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Truffe, anziani e soldi sotto il materasso

Truffe, anziani e soldi sotto il materasso

di Carlo Brugnoli

24 Marzo 2017, 03:00

Arriva in redazione un'anziana e arzilla signora. Si lamenta per non aver ricevuto 200 euro di interessi su una somma investita. E' decisa, rivuole il maltolto. Le chiedo se al momento della liquidazione della somma abbia contato i soldi. Mi risponde candidamente che si fidava del cassiere e che non ha controllato. Mi fa vedere le ricevute del capitale liquidato: oltre 42 mila euro.
Ancora le domando se quei soldi li ha versati in banca, visto che magari lì sono più al sicuro. La risposta mi stupisce: «No, delle banche non mi fido. Li tengo tutti in casa». Provo a farle capire che è un maledetto rischio e che 42mila euro sotto il materasso sono un'esca irresistibile per i malintenzionati. Le dico anche che se si lamenta dal macellaio o dal panettiere di quei 200 euro di interessi che reclama, magari qualcuno potrebbe origliare, seguirla fino a casa, darle una botta in testa e scappare con il malloppo.
A quel punto l'arzilla signora mi guarda e mi dice: «Effettivamente potrebbe succedere, ma non ci avevo pensato».
Gli anziani (o perlomeno la gran parte di loro e soprattutto le donne che vivono sole) sono fragili e indifesi. Un po' come i bambini, si dice. Sono avvolti da quella nube di ingenuità e illimitata fiducia verso il prossimo che fa pensare loro di essere immuni da rischi di ogni genere. E questo fa sì che diventino la preda preferita per ladri e truffatori. I dati sono allarmanti e probabilmente sottostimati visto che rimangono ancora tante le attempate vittime di raggiri e furti che per la vergogna nemmeno presentano denuncia.
Ricordo che mia nonna, ancora a 90 anni, andava là di buon mattino alle Poste a ritirare la pensione. «I soldi li voglio avere in mano» - diceva. Non ha mai aperto un conto corrente, non ha mai posseduto un bancomat né una carta di credito. Cose troppo difficili per lei. Come per lei era impensabile non vedere e toccare le banconote perché quella era sempre stata la sua certezza. Al pari della signora dei 42mila euro sotto il materasso.
Negli ultimi anni le forze dell'ordine hanno intensificato le campagne di informazione e prevenzione sul delicato aspetto delle truffe agli anziani. Ma evidentemente non basta. Occorrerebbe, forse, che i tanti programmi televisivi del pomeriggio invece di occuparsi delle stucchevoli diatribe amorose dei vip o del perché è meglio scegliere una donna dell'Est, si impegnassero a ricordare alla folta platea di nonnini che a quell'ora siedono davanti alle tv, le regole essenziali per non cadere nella rete di chi, anche per pochi spiccioli, è disposto a far loro del male.
Ricordare, ad esempio, che depositare i soldi in banca non vuol necessariamente dire che quei soldi li perderai per sempre. E che se uno sconosciuto ti telefona per dirti che tuo figlio ha provocato un grave incidente stradale e che per questo devi pagare una certa somma, è opportuno avvertire subito polizia o carabinieri. O che non è proprio consigliabile uscire dalla Posta con la pensione appena ritirata e che è decisamente più razionale farsi accreditare l'importo direttamente su un conto corrente. Non è uno spot per le banche ma una semplice regola di buonsenso che può da sola evitare piccole o grandi tragedie.
Anche perché, è bene ricordarlo, la ricaduta psicologica di una truffa può essere ancora più devastante del denaro o dei gioielli che si sono volatilizzati.

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