LUCA PELAGATTI
«Da due mesi abbiamo scritto al ministro dell'Interno, Salvini, chiedendo risorse per poter collocare una pattuglia dell'esercito ventiquattro ore su ventiquattro nel piazzale della stazione. Risultati? Nessuno. Ovvero, nemmeno una risposta. Mentre le risse continuano ».
Il giorno dopo l'ennesima scazzottata tra stranieri in piazzale Dalla Chiesa l'assessore alla Sicurezza del Comune, Cristiano Casa, rilancia. E rinnova la richiesta di uomini in divisa per quell'opera di deterrenza e controllo che, in certe zone, viene ormai percepita come indispensabile.
«Per parte nostra - prosegue l'assessore - stiamo facendo il massimo: abbiamo creato un presidio della polizia municipale dalle 17 alle 22 in piazzale Dalla Chiesa nonostante il personale sia sotto organico. Nello stesso tempo abbiamo anche attivato il servizio notturno. Però per andare oltre, per fare di più servirebbero appunto i militari. Ma non ci viene neppure risposto mentre altre città, ad esempio Brescia, hanno i militari che vigilano sulla stazione».
Trattamenti differenti che l'assessore dice di non capire. Mentre alla punzecchiata di una nota polemica non riesce a rinunciare. «Il ministro Salvini, di recente, è venuto nella nostra provincia per un evento e non ci ha risparmiato le critiche. Peccato che il tempo per rispondere alla nostra lettera in cui chiediamo più uomini non lo abbia ancora trovato».
Ma schermaglie politiche a parte almeno qualcosa nel piazzale della stazione sembra muoversi. A settembre, infatti, fanno sapere dal Comune, verranno installate delle nuove telecamere sotto il portico e nella piazza. «Questo sarà possibile ad una collaborazione tra pubblico e privato, tra l'amministrazione e i residenti», conclude Casa sottintentendo che gli abitanti di quella zona sono i primi che avrebbero un concreto beneficio ad una presenza in divisa per ridurre risse e comportamenti a rischio.
Per ora però nulla si muove. E le domande a più riprese presentate al responsabile dell'Interno rimangono sospese.
«Servono uomini, questa è la prima cosa. Poi, lo abbiamo ripetuto, servono altre conferme: la certezza della pena per chi sbaglia; numeri adeguati per le forze dell'ordine e efficacia e tempestività nelle espulsioni. Altrimenti è tutto inutile. E continueremo a leggere di una rissa e di un reato dopo l'altro, sera dopo sera».
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