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Troppi incidenti e tanta indisciplina

Troppi incidenti e tanta indisciplina

di Mara Varoli

20 Marzo 2017, 09:24

All'ora di pranzo il Lungoparma è sempre molto trafficato: vuoi per l'uscita delle scuole, vuoi per la pausa dagli uffici e vuoi per chi ne approfitta per la passeggiata sotto il sole. E il pericolo è dietro l'angolo: troppe le disattenzioni e troppi gli incidenti in questi ultimi anni. Di sera, ma anche di giorno. Una delle cosiddette zone a rischio è viale Rustici: le auto viaggiano veloci e per i ciclisti che escono dalle vie laterali due occhi non sono mai abbastanza. Qualche dosso in concomitanza con gli incroci sarebbe utile, non solo per la sicurezza di chi pedala, ma anche per chi va a piedi. Attraversare sulle strisce in viale Rustici non è cosa per tutti: passano alcuni minuti prima che un'auto si fermi per lasciare libero il passaggio. Ed è una golf con targa romena. «E' un viale grande - conferma Antonella del Bar Rustici - e gli automobilisti vanno forte. In più è molto trafficato. Devo ammettere però che ci sono anche molti ciclisti che non utilizzano la pista ciclabile e attraversano il viale pedalando dove non potrebbero. Magari potessero mettere i dossi, ma dicono che ostacolerebbero il transito delle autoambulanze». La parrucchiera Giovanna Del Gaudio rincara la dose: «E' una strada diritta e gli automobilisti sono invogliati a pigiare sull'acceleratore. In più - sottolinea - non c'è un dosso manco a pagarlo oro e tutti fanno quello che vogliono. Alla sera la situazione si complica perché l'illuminazione è scarsa, soprattutto là dove ci sono i passaggi pedonali. Per cui, per attraversare ti devi fare il segno della croce».

E non è finita: «Chi esce dalle strade laterali ha difficoltà ad immettersi sul viale, perché ci sono troppe auto parcheggiate - continua Giovanna -. Anche ieri mattina c'è stato un incidente, ma fortunatamente c'era coda, tutti andavano piano, e nessuno si è fatto male. Tante volte ci hanno promesso che avrebbero messo in sicurezza viale Rustici, ma non è mai successo niente, nonostante sia capitato anche un incidente mortale: là davanti alla palestra, c'è ancora buio». Ci sono ben tre mazzi di fiori legati a un albero per ricordare la tragedia di qualche anno fa: «L'unica soluzione sono i dossi, che costringono tutti a rallentare - interviene Salvo Costa della Florida Welness -. Hanno messo un lampione che guarda le strisce pedonali, ma non basta. Le auto vanno forte e lo spartitraffico che hanno messo qua davanti alla palestra ha solo ridotto le carreggiate, per cui nessuno rallenta in prossimità delle strisce. In più, sono pochi quelli che scendono dalla bici per attraversare, ma questo è un problema di tutta Parma e di tutt'Italia». Grazia e Lamberto sono seduti sul muretto che costeggia il torrente per ammirare fagiani e altri animali che vivono il greto: «Vigili? Se ne vedono pochi - rispondono - e uscire con auto o bici da via Cima Palone è complicato con tutte quelle macchine parcheggiare sul viale. In questo modo, per svoltare a sinistra da una via laterale bisogna per forza esporre il muso dell'auto in mezzo alla strada. E le macchine che passano sono tante sul Lungoparma: basta pagare e hai il permesso per entrare nell'area Ztl, così a Parma come in altre città. E meno male che lo fanno per rispettare l'ambiente».

L'incrocio del Ponte Dattaro è probabilmente più complesso degli altri, per cui le regole del codice della strada sono forse meglio rispettate. E' però Mara de «La Chiave» a scattare la fotografia di questo altro tratto di Lungoparma: «I pedoni e i ciclisti li vedi all'ultimo momento - assicura -, sono in molti a buttarsi in strada senza guardare. Non c'è dubbio che auto e moto vadano forte, in particolare quelle che arrivano dalla tangenziale, ma alla sera non si vede niente: ci vorrebbe più illuminazione e ci vorrebbero più segnalazioni. Ma soprattutto tutti, pedoni, ciclisti e automobilisti, devono stare più attenti». «Bisognerebbe dare le multe - aggiunge Paolo -, perché sono pochi i ciclisti che utilizzano le piste ciclabili e molti vanno sul marciapiede, per cui si rischia di essere investiti». «Comunque, la polizia municipale è intervenuta più volte - prosegue Mara -, proprio per sanzionare i ciclisti indisciplinati». E Ferdinando Stocchi conclude: «Ricordate che il mezzo pesante ha sempre ragione, perché ti trita. Bisognerebbe cambiare il codice della strada con il buon senso delle persone. L'idea che invece la gente ha è sempre la stessa: "Io passo, perché ho ragione". Però muori poi con quella tua ragione. Ci sono mamme che per attraversare si espongono in mezzo alla strada con il passeggino: ma è possibile? A me da piccolo hanno insegnato diversamente: prima di attraversare, anche sulle strisce, bisogna guardare e aspettare il momento giusto».


Alla sera? E' una giungla

Il Lungoparma di sera? Una giungla. O come dice un tassista, «regna l'anarchia». A piedi, su due o quattro ruote i cittadini disciplinati si contano su una mano. Non c'è età, sesso o colore della pelle per non rispettare l'A,B,C del codice della strada. E il pericolo è dietro l'angolo. Alle 18,30 di un giorno feriale il traffico è piuttosto intenso. C'è chi esce dall'ufficio, chi va a prendere i bambini dalla nonna, chi rientra a casa dopo una passeggiata con l'amica e chi, smessi gli abiti da lavoro, ne approfitta per un'ora di footing in pantaloncini corti e scarpette. Ci troviamo all'altezza del ponte Caprazucca: a semaforo verde le auto sfrecciano da viale Basetti a viale Toscanini. Appena è possibile, si pigia volentieri sull'acceleratore. Ma nonostante la velocità di auto e moto, quasi nessuno dei ciclisti attraversa il Lungoparma sulle strisce pedonali portando la bici a mano: la maggior parte rimane a cavallo della due ruote anche là dove non si potrebbe. E non c'entra l'età: lo fa il ragazzo che ascolta la musica con l'auricolare, lo fa la mamma quarantenne con il sellino per il bimbo nella parte posteriore e lo fa l'anziano. E i pedoni? Anche qui la disciplina si fa desiderare. Non tutti aspettano che il semaforo sia verde. C'è il cinquantenne, c'è la sessantenne e c'è l'elegante trentenne: uno dopo l'altro attraversano il Lungoparma con il rosso. Certo, le auto sono lontane, ma cosa costa aspettare il segnale del «via». Poco più in là, verso ponte Italia e nei pressi del Teatro Due, la situazione non cambia.

All'imbrunire il fanale è un optional. E la signora con accento straniera che pedala sulla strada viene ripresa dai carabinieri, che transitano in quel momento, e invitata a spostarsi sulla pista ciclabile: ubbidisce ma nella fretta prende con la ruota anteriore l'aiuola e cade a terra, fortunatamente senza farsi male. E proprio all'altezza dell'incrocio con borgo Salnitrara là dove mercoledì una donna in bici è stata travolta da una macchina, le auto continuano a sfrecciare a tutta velocità: per dire la verità, un incrocio piuttosto pericoloso a ridosso di un attraversamento pedonale. Si rientra verso il centro e in viale Toscanini, c'è un ragazzo sui 20 anni che sempre senza fanale non solo ascolta la musica, ma forse pensando di essere su un palcoscenico canta a squarcia gola, con le mani alzate e non certo sul manubrio. Siamo quasi di fronte all'Hotel Toscanini, dove una mamma con due bambini aspetta di attraversare diligentemente a piedi sulle strisce, ma non tutti gli automobilisti rispettano la regola. Meno male che arriva una volante della polizia e la fa passare. La passeggiata verso il ponte Verdi non è lunga e con sorpresa incontriamo dopo un'ora e mezzo di osservazione sul comportamento stradale dei parmigiani sul Lungoparma il primo cittadino promosso a pieni voti: sui 55 anni, con fanale acceso a intermittenza, giubbotto giallo e persino caschetto. E che al semaforo aspetta pure il proprio turno per attraversare. Intorno a lui, nei pressi della Pilotta, è di nuovo il caos. C'è persino un ragazzo che attraversa la strada senza guardare né da una parte né dall'altra perché impegnato con gli occhi sul cellulare a «messaggiare»: questo sì che è pericoloso. Ma c'è anche la quarantenne con una bella giacca color miele che mentre divora un panino pedala in senso contrario a quello di marcia. E il fanale? Non ce l'ha neppure.

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