Era pronto per scappare? Non lo sapremo mai. Di sicuro aveva con se un documento falso.
Una carta di identità valida per l'espatrio, appartenente a un'altra persona che ne aveva denunciato lo smarrimento tre anni fa, su cui Samuele Turco aveva messo la propria fotografia.
Messinscena che, secondo quanto risulterebbe dalle indagini, risale a una data non lontana (di certo antecedente) dal 29 dicembre scorso. Ovvero, se non dopo il delitto, poco prima.
Fra le varie imputazioni di cui dovrà rispondere Samuele c'è anche il «possesso e fabbricazione di documenti di identificazione falsi» come recita l'articolo 497 bis del codice penale. Un altro tassello che potrebbe far propendere gli inquirenti per l'ipotesi di un progetto pensato a lungo.
Un duplice omicidio premeditato con l’aggravante della crudeltà e dagli atti persecutoriì, recita il capo di imputazione.
A difendere Samuele Turco - fermato dagli agenti della Squadra mobile nel reparto di diagnosi e cura dell’ospedale Maggiore di Parma dove si era fatto ricoverare e ora in carcere a Parma - sarà l'avvocato Laura Ferraboschi, esperta penalista che fra i suoi tanti clienti ha avuto anche un nome divenuto tristemente famoso, quel Mario Alessi condannato all'ergastolo per il rapimento e l'omicidio del piccolo Tommaso Onofri.
Due storie diversissime, ma con tante coincidenze: basti pensare al luogo (Via Del Traglione non è distante dall'Angelica Vip club). Oppure alle interviste rilasciate ai giornali prima dell'arresto da entrambi, fino all'oscenità abnorme dei due fatti di sangue. d.b.
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