, è ancora viva e nitida nei ricordi di Pattini, a partire da «quel giovane di nome Putin». E per lui, al ritorno in Italia, anche l'invidia di tanti colleghi e conoscenti «per essere stato in quella che era la patria del comunismo e che alcuni consideravano un luogo molto migliore dell'Italia».

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