Chiara Pozzati
Il degrado corre lungo la massicciata della ferrovia. Benvenuti nel parco verde che si spalma tra via Strobel e via Camesasca.
Lì, alle spalle di via Toscana, lo scempio è servito. Nei fossi c’è di tutto: stracci, cartacce, pezzi di vetro, bottiglie, resti di cibo e stoviglie di plastica. Persino le carcasse di bici depredate e due cosiddette «macchinette», una slot e un cambiamonete, probabilmente scaraventate dai ladri dopo essere state rubate da chissà dove. E, ovviamente, depredate.
«C’è poco da stupirsi, è così da tempo». E ancora: «Evidentemente di notte viene utilizzato per bevute e festini e ridotto ad immondezzaio. Non ha fatto caso all’odore nauseante?». Sono questi i commenti che raccogli alla spicciolata dagli habitué del fazzoletto verde. Che fra l’altro ospita un campetto da calcio che appare ben curato e i cestini dei rifiuti urbani non mancano. Di mamme a passaggio non ne incontri, solo un nonno (parecchio giovanile) si attenta a passare per il parco con la carrozzina.
«E’ la prima volta che vengo a spasso qui con la mia nipotina e penso sarà l’ultima» conferma lapidario. «Certo se vieni ti conviene non lasciare mai lo stradello tracciato, non vorrei che nel prato ci fosse pure qualche siringa» taglia corto prima di riprendere la passeggiata. In effetti cartacce e sacchetti di patatine punteggiano anche lo spazio verde, ma è avvicinandosi alla massicciata ferroviaria con fosso annesso che rimani impressionato. La distesa di ciarpame ormai ha attecchito ovunque. Anche dove la natura è completamente inselvatichita e bisogna farsi spazio tra i rovi e gli arbusti lasciati inaridire per proseguire. Un cumulo di lattine di birra insormontabile cattura lo sguardo, insieme a sacconi neri con dentro di tutto. Ma c’è anche di più.
Camminando lungo il fossato scopri che è diventato un ricettacolo di sporcizia e rifiuti gettati per strada (anche) dai passanti, senza troppa cura. Le montagne di immondizia, strabordanti dai sacconi, mai svuotati e mai raccolti, cartoni di pizza, piatti e bottiglie di vino.
«Onestamente non abbiamo mai visto nessuno passare a pulire» ti dice una ciurma di studenti usciti dai poli di via Toscana. Così anche questo spazio verde – probabilmente vitale per i residenti del circondario che abitano nelle palazzine - si trasforma nell’ennesima oasi spazzatura nel raggio di pochi metri. Secondo diversi parmigiani si tratta di un parco relativamente recente, affossato dai rifiuti alla velocità della luce.
«Il problema non è tanto di giorno, ma la notte. E il fatto che ci siano dei videopoker, vuol dire che i ladri si sentivano tranquilli a scaricare lì».
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