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Sanità, le risposte di Pizzarotti e Scarpa

Sanità, le risposte di Pizzarotti e Scarpa

19 Giugno 2017, 11:21

1

Emergenze sanitarie. Ha fatto molto scalpore il caso legionella: si sarebbe potuto fare qualcosa di più e di diverso per informare i cittadini?

RISPONDE FEDERICO PIZZAROTTI

L’emergenza, mai capitata e con soli 2 o 3 esempi in Italia, ha permesso di definire con le istituzioni un protocollo per questi casi, finora non necessario, nel quale abbiamo previsto, in collaborazione con associazioni di volontariato e dell’Ordine dei medici, di creare punti informativi fisici nell’eventuale zona colpita per comunicare direttamente col cittadino. Le analisi e le relazioni sono state prodotte da Asl, Regione e Istituto Superiore di Sanità, dato che la competenza sul tema sanitario è loro. Il Comune ha coordinato le comunicazioni e gli incontri pubblici, uno all’inizio informativo e alla fine per rendicontare il lavoro svolto e tutti i giorni ha diffuso informazioni dettagliate sulle procedure da seguire.

RISPONDE PAOLO SCARPA

Si sarebbe certamente potuto e dovuto fare di più per informare i cittadini su ciò che stava accadendo. Anche in questo caso, così come con la drammatica alluvione del Baganza del 2014, il sindaco è stato assente. Ed è un fatto noto a tutti i parmigiani, che infatti ancora oggi non sanno bene che cosa sia davvero successo durante l’emergenza legionella. C’è stata poca trasparenza, insomma, e (cosa ben più grave) il sindaco ha operato come se non fosse la massima autorità sanitaria cittadina, tradendo per giunta l’impegno alla trasparenza che aveva assunto durante la campagna elettorale del 2012. Cosa si poteva fare di più? Si poteva avviare un’attività di informazione porta a porta.

2

Il sindaco è il responsabile della condizione di salute della popolazione del suo territorio: quali sono secondo lei i maggiori problemi per la salute dei cittadini di Parma e che tipo di prevenzione si potrebbe attuare?

RISPONDE FEDERICO PIZZAROTTI

Parma si trova nella pianura Padana, uno dei territori con l’aria più inquinata d’Europa, e ciò influisce sulle malattie polmonari e cardiovascolari. Per questo, oltre a tutte le azioni per migliorare la qualità dell’aria, un tema su cui siamo già attivi è la promozione dell’attività fisica dolce, non solo sportiva, per il miglioramento della salute tramite l’attività motoria. Ciò che si può fare in più, come già avviene per i bambini, è l’informazione alimentare anche per gli adulti, per prevenire disturbi legati alla scorretta alimentazione. Crediamo inoltre che il tema delle dipendenze (da droghe, alcol o gioco d’azzardo) vada affrontato attraverso l’educazione al divertimento consapevole, così da prevenire questi fenomeni.

RISPONDE PAOLO SCARPA

La qualità dell’aria che si respira a Parma mi preoccupa molto, perché l’inquinamento atmosferico è al quinto posto nel mondo tra le cause di malattia e mortalità, dopo una dieta poco sana, il vizio del fumo, l’ipertensione e il diabete. Una minaccia doppiamente insidiosa perché poco avvertita, anche dalle amministrazioni che ne fanno una questione legata al numero degli sforamenti delle PM10. Noi abbiamo l’enorme fortuna di essere una delle poche città italiane in cui l’uso della bicicletta è estremamente diffuso e dobbiamo investire in mobilità dolce. La forma più efficace di prevenzione consiste nell’informare i cittadini, anche i bambini, con campagne mirate e diffuse di educazione alla salute, alla corretta alimentazione, allo sport.

3

L’inchiesta Pasimafi è stata un brutto colpo di immagine per l’Università e, in generale, per la sanità della nostra città. Che cosa può fare concretamente il sindaco?

RISPONDE FEDERICO PIZZAROTTI

In questi anni con il nostro esempio abbiamo riportato una cultura dell’onestà e della legalità a Parma. L’inchiesta è stata un colpo mediatico che ha minato la credibilità del nostro ospedale e dell’Università, dove invece lavorano persone oneste contro pochi che hanno commesso gravi azioni delittuose da condannare. Le procedure di controllo ci sono e sono stringenti ma è evidente che chi vuole delinquere le elude. Non avendo il Comune poteri diretti, né di controllo né ispettivi, che spettano alla magistratura, nella Conferenza territoriale socio sanitaria abbiamo deciso di lavorare con i sindacati e aziende sanitarie per collaborare con dipendenti e professionisti per far emergere eventuali situazioni da denunciare.

RISPONDE PAOLO SCARPA

Dall’inchiesta Pasimafi la città esce umiliata e offesa, proprio nelle eccellenze che rappresentano un vanto per tutti noi cittadini di Parma: il suo ospedale e la sua Università. Da quanto emerso, Parma è finita nei titoli dei Tg a causa di poche mele marce, ma lo scandalo è comunque enorme. Il rettore si è dimesso e ho profondo rispetto per la sua scelta. Sulla sanità non c’è stato in questi anni proprio da parte del sindaco un impegno sulle politiche dell’ospedale, e questo vuoto è concausa di quel disagio che colpisce il sistema, di cui questi episodi sono purtroppo estrema patologica manifestazione. La nostra comunità deve impegnarsi concretamente sul fronte della legalità, con l’istituzione di un organismo che operi da “centrale rischi” contro la corruzione e il malaffare.

4

Che cosa pensa della situazione dell’ospedale Maggiore? Che ruolo può avere il sindaco?

RISPONDE FEDERICO PIZZAROTTI

L’ospedale Maggiore e il sistema sanitario di Parma hanno sicuramente bisogno di fare un passo in avanti. È evidente che rispetto agli ospedali di altre città capoluogo, la Regione ha fatto delle scelte che non hanno favorito Parma. L’impegno, non solo del sindaco ma di tutte le Istituzioni, comprese Asl, Azienda Ospedaliera e Ordine dei medici, dovrà essere quello di identificare una strategia per potenziare le nostre eccellenze e lavorare sulle nostre carenze, e per ottenere dalla Regione sia i fondi strutturali per gli investimenti sui padiglioni che sul numero dei dipendenti per raggiungere questi obiettivi.

RISPONDE PAOLO SCARPA

Un sindaco è la massima autorità sanitaria cittadina, oltre che presidente della conferenza territoriale sociosanitaria, deve perciò recepire e farsi carico delle richieste di servizi che arrivano dai suoi concittadini e supportare l’azione dei vertici sanitari locali, senza ingerenze di campo. Comune, Ausl, Università e ospedale devono fare quadrato. L’attuale amministrazione cittadina doveva fare squadra e non lo ha fatto. Il nostro ospedale ha così perso delle occasioni importanti che, invece, altre città vicine hanno colto perché hanno saputo lavorare insieme su progetti ambiziosi e condivisi, che le hanno dotate di strutture di avanguardia. Il terreno perso può essere recuperato, ricominciando a dialogare per il bene della città.

5

Assistenza agli anziani: come funziona secondo lei il turnover degli assistenti domiciliari, nei servizi affidati dal Comune alle cooperative? Ritiene che sia un problema o va bene così?

RISPONDE FEDERICO PIZZAROTTI

Sappiamo che il turnover è un problema e che gli interventi passati non hanno risolto i disagi delle famiglie. Ragioniamo da tempo sul ripensare l’assistenza domiciliare costruendo pacchetti con le famiglie che comprendano sia l'intervento di badanti che di assistenti specializzati; siamo partiti dallo sportello per le badanti e dalla loro formazione. Ora ci sono le premesse per ragionare insieme a cooperative, gestori e famiglie di una riforma complessiva per un servizio che sia più efficace. Lo ripenseremo per essere più vicini alle famiglie nell’organizzazione di gran parte delle ore di assistenza domiciliare, consapevoli che gli interventi specializzati per quanto preziosissimi sono solo una parte dell'impegno quotidiano.

RISPONDE PAOLO SCARPA

Voglio ricordare che le cooperative di servizi rientrano nel sistema di accreditamento regionale, che prevede delle garanzie. In ogni caso, un Comune deve monitorare i fabbisogni degli anziani come di ogni altro soggetto fragile, perché i servizi devono adeguarsi alle esigenze degli utenti che sono soggette a cambiamento. Quando si presentano problemi come un alto livello di turnover, il Comune, per esempio, può intervenire sui contratti di servizio che lo legano a soggetti terzi con lo strumento delle incentivazioni oppure introducendo misure di penalizzazione. Un’Amministrazione non può operare con formule statiche, deve porsi delle priorità e scegliere dove investire le proprie risorse, per esempio, sulla formazione e qualità del lavoro.

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